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A Modena prove di confronto per trovare una casa a tutti

L’Amministrazione Comunale insieme a PD e SEL ha fissato un percorso di 2-3 incontri per trovare una linea comune in grado di aiutare giovani e famiglie in difficoltà nel trovare una casa.

Il primo incontro si è svolto il 16 novembre, ne seguirà sicuramente un altro e, se necessario, pure un terzo. L’impegno c‘è. Amministrazione e Partiti di Governo stanno cercando di rispondere al problema casa presente a Modena. Centinaia di giovani che non riescono ad uscire di casa e famiglie in difficoltà devono trovare una risposta al più presto. Con questo monito il Sindaco Giorgio Pighi e l’assessore all’urbanistica Daniele Sitta hanno aperto i lavori. Più case da mettere a disposizione alle centinaia di giovani e famiglie modenesi che hanno difficoltà ad accedere a un’abitazione, in affitto o di proprietà, cercando di agire in tempi brevi.

Al tavolo per SEL si sono seduti Cristian Favarin e Vittorio Molinari , per il PD Giuseppe Boschini e Paolo Trande.
Le idee sono buone hanno convenuto le parti in gioco. E’ stata presentata la bozza della delibera “Un piano abitativo sociale della città di Modena”. Le soluzioni ci sono. La prima strada è quella di sostenere l’Agenzia per la casa, per far affittare alloggi sfitti; si è anche parlato di procedere alla ristrutturazione e all’incremento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, di aumentare le aree peep ad edilizia convenzionata ed eventualmente proporre affitti a canoni calmierati dando priorità a giovani e famiglie in difficoltà.

Linee condivise da Sel che attraverso Cristina Favarin rilancia mettendo sul piatto 18 proposte per superare il momento drammatico dell’Edilizia ed il problema casa.
Tra queste la richiesta di avere 500 nuovi alloggi in affitto permanente entro 18 mesi; altri mille entro i successivi 36 mesi; il sostegno alle cooperative a proprietà indivisa; la richiesta di formulare entro 6 mesi un piano di riqualificazione edilizia delle abitazioni esistenti; favorire il partenariato pubblico e privato; sollecitare la Fondazione a condividere con le forze locali i propri piani di Housing sociale; indire i prossimi bandi di assegnazione delle aree per singole zone. E sullo spinoso tema delle aree F: la valutazione ambientale e sociale immediata per le Aree da trasformare; nuovi strumenti finanziari per sostenere l’edilizia residenziale pubblica. E ancora: rafforzare il ruolo dell’Agenzia per la casa con funzioni più attive fra proprietà privata ed inquilino; confermare i Peep; pubblicare l’elenco dei proprietari dei terreni edificabili; ridurre alla metà i tempi di rilascio delle autorizzazioni edili.
PD e Giunta hanno preso nota dando l’impressione, almeno in questa situazione, di voler davvero affrontare l’emergenza. Esiste però una divergenza di vedute: per il Comune una strada percorribile è quella di costruire sulle Aree F dove invece Sel pone il problema delle conseguenze ambientali. Il dubbio rimane. Costruire ancora oppure dare priorità a ristrutturazione e riqualificazione di aree urbane? Se la risposta pare scontata non di certo i tempi aiutano ad una scelta oculata.
Occorrerà trovare la mediazione. E l’approccio graduale alla costruzione, supportato da un maggiore impegno sul fronte della riqualificazione dell’esistente potrebbe essere la strada migliore.

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