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Ecologia & Risparmio

GREEN ACT: Le proposte di Legambiente per rilanciare economia ed occupazione

La rigenerazione urbana è fondamentale per rilanciare il settore delle costruzioni e più in generale l’economia del Paese. Con “Il Green Act che serve all’Italia” Legambiente propone misure concrete.

Il “Green Act” raggruppa i principi per la messa a punto di interventi volti a dare nuovo impulso allo sviluppo “green” dell’economia. Il principale concetto che spiega le proposte avanzate da Legambiente è quello della rigenerazione urbana come strumento per rilanciare l’economia italiana e il settore delle costruzioni.

Il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, sostiene che è necessario “trasformare le città italiane in un cantiere di innovazione, creando al tempo stesso lavoro e conferendo qualità e sicurezza a spazi pubblici e abitazioni”: tutto questo è possibile grazie alla riqualificazione del patrimonio edilizio con “obiettivi energetici e antisismici”. In questo modo l’Italia diventerebbe a tutti gli effetti un “Paese moderno, competitivo, giusto e pulito”. Questi aspetti “strettamente legati allo stop al consumo di suolo” necessitano di una “accelerazione”, sciogliendo le questioni che bloccano l’avvio del processo di riqualificazione nelle varie città, inoltre è necessario un intervento normativo volto a “chiarire e semplificare”.

“Il Green Act che serve all’Italia”, iniziativa che si è svolta a Roma il 26 febbraio con il Governo ed i rappresentanti delle forze sociali ed imprenditoriali, aveva lo scopo di discutere su due tematiche fondamentali: fornire “gli strumenti alle amministrazioni pubbliche per progetti di rigenerazione attraverso una chiara regia pubblica degli interventi, da affidare ai Comuni” e fissare “un chiaro stop al consumo di suoli agricoli” definendo “gli obiettivi di qualità urbana e sociale degli interventi” e dei target ambientali ed energetici. Il progetto dovrebbe riguardare anche i “condomini, dove vivono oltre 20 milioni di italiani e dove la riqualificazione energetica è ferma”. É necessario “far crescere la qualità della progettazione, un Fondo nazionale per la progettualità e per i concorsi; la creazione di una Struttura di missione con il compito di accompagnare questi processi fornendo supporto ai Comuni e di coordinamento rispetto ai Fondi nazionali europei; escludere dal Patto di stabilità gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica”.

Attraverso “Il Green Act che serve all’Italia” Legambiente propone una serie di misure concrete che possono essere attuate immediatamente al fine di risollevare l’economia del Paese. Infatti, investire sulla tutela dell’ambiente e sullo sviluppo tecnologico porta benefici sia all’economia sia all’occupazione.

L’Italia, pur essendo uno dei Paesi europei maggiormente colpiti dalla crisi, colpevole di aver portato allo scoperto fattori di debolezza economica, sociale e istituzionale esistenti, ha le potenzialità per avviare una ripresa “ambientale” dell’economia e dei consumi. Lo dimostra il fatto che, anche in assenza di politiche esplicite e di scelte di Governo idonee, durante la recessione gli elementi di efficienza e sostenibilità ambientali sono andati irrobustendosi. Infatti, società ed economia hanno raggiunto una maggiore efficienza nella gestione delle risorse, un minor consumo di energia, una maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili, un maggior riciclaggio di rifiuti e stili di consumo maggiormente sostenibili.

Nonostante questo, dal rapporto Ambiente Italia 2015 emerge che, senza politiche nazionali concrete, restano in sospeso alcune questioni ambientali rilevanti. Ad esempio, l’elevata concentrazione di PM10 con il 30% della popolazione che resta esposto a concentrazioni superiori alla norma di particelle nocive; meno del 40% di raccolta differenziata e poco più del 40% a discarica, contro quasi il 65% di raccolta differenziata della Germania, con poco più dell’1% a discarica. Oppure il problema del consumo di suolo che tra il 1986 e il 2006 ha visto un aumento del 6,6%, con un ritmo di 265 Km all’anno, seguito poi da un rallentamento. Inoltre, il ricco patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese ha un impatto economico diretto marginale e il turismo è in forte stasi, sia per quanto riguarda il fatturato, sia per il numero di visitatori che ammontano al 25% in meno rispetto a Spagna e Grecia.

Questi dati devono essere un punto di partenza per rivoluzionare le politiche ambientali del Paese e per raggiungere questo obiettivo, il Green Act tocca i più svariati temi: natura, energia, edilizia, fiscalità ambientale, rifiuti, bonifiche, trasporti, nuova mobilità, dissesto idrologico, turismo e fondi strutturali. Temi strettamente collegati allo sviluppo economico del Paese, in grado di creare nuova produzione e occupazione, andando a soddisfare le necessità dei cittadini in termini di sicurezza, salute e qualità della vita e allo stesso tempo producendo maggior benessere per tutti.

Oggi in ogni settore c‘è spazio solamente per chi punta su innovazione e qualità ambientale e serve un nuovo disegno di politica economica, fiscale, industriale e culturale, oltre che un disegno strategico volto ad avviare un percorso organico fatto di misure concrete immediatamente attuabili per rompere con un’idea di sviluppo non più vantaggiosa. “Il Green Act che serve all’Italia” proposto da Legambiente accompagna e promuove il cambiamento con una chiara prospettiva di investimenti e regole, dando al Paese una concreta possibilità di trovare un posto nella globalizzazione, attraverso la valorizzazione delle risorse, delle vocazioni e dei talenti che tutto il mondo ci invidia e attraverso l’utilizzo del clima per permettere alle famiglie e alle imprese di ridurre i consumi energetici e le importazioni di fonti fossili.

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