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Cura delle piante e parassiti: come riconoscere e prevenire i tripidi

I tripidi sono parassiti che succhiano la linfa dalle foglie delle piante che infestano: sono molto nocivi per alberi da frutto, filari di vite e molte altre ancora. Ecco come riconoscerli, come eliminarli ed evitarne la proliferazione.

Tripidi

Animali nocivi per le piante, i tripidi sono a tutti gli effetti dei parassiti, conosciuti dagli appassionati del mondo botanico poiché, nel comparto della coltivazione indoor, costituiscono un problema sgradevole e di difficile risoluzione. La lotta biologica si basa sui metodi naturali grazie a cui i tripidi possono essere prevenuti ed eliminati; tuttavia tali obiettivi possono essere raggiunti anche attraverso la lotta chimica, che si basa sull’adozione degli insetticidi tradizionali.

Che cosa fanno i tripidi.

Prima di capire come riconoscere e prevenire i tripidi è utile conoscere più da vicino questi animaletti, che al pari di tante altre tipologie di parassiti succhiano la linfa della pianta alla cui struttura si aggrappano (specialmente sulle foglie).

Come si è accennato, tutti i coltivatori temono tali insetti, e ciò è vero a maggior ragione per le coltivazioni indoor e per le coltivazioni in serra. Uno dei problemi dei tripidi è che essi si possono riprodurre fino a 12 volte nel corso di un anno: dopo essere arrivati all’età adulta, cominciano a volare e di conseguenza riescono a spostarsi tra le piante in maniera veloce. Il cotone e la canapa sono due tipologie di piante che vengono aggredite dai tripidi in misura superiore rispetto alle altre. La diffusione e la riproduzione di questi parassiti sono favoriti da un clima caldo, ed è questo il motivo per il quale è specialmente durante la stagione estiva che occorre prestare una particolare attenzione alle piante.

Tripidi: dove si trovano.

I tripidi sono meno comuni rispetto a diversi altri parassiti, ma hanno il difetto di poter risultare alquanto aggressivi in specifiche condizioni di serra. A essere attaccate sono le foglie, ed è proprio in corrispondenza della parte superiore delle foglie che questi parassiti sono invisibili. Nella stagione invernale, invece, i tripidi vanno in letargo: servono temperature più alte di 16 gradi affinché si possano attivare. Il clima artificiale che c’è nelle coltivazioni indoor, però, fa sì che i tripidi siano attivi in ogni mese dell’anno. Situate sotto le foglie, le uova cadono sul terreno e, con l’arrivo di temperature ottimali, comprese fra i 26 e i 28 gradi, si schiudono.

Come sono fatti e come si riconoscono i tripidi.

La lunghezza dei tripidi è pari a circa 1 millimetro e mezzo, il che li rende visibili anche a occhio nudo. Negli adulti sono presenti le ali, che però non utilizzano molto spesso, dal momento che i parassiti volano unicamente in presenza di un pericolo e, per il resto, tendono a procedere sulle zampe. La colorazione oscilla fra il giallo e il marrone, e tende allo scuro. Le larve hanno dimensioni pari alla metà di quelle degli adulti, sono prive di ali e si caratterizzano per un colore meno scuro. L’azione svolta dai tripidi è quella di tagliare le foglie, con una parte del corpo la cui struttura ricorda una sega. Così, le foglie possono essere perforate e raschiate, e i parassiti riescono a raggiungere alla linfa, che rappresenta il loro nutrimento.

Tripidi
Cura delle piante e parassiti: come riconoscere e prevenire i tripidi

Come si capisce se una pianta è infestata.

I tripidi lasciano sulla superficie delle foglie delle chiazze di colore bianco e di forma irregolare. Ecco, quindi, che le foglie delle piante infestate sono rivestite di croste biancastre o d’argento e sembrano sfregiate. Inoltre sotto le foglie, ma anche sopra, si possono notare dei puntini nero, che sono gli escrementi dei tripidi. Il danno causato da questi animaletti in un primo momento può ricordare quello lasciato dai minatori fogliari o dagli acari, mentre in circostanze più grave si può avere a che fare con una perdita di colore.

Le piante più colpite.

Sono diverse le tipologie di piante che possono essere attaccate dai tripidi: per esempio quelle della vite e quelle di pomodoro, ma anche le orchidee, senza dimenticare gli alberi da frutto, fra i quali si riscontra una predilezione specifica per il pesco e le piante di agrumi. Attraverso le loro punture, questi parassiti sono in grado di succhiare e assorbire gli elementi nutritivi e così determinano nelle piante che vengono attaccate una depigmentazione che si riconosce per la presenza di chiazze sulle foglie. La pianta, così, si ammala e va incontro a uno stato di sofferenza.

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