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Vicini rumorosi: se diventano “intollerabili” sono puniti dalla legge

Quante volte ci è capitato di sentire di vicini rumorosi che disturbano il quieto vivere? La legge li punisce con risarcimenti per l’offeso, ma attenzione che non siano solo i muri di casa ad essere troppo sottili.

Vicini

Un problema che spesso affligge gli inquilini di un condominio è quello dei rumori che derivano dagli appartamenti adiacenti al nostro. Possono essere anche molto forti e, di conseguenza, interferire con il quieto vivere sia all’interno dell’appartamento, che nei rapporti con i vicini. Le cause si possono imputare principalmente a due diverse motivazioni. In genere siamo portati a pensare che la colpa sia dei

vicini

di casa, e alle volte a pensar male non si sbaglia, ma bisogna anche considerare la possibilità che le pareti dell’edificio non siano ben isolate.

Cosa dice la legge?

Se sentite perfettamente i discorsi dei vostri vicini anche quando parlano in modo assolutamente normale, se non addirittura pacato, è necessario, in primo luogo effettuare alcuni controlli sull’isolamento del vostro appartamento. Anche perché la legge specifica con precisione quali siano i parametri di isolamento acustico, sotto i quali la parete può essere considerata non a regola. Ovvero:

  • 50 decibel (dB) per le pareti che separano i diversi appartamenti sullo stesso piano;
  • 64 dB per i pavimenti e i soffitti, che separano gli appartamenti verticalmente;
  • 40 dB per l’isolamento della facciata dell’edificio rispetto ai rumori esterni;
  • 35 dB per gli impianti idrosanitari e gli scarichi degli appartamenti vicini, per gli ascensori e gli autocavi.

Se questi limiti non sono rispettati, allora è possibile fare causa direttamente al costruttore. Poiché non sono rispettati i parametri di isolamento acustico minimi, questo se non sono passati più di 10 anni dall’ultimazione dell’immobile. Un isolamento corretto, infatti, non dovrebbe consentire di sentire ciò che i vicini dicono quando parlano. Spesso, però, i rumori non derivano da semplici chiacchierate, e col tempo possono diventare intollerabili. Anche in questo caso vi è una normativa che regola questo tipo di situazioni, vediamola.

Vicini rumorosi: come farli smettere?

Prima di andare a parlare di cause giudiziarie o diffide, ci teniamo a precisare che spesso basta far notare la vicino rumoroso che tiene lo stereo troppo alto o che le urla dei suoi invitati alle cene che organizza sono troppo alte e si prolungano troppo nelle ore notturne. con un po’ di buon senso si può sempre risolvere molte situazioni. Anche perché una causa legale può risultare lunga e dispendiosa e la materia non è di così semplice valutazione.

Se, infatti, nonostante i richiami, non vi sono stati miglioramenti nel comportamento del suddetto “rumoroso”, allora si può tentare una causa legale contro il vicino. Prima però, è possibile interpellare l’amministratore di condominio. Ma solo se si sono violate norme del regolamento condominiale, che, in genere, regolano la rumorosità degli inquilini, almeno durante le ora tipiche di riposo,

La causa per rumori intollerabili.

Come prima cosa, però, dobbiamo definire un concetto un po’ vago, ovvero quello di “normale tollerabilità”. Essa non ha una definizione univoca e può essere sempre diversamente interpretata. Prima di andare per avvocati è necessario assicurarsi che la soglia dei rumori sia da considerarsi intollerabile fuori d’ogni dubbio. Ad esempio, ascoltando i pareri di altri vicini.

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Come comportarsi con i vicini rumorosi.

Abbiamo parlato di vicini poiché, in una causa per rumori eccessivi, la difficoltà principale è la valutazione, appunto, della tollerabilità o meno degli stessi. Per ovvi motivi una perizia tecnica risulterebbe inutile, così spesso e volentieri il giudice si avvale di diverse testimonianze, che possono prevenire da chiunque, da vicini, come da familiari o amici che hanno passato del tempo in quell’appartamento, fino all’amministratore di condominio o, addirittura, il proprio coniuge o compagno di vita. Sarà poi compito del giudice valutare la veridicità delle testimonianze e pronunciarsi a vostro favore o contro di voi.

Il risarcimento dell’offeso.

Se il giudice, infine, si pronuncia a favore dell’offeso, ovvero si giudicano i rumori sotto inchiesta superiori al limite di tollerabilità, allora il danno si presume sempre esistente. Sarà poi sempre il giudice a valutare l’entità del danno e a quantificare la somma del risarcimento, in base a diversi fattori come, ad esempio, le condizioni psico-fisiche dell’offeso o da quanto durano i rumori non tollerabili.

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