Per preservare il nostro giardino o il nostro orto sempre verde e rigoglioso, una delle pratiche fondamentali è l’utilizzo dei fertilizzanti. In commercio sono molte le varietà, sia organici, che chimici, anche se quest’ultimi, per ovvi motivi, sono sconsigliabili. Per fertilizzante organico si intende ogni sorta di sostanza naturale che ha la capacità di rendere migliore il nostro terriccio, per struttura e per qualità.
Ma, nella sostanza, a cosa servono gli ammendanti (ovvero i migliorativi o correttivi del suolo)? Qual è il
fertilizzante organico
migliore per il nostro scopo e per il nostro terreno? E ogni quanto vanno utilizzati? A queste e a molte altre interessante domande risponderemo in questo articolo dedicato a chi ha il pollice, ma anche e sopratutto a chi non lo ha.
Frequenza di utilizzo e tipologie di ammendanti.
L’utilizzo di ogni fertilizzante organico, in base alle sue caratteristiche, va ponderato con attenzione. Alcuni di questi, come il letame, che sia sfarinato o in pellet, possono essere utilizzati con maggiore frequenza. Perché davvero utili: rivitalizzano il terreno, lo alleggeriscono e restituiscono carica umica. Oltre al letame, molto utilizzati sono il compost, lo sfatticcio di foglie e il bokashi, semplici da fare in casa o da comprare. Altri fertilizzanti, invece, vanno utilizzati solo in casi specifici, come i riequilibratori di pH.
Abbiamo citato anche i cosiddetti ammendanti, che sono molto facili da utilizzare, perché possono essere fatti “in casa”. Di conseguenza, quindi, possono essere creati “su misura” per la specifica pianta. Ne esistono fondamentalmente di due tipi:
- Gli ammendanti di recupero. La cenere di legna, i panelli di ricino e i residui della preparazione del mosto, ad esempio, rientrato in questa categoria;
- Acquistabili in centri specializzati. Come le farine di roccia o quelle di alghe e il guano, che devono però avere una certificazione di ecosostenibilità. Questa tipologia di ammendanti ha l’innegabile svantaggio di essere decisamente più costosa della precedente.
I fertilizzanti organici più utilizzati.
Letame.
Questo tipo di fertilizzante può trovarsi sia “fresco”, che in pellet. Da preferirsi è il primo, ma solo a patto che si sia a conoscenza della provenienza e del regime alimentare e medico degli animali da cui deriva. Fatto stagionare, infatti, il letame fresco non ha praticamente rivali in termini di carica umica ed è perfetto per rivitalizzare e ammorbidire il terreno. Attenzione, però, a non utilizzarlo in superficie, ma incorporato nelle buche, perché altrimenti favorirebbe la crescita di erbacce.
Il letame in pellet, è perfetto sia per i vasi, che per le buche, in particolare durante la preparazione del terriccio invernale. Il procedimento di pellettatura, inoltre, garantisce la stabilità del prodotto e l’assenza di semi di erbacce. A discapito, però, della perdita di gran parte della carica umica tipica del letame fresco. Il pellet può anche essere sfarinato, per essere aggiunto al terriccio per vasi, buche o in superficie. Basterà riempire un sacchetto di plastica non traspirante e bagnarlo: se ben sigillato, in una notte dovrebbe sfarinare a sufficienza.
Il compost e lo sfatticcio.
Il compost è la base necessaria per un buon terriccio, quindi di un giardino o un orto rigoglioso. Vi sono molti modi per fare il compost, tutti validi: dai contenitori specifici, al mucchio libero, dal cumulo lineare, alla compostiera a tre scomparti. Per ottimizzare la decomposizione dei materiali, si consiglia l’aggiunta, occasionale, di cenere di legna o di bicarbonato di sodio. Per accelerare i processo, invece, si possono usare acceleratori a base di enzimi o strati di letame fresco. Due regole fondamentali:
- Il fondo della compostiera deve essere a base legnosa, perché consente il passaggio dell’aria;
- Intervallare i materiali più umidi con strati di materiali più legnosi, come gli scarti della potatura.
