Benché questa iniezione di fiducia nei certificati bianchi sia scemata a causa della recente congiuntura negativa, nel 2019, così come sarà per il 2020, riconfermarla è un fatto tutt’altro che indifferente per coloro che operano nell’edilizia. Nel corso di oramai quasi un ventennio, lo strumento dei certificati bianchi è stato costantemente migliorato. Una serie di decreti, infatti, hanno esteso l’agevolazione a comparti prima esclusi; oppure altri hanno chiuso le agevolazioni ad efficientamenti energetici prima ammessi – è il caso del fotovoltaico – ed hanno allargato il bacino di utenza. Guardando con particolare attenzione verso le grandi realtà industriali. Anche e soprattutto in virtù degli obbiettivi a cui l’Italia dovrà in ogni modo tenere fede in funzione dell’accordo di Kyoto.
Sono molte le agevolazioni previste in tema di risparmio energetico e che permettono un interessante ritorno economico. Fra di esse vi sono anche i Titoli di Efficienza Energetica, contrassegnati con la sigla TEE e altrimenti noti come certificati bianchi.
Titoli di Efficienza Energetica (TEE): cosa sono e come nascono?
Diffusi in tutta Europa, i
certificati bianchi
sono gli strumenti che il legislatore ha previsto per raggiungere gli obiettivi climatici contenuti nel pacchetto “clima-energia 20-20-20”, finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas serra.
Il pacchetto, in sostituzione del Protocollo di Kyoto, si prefigge di raggiungere entro il 2020 un abbattimento del 20% di CO2 e un incremento del 20% di risparmio energetico. Inoltre, il pacchetto racchiude misure per portare al 20% la quota di energia generata da fonti rinnovabili.
All’interno del territorio nazionale i titoli bianchi sono stati introdotti nel 2004 e vengono emessi dal Gestore dei Mercati Energetici. Sono titoli che possono essere negoziati, quindi rivendibili ai distributori di energia elettrica e gasolio. L’ottenimento dei titoli bianchi comporta la realizzazione di impianti e/o progetti finalizzati alla riqualificazione energetica.
Il mercato dei titoli bianchi.
I certificati bianchi sono emessi sulla base del risparmio energetico raggiunto attraverso gli interventi di riqualificazione che vengono eseguiti in maniera diretta o per il tramite di società controllate e controllanti. Gli obiettivi sanciti nel pacchetto si possono anche raggiungere mediante l’acquisto di titoli da parte dei soggetti che partecipano al meccanismo di riqualificazione.
L’emissione di questi titoli bianchi comporta, tuttavia, l’approvazione Gestore dei Servizi Energetici. I soggetti obbligati al raggiungimento degli obiettivi sono i distributori di energia e di gas naturale che vantano oltre 50mila clienti.

Scopriamo cosa sono i certificati bianchi per l’efficientamento energetico.
Il mercato dei TEE ha subito nel corso del tempo momenti di forte squilibrio fra domanda ed offerta. Interventi legislativi successivi, inoltre, hanno regolamentato i certificati bianchi, volti principalmente ad aumentare i costi per generare i titoli.
TEE e fotovoltaico.
I progetti consentiti per ottenere il rilascio dei certificati bianchi sono molteplici. Sono interventi che devono assicurare un certo risparmio energetico, già durante il primo anno di monitoraggio. Istallazione di generatori di aria calda, bruciatori rigenerativi o interventi di isolamento termico, sono alcuni esempi per accedere al meccanismo dei certificati bianchi.
Il portale lumi4innovation.it offre ogni informazione utile sul mercato dei TEE, alla luce degli interventi legislativi intercorsi. Si ricorda, infatti, che non è più possibile ottenere i certificati bianchi per l’istallazione degli impianti fotovoltaici con potenza non superiore a 20 kW.
A partire dal 2017 gli impianti fotovoltaici di piccola taglia, pur non partecipando al sistema dei TEE, permettono di ottenere altri interessanti incentivi, quali detrazioni ai fini fiscali fino al 65% (Ecobonus per il 2019) e scambi sul posto.