Prima di parlare di pompe e serbatoi, facciamo un passo indietro, perché non tutti avranno ben chiaro cosa sia un’autoclave. In termini pratici, l’autoclave è un impianto, installabile in immobili residenziali o commerciali (in genere composti da diversi piani), che ha la funzione di aumentare la pressione dell’acqua potabile.
Nel caso, infatti, in cui la distribuzione locale di acqua sia carente, può capitare che la pressione erogata non sia sufficiente a raggiungere i piani più alti, ad esempio, di un condominio. Non poter fruire di acqua corrente in qualsiasi momento della giornata, è innegabile, può provocare diversi disagi. Gli inquilini del citato condominio, dunque, potranno dotare l’edificio di un’autoclave, per soddisfare il proprio fabbisogno giornaliero di acqua corrente.
Scopriamo, quindi, di quali parti si compone un’autoclave e quali sono le caratteristiche, in particolare, che
pompe e serbatoi
devono possedere. Queste due parti, infatti, incidono notevolmente sul funzionamento quell’intero impianto, per questo è sempre preferibile affidarsi al consiglio di professionisti del settore per identificare la soluzione più adatta alle nostre esigenze. Per quanto riguarda l’acquisto delle varie parti, invece, oggi è possibile anche comprarle online, in totale sicurezza, come sul sito Demshop.it.
Componenti di un’autoclave.
L’autoclave, l’abbiamo spiegato, è quell’impianto utile ad aumentare la pressione dell’acqua corrente, in modo che arrivi senza problemi anche ai piani alti di un qualsiasi edificio. Questi sistemi, di cui pompe e serbatoi sono parte integrante, sono, in genere, composti da quattro parti fondamentali:
- Pompa elettrica. Elemento di importanza capitale per il funzionamento dell’autoclave, è grazie ad essa, infatti, che l’impianto aumenta la pressione dell’acqua;
- Pressostato. Tiene sempre sotto controllo l’acqua: quando necessario accende la pompa elettrica, che genererà il giusto valore di pressione necessaria;
- Serbatoio. Al suo interno viene accumulata acqua proveniente dalla rete idrica pubblica. Essa potrà essere utilizzata a bisogno, dagli inquilini dell’edificio, quando e se non è disponibile quella della rete di distribuzione;
- Contenitore a pressione. Anche chiamato “polmone”, in quanto si tratta di una camera d’aria con una pressione maggiore di quella di rete per azione della pompa.
Senza entrare nel merito del funzionamento delle autoclavi, cerchiamo di capire quali sono le caratteristiche tecniche fondamentali che distinguono due di questi quattro componenti, ovvero pompe e serbatoi. Solo tenendo a mente i consigli sotto riportati, potrete compiere una scelta davvero consapevole.
Pompe elettriche per autoclave.
Ovviamente, la prima fondamentale caratteristica di una pompa elettrica per autoclave, è l’efficienza. In questo senso, il rapporto tra energia necessaria e fabbisogno idrico deve essere soddisfacente, ma soprattutto evitare inutili sprechi, per assicurare un sensibile risparmio economico.

Scopriamo cosa sono e come funzionano le autoclave a pompe e serbatoi.
A parità di efficienza (e di facilità di utilizzo), sono sostanzialmente due le caratteristiche che distinguono le pompe elettriche: la versatilità e la rumorosità. Per quanto riguarda la prima, si consideri che, in genere, questi sistemi vengono installati nei seminterrati. Di conseguenza la pompa deve potersi adattare anche a spazi angusti, quindi avere dimensioni ridotte e poter essere collocata sia verticalmente, che orizzontalmente. Inoltre, la pompa deve poter funzionare a pieno regime anche in luoghi poco ventilati.
La rumorosità è un’altra caratteristica da considerare attentamente. Questi sistemi, infatti, producono inevitabilmente suoni fastidiosi e forti vibrazioni. Scegliere un modello che contiene al meglio questi due fattori negativi è fondamentale per assicurarsi gli standard di comfort e di vivibilità dell’edificio in cui l’intero impianto viene installato.
Serbatoio d’acqua
La dimensione dell’autoclave è molto influenzata dalle misure e dalla capienza del serbatoio installato nell’edificio. La sua portata, infatti, può variare, e molto, in base alla quantità d’acqua che l’impianto dovrà garantire. Esistono serbatoi che possono accumulare acqua fino a 10.000 litri (anche se questi modelli, in genere, vengono impiegati per uso esterno, specialmente in agricoltura).
Nei condomini, invece, bastano capacità decisamente più contenute. Si consideri che, in linea di massima, un serbatoio da 2.000 litri è sufficiente a soddisfare le necessità di 4-5 abitazioni. Anche questa, però, è solo una stima, infatti molto dipende da quanto sono numerosi i nuclei familiari che l’autoclave andrebbe a servire.
Per realizzare un sistema adeguato alle esigenze dell’edificio, in ogni caso, è sempre meglio contattare degli esperti del settore. Essi valuteranno i parametri specifici e potranno consigliare ai proprietari la soluzione migliore per il loro stabile.