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Bollino blu per gli impianti di riscaldamento: tutto ciò che occorre sapere

Il Bollino Blu è una certificazione obbligatoria dal 2005, che serve a verificare che l’impianto di riscaldamento rispetti la normativa sull’emissione di fumi inquinanti e sull’efficienza energetica: vediamo cos’è e come funziona.

Bollino blu

Ogni anno, con l’arrivo dell’inverno, ecco scendere il freddo e quando quest’ultimo invade le nostre case, non ci resta che accendere il riscaldamento. Ma come possiamo essere certi che il nostro impianto sia in buone condizioni e quindi perfettamente funzionante? L’unico modo per evitare pericoli per la nostra salute, e per quella delle persone che abitano sotto il nostro stesso tetto, è quello di pensare annualmente alla manutenzione del nostro sistema di riscaldamento, contattando un tecnico abilitato che possa accertarne il buon funzionamento.

A tal proposito, la normativa italiana prevede che per gli impianti di riscaldamento a caldaia a gas o termica venga rilasciato, in seguito a specifico collaudo che comprende le dovute analisi sui fumi di scarico e sul corretto funzionamento del sistema, il cosiddetto Bollino Blu, che altro non è che una certificazione da apporre alla documentazione della caldaia stessa, che assicura le buone condizioni dell’impianto.

Cos’è e come funziona il Bollino Blu.

Dal 2005, il

Bollino Blu

è una certificazione obbligatoria in tutta Italia, che va periodicamente rinnovata. In caso di controllo, infatti, la mancanza del bollino blu sulla documentazione della caldaia comporta una multa che va dai 500 ai 3.000 euro.

Prima di addentrarci nella normativa relativa al Bollino Blu, è necessario specificare un paio di cose. La manutenzione ordinaria sull’impianto di riscaldamento e il controllo per il rilascio del bollino, infatti, sono due interventi differenti, anche se spesso si completano a vicenda. Il primo tende principalmente ad assicurare la nostra sicurezza; il secondo, invece, è più focalizzato sul controllo delle emissioni inquinanti, che devono rientrare entro certi limiti, e sull’efficienza energetica dell’impianto.

Il controllo per il rilascio del Bollino Blu deve essere effettuato con periodicità differente in base al tipo di impianto di riscaldamento installato in casa. Sarà, inoltre, cura del proprietario preoccuparsi di non lasciar scadere il termine per il controllo, che dunque deve essere fatto ogni:

  • 4 anni se la caldaia ha meno di 8 anni ed è di potenza inferiore ai 35 kW;
  • 2 anni per le caldaie più vecchie di 8 anni o se sono installate all’interno dell’abitazione;
  • 4 anni se si tratta di un impianto a gas metano o gpl;
  • 2 anni se l’impianto è alimentato a combustibile liquido o solido;
  • Ogni anno per le caldaie centralizzate o di ogni altro tipo con potenza superiore ai 100 kW.
Bollino blu

Scopriamo il Bollino blu per gli impianti di riscaldamento domestico.

Quanto costa il Bollino Blu?

Il prezzo del controllo e del rilascio successivo del Bollino Blu può variare da comune a comune, a seconda che lo stesso abbia previsto bonus fiscali o agevolazioni per questo tipo di intervento obbligatorio. In linea di massima, comunque, questa certificazione dell’analisi dei fumi e dei consumi energetici, che può essere redatta solo da tecnici abilitati comunali, ha un costo che varia dai 70 ai 160 euro. Questo prezzo, ripetiamo, del tutto indicativo. Non tiene conto, ovviamente, delle eventuali spese necessarie per mettere a norma l’impianto tramite altri interventi specifici. I quali si possono rendere obbligatori se il sistema di riscaldamento non dovesse rientrare nei limiti previsti per legge.

In caso di abitazione concessa in locazione, l’onere per la manutenzione della caldaia ed il conseguente rilascio del bollino blu ricade, salvo diverso accordo tra le parti, sull’inquilino. Questo perché la pulizia ed il controllo dei fumi rientrano nelle cosiddette spese di manutenzione ordinaria. Nel caso in cui, però, si rendano necessarie spese successive per la riparazione, la messa in sicurezza o la sostituzione dell’impianto a caldaia, tali oneri saranno a carico del proprietario dell’abitazione, in quanto rientranti nella casistica delle spese per la manutenzione straordinaria degli impianti.

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