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Piante grasse senza segreti: ecco tutti i trucchi per una coltivazione rigogliosa

Sfatiamo subito il mito che le piante grasse, una volta piantate, vivano senza bisogno di cure: anche loro hanno le loro necessità. Ecco dunque tutto quello che occorre sapere su piantumazione, rinvasi, terriccio e irrigazione. E le vostre piante cresceranno sane e bellissime.

Piante grasse

Se pensate che le piante grasse non abbiano bisogno di cure e che anzi sopravvivano senza manutenzione, siete clamorosamente in fallo. Uno dei problemi principali della loro coltivazione è proprio quello della mala informazione e dei falsi miti che le circondano. Le grasse, come ogni tipo di pianta, hanno bisogno di attenzioni per crescere sane e rigogliose, seppur, è vero, in misura minore.

Esistono regole e pratiche da seguire per la coltivazione delle

piante grasse

, che, semplici o meno che siano, vanno seguite con attenzione. Se volete evitare di creare un cimitero di piante grasse, dunque, ecco tutto quello che dovete sapere su questo tipo di coltivazione.

L’identificazione è il primo passo.

In natura esistono numerose specie di piante grasse, che hanno provenienze e habitat differenti, dunque, differenti bisogni. Partiamo dal presupposto che piantarle e abbandonarle al loro destino, sperando crescano rigogliose, non è una via percorribile. Per una corretta coltivazione, dunque, è necessario conoscere in toto la pianta che andiamo a scegliere.

In genere le piante grasse hanno la capacità di trattenere umidità nei tessuti e quindi di resistere a periodi, anche lunghi, di siccità. Questo, però, è solo un aspetto, importante sì, ma che non contempla la totalità delle caratteristiche e dei bisogni si ogni singola specie. Alcune, ad esempio, necessitano di un’esposizione continua e prolungata al sole, altre, invece, si prestano ad una coltivazione indoor, che ucciderebbe le prime.

Per questo motivo è fondamentale un’identificazione precisa e puntuale della qualità che ci apprestiamo a coltivare. Fondamentale soprattutto perché per una crescita perfetta, le piante grasse necessitano di condizioni quanto più simili possibile a quelle del loro habitat naturale. A tal proposito, munirsi di un manuale per la coltivazione serio e preciso, potrebbe rivelarsi una scelta vincente.

Coltivazione in vaso o a terra.

Le piante grasse possono essere coltivate con successo sia in vaso che in piena terra. A seconda che si scelga il primo o il secondo caso, ovviamente, le necessità della pianta cambiano. Solo un accorgimento, fondamentale, è condiviso da entrambe le tipologie di coltivazione: evitare i ristagni come la peste. Praticamente tutte le varietà e le specie di piante grasse, infatti, soffrono mortalmente l’acqua in eccesso, non le vedrete mai e poi mai crescere in terreni paludosi. A maggior ragione se sono coltivate in vaso, dove il filtraggio è molto limitato.

Le piante grasse si prestano alla coltivazione in vaso grazie ad alcune caratteristiche tipiche. Per quanto possa sembrare strano, infatti, le radici crescono molto lentamente e non hanno bisogno di spazi troppo ampi. Anzi, più terra implica più acqua, accrescendo il rischio di ristagni e di marciumi (ecco perché spesso se ne vedono molte, insieme, in vasi piccoli). Inoltre, un terriccio facilmente controllabile come quello in vaso, agevola la coltivazione della pianta, perché si può più semplicemente diversificare in base alle necessità. Dal punto di vista estetico, infine, un contenitore, oltre ad esaltare forme e colori, aiuta la pianta a sollevarsi da terra e crescere verso l’alto.

Quando si opta per la coltivazione a terra bisogna porre particolare attenzione, perché sono maggiori i rischi e i fattori nocivi. Le piante grasse, oltre ai ristagni, soffrono le eccessive concimazioni, l’ombra fitta e prolungata e la poca circolazione d’aria. Per questo risulta fondamentale trovare il luogo giusto in cui piantarle. Un aiuto può darlo una piantumazione di gruppo, per necessità colturale e perché aiuta il drenaggio dell’acqua.

Piante grasse

Tutti i trucchi e gli accorgimento per la cura e la coltivazione delle piante grasse.

Attenzione ai rinvasi.

La stragrande maggioranza delle piante grasse (soprattutto in tenera età) adora e trae beneficio dai rinvasi, sia quelle in vaso, che quelle piantate a terra. Inizialmente i rinvasi andrebbero effettuati annualmente, mentre quando la pianta è ormai adulta ne basta uno ogni tre anni o anche più. Se vedete la vostra pianta triste, probabilmente ha bisogno di un rinvaso piuttosto che di concime, che in quantità eccessiva può essere, come detto, dannoso.

Attenzione perché, una volta acquistate, le piante grasse vanno istantaneamente piantate, ma non annaffiate. Nei primi sette giorni, infatti, è preferibile bagnarle tramite nebulizzazione due o tre volte al massimo. Un’altra accortezza è quella di evitare di pressare eccessivamente la terra in cui vengono piantate le piante grasse.

Molta attenzione anche ai primi rinvasi: fondamentale è eliminare il terriccio esausto e accorciare leggermente le radici. Inoltre, caratterizzante delle piante grasse è il fatto che non andrebbero rinvasate subito, ma lasciate coricate sul terriccio a riposare, al buio, per 7-14 giorni: accorgimento che potrebbe essere un vero toccasana per le vostre piantine.

Terriccio e irrigazione.

Il terriccio perfetto per la crescita delle piante grasse è poroso e drenato. Se in vaso, deporre ciottoli o pezzi di coccio sul fondo per evitare ristagni: per lo stesso motivo evitare assolutamente l’argilla espansa. Evitare anche terricci troppo ricchi di minerali e di composti organici, pertanto dosare con attenzione anche letame e concime è fondamentale. Molto utile, invece, sarebbe aggiungere al terriccio una buona percentuale di sabbia silicea (evitare quella marina, perché salata) o di farina di roccia.

Per quanto riguarda l’irrigazione sfatiamo il mito che non occorra innaffiare le piante grasse: anzi, se il clima in estate è molto caldo, infatti, l’annaffiatura di molte specie deve essere quasi quotidiana. In linea di massima, le piante grasse devono essere irrigate abbondantemente, lasciando però asciugare il terreno tra un’innaffiatura e l’altra. In inverno, invece, anche in zone calde, irrigare solo a necessità. Neanche a dirlo, infine, non azzardatevi ad utilizzare sottovasi.

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