Come ogni anno, e siamo già alla diciottesima edizione, ItaliaOggi, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, ha stilato la classifica per il 2016 delle 110 maggiori città italiane in base alla qualità della vita, e quest’anno non sono mancate le soprese. Quella di ItaliaOggi rappresenta il più completo studio statistico sulla qualità della vita Italia, grazie ad una metodologia, rinnovata nel 2010, caratterizzata da 9 dimensioni d’analisi: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita; 21 sottodimensioni e ben 84 indicatori di base, che consentono di investigare in maniera approfondita i molteplici aspetti in cui la qualità della vita si articola nelle province italiane.
L’indagine sulla qualità della vita nelle 110 città esaminate, ha due obiettivi principali: stimolare il dibattito sui percorsi da intraprendere per incrementare il benessere delle comunità locali e misurare e rendere di dominio pubblico il gap dell’azione politica e amministrativa.
Un primo seguardo alla classifica.
Dopo un dominio che si prolungava dal 2011, Trento viene scalzata dalla testa della classifica e si deve “accontentare solo” del secondo posto: la nuova leader di questa particolare competizione è Mantova, in ascesa dalla quarta posizione del 2015. A completare il podio è Belluno, che sale 5 gradini e dall’ottava sale alla terza posizione. Scivolano, invece, giù dal podio Bolzano, da seconda ad ottava, e Pordenone, da terza a quarta.
Agli antipodi, in questa classifica, il podio delle peggiori, per il 2016, è così composto: Napoli si ritrova terzultima (108°), perdendo 5 posizioni; stesso percorso a ritroso di 5 posti per Siracusa, che passa dalla posizione 104 alla penultima (109°). Fanalino di coda, 110° posizione, si trova, con un brutto tonfo dalla posizione 86, Crotone, che dunque chiude la classifica delle città d’Italia per qualità di vita nel 2016.
Qui è possibile scaricare la classifica completa e tutto l’appofondimento fatto da ItaliaOggi e l’Università la Sapienza di Roma.
La situazione italiana.
A deludere sono principalmente le grandi metropoli, tutte in caduta libera a parte Torino, che sale di 6 posizioni fino al 70° posto: abbiamo già detto di Napoli, che presenta una situazione simile a Milano, che scende di 7 posizioni e si assesta al 56° posto; ma clamorosa è la situazione romana, la capitale italiana, infatti, perde ben 19 posizioni (addirittura -31 rispetto al 2014), crollando all’88° posizione. Come già successo nel 2014 e 2015, dunque, si conferma la tendenza delle città con oltre un milione di abitanti a peggiorare la propria qualità della vita, come se le grandi aree urbane non fossero in grado di sostenere la popolazione che le abita; situazione risulta ancora più preoccupante se messa a confronto con le piccole e medie realtà urbane, in cui il tenore di vita è in costante aumento o, al peggio, stabile.
A livello di macro-aree è ancora larghissima la disparità tra le città del Nord-Est e di gran parte del Centro, le migliori, con quelle del Sud e delle Isole. Soffre anche il Nord-Ovest, in cui molte città hanno peggiorato la propria posizione in classifica.
Qui Emilia Romagna.
Come si evince dalla tabella che segue, la situazione dell’Emilia Romagna è decisamente rosea: tutte le province, meno Ferrara, che si trova anche in ultima posizione in questa sotto-classifica, si sono migliorate tra 2015 e 2016. Menzione d’onore a Parma, che entra nella Top Ten di prepotenza, classificandosi alla sesta posizione nella classifica generale. Bene anche Folrì-Cesena, Piacenza e Reggio Emilia, classificate tutte nelle prime 20 province italiane, appena fuori Modena, al 21° posto. Male in Regione Bologna solo 47°, ma con ben 14 posizioni guadagnate ed entro le prime 50 città, malissimo Ferrara, come detto, che perde 2 posizioni in generale, classificandosi 67° e ultima nella classifica di Regione.

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