Oggi sentiamo parlare sempre più spesso di risparmio energetico e anche se siamo tutti più sensibili verso la tutela dell’ambiente in cui viviamo, troviamo ancora troppo spesso atteggiamenti resistenti quando si tratta poi di investire per la riqualificazione energetica della propria abitazione. Una delle ragioni più frequenti di questo atteggiamento è rappresentata dal fatto che i ritorni in termini di efficienza energetica e quindi di risparmio effettivo sulle bollette, vengono percepiti come troppo lontani nel tempo, soprattutto nel caso in cui non siano previsti incentivi.
Per le abitazioni spesso i tempi di pay-back, cioè il tempo necessario per ripagare l’investimento, si aggirano attorno ai 4-6 anni, superando i valori soglia accettabili secondo gli esperti del settore. Questi tempi di recupero del denaro investito, sempre in termini di risparmio sulle bollette, non sono assoluti ma dipendono dalle condizioni di partenza dell’edificio, dalla zona climatica, dalla tecnologia scelta e dall’impiego o meno degli incentivi.
L’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, su commissione de “Il Sole 24ore”, ha simulato uno scenario per testare il tempo necessario per ammortizzare alcuni interventi di riqualificazione energetica, prendendo come campione un’abitazione di 100 mq. con riscaldamento autonomo ed esaminando differenti situazioni: si parte dal sostituire un impianto non più funzionante sino ad arrivare a situazioni i cui si desidera sostituire una tecnologia già presente per apportare miglioramenti. Inoltre la situazione cambia molto a seconda della presenza di incentivi o meno, oppure per il fatto di essere al Nord o al Sud, dove troviamo diverse distribuzioni dei consumi e differenti entità d’investimento.
Una prima evidenza riguarda il fatto che, anche in case datate, senza incentivi sono poche le tecnologie in grado di ammortizzare la spesa sostenuta in tempi brevi. Per interventi riguardanti l’illuminazione, se l’investimento è piccolo, troviamo tempi di pay-back di circa 3 mesi, ma per altri interventi i tempi si allungano, ad esempio per le caldaie a condensazione l’investimento si ammortizza in 3,5-4 anni, mentre per i sistemi di building automation o “automazione degli edifici” attraverso l’utilizzo di diverse tecnologie per ammortizzare la spesa servono più di 5 anni. Tra i vari scenari esaminati troviamo l’investimento di 7.500 euro per rifare le finestre con infissi in Pvc e vetri a controllo solare in una villetta in Classe F in Piemonte: questo intervento porterebbe un risparmio annuo di 620 euro, quindi il proprietario potrebbe trarne un guadagno dopo 12 anni. Se esaminiamo lo stesso tipo di intervento in Sicilia per una villetta in Classe E, il risparmio sarebbe di 470 euro all’anno, allungando i tempi per ammortizzare la spesa fino a 15 anni. Se in questi due immobili andiamo ad isolare le pareti, invece, otteniamo uno sconto del 50% ma con una spesa di 17.500 euro che verrà recuperata in più di 20 anni.
Nel caso di interventi di riqualificazione energetica su immobili nuovi, troviamo un’efficacia inferiore a causa del fatto che in questi casi le Classi Energetiche di partenza sono più elevate (C o B) rispetto ad