Lo sfatticcio di foglie, invece, si differenzia dal compost perché molto meno carico di nutrienti, ma quindi più leggero come consistenza. Per farlo, basta chiudere in un sacco nero forato, messo all’ombra, un mucchietto di foglie di alberi non sempreverdi, che andrà capovolto periodicamente. Nel giro di un mese avrete lo sfatticcio perfetto per il vostro giardino!
Torba e fibra di cocco.
Uno dei fertilizzanti più utilizzati è senza dubbio la torba (più nobile se bionda, meno se scura). Questo ammendante non possiede un particolare valore nutritivo per il terreno, ma ha la grande capacità di trattenere acqua. Rende il terriccio leggero e friabile, consentendo quindi di trattenere meglio i nutrienti. Purtroppo non è un materiale rinnovabile, per questo molto spesso oggi si usa la fibra di cocco, che invece lo è, anche se non duttile come la torba, che per determinati obiettivi è ancora insostituibile.

Qual è il giusto fertilizzante organico per il vostro giardino?
Altri fertilizzanti organici…
Tra gli appassionati e i professionisti del giardino sempre verde e rigoglioso, vi sono tanti altri ammendanti, ognuno con le proprie caratteristiche:
- Farina di mais. Non possiede particolari valori nutrizionali, nonostante l’alto apporto di proteine. Viene utilizzato per lo più per i suoi indiscutibili effetti erbicida e formichicida;
- Scorie Thomas. Sottoprodotto della lavorazione dell’acciaio, è un fertilizzante organico ricco di fosforo. È quindi utilizzato per rafforzare la fioritura e la lignificazione delle piante. Va utilizzato con parsimonia, meglio in terreni a tendenza acida;
- Sangue di bue e panello di ricino. L’alto contenuto di azoto di questi ammendanti li rende molto utili per bilanciarne il livello nel terriccio. Il secondo tiene anche lontane le talpe dal nostro giardino;
- Cenere di legna. È molto calcarea, ma aiuta molto piante a fiorire. Questo fertilizzante organico non va distribuito sul terreno, ma interrato;
- Sfarinato di lupini. I fiocchi giallastri e polverosi di lupini vanno distribuiti in superficie o leggermente interrati e in piccole quantità. È indicatissimo per le piante che crescono in terricci a reazione acida;
- Cornunghia. La migliore alleata nelle buche delle piante che devono lignificare nel tempo: è ad alta percentuale di azoto, mentre non contiene potassio. Il tipo di lavorazione la rende utile anche per prevenire molte malattie fungine.
… e altri ancora!
- Humus di lombrico. Dona al terriccio la carica microbiologica necessaria per rendere piante e piantine davvero belle, sane e fiorite. Non bisogna cadere nell’errore di sostituirlo alla terra ed è particolarmente utile in vaso;
- Bokashi. È una tecnica di compostaggio giapponese dei rifiuti casalinghi che produce un ottimo fertilizzante organico liquido. Questa sostanza si può utilizzare, diluita, per innaffiare o versato sul compost;
- Macerato di ortiche. Non solo ha un alto potere fertilizzante, ma diluito ha anche un forte effetto insetticida. È acquistabile già pronto in flacone: importantissimo è rispettare sempre con attenzione dosi riportate in etichetta;
- Farine di roccia. Contengono alti livelli di sostanze minerali fondamentali e microelementi che attivano i processi biologici base per la crescita delle piante. Sono particolarmente utili per la coltivazione in vaso;
- Guano. È un fertilizzante organico carico di azoto e fosforo, per questo va dosato oculatamente, ma garantisce risultati strepitosi;
- Calcio. È da utilizzare praticamente solo in terreni caratterizzati da un forte ristagno di umidità o argillosi e pesanti. Deve essere incorporato a una certa profondità, quindi va eseguito un lavoro di vangatura profonda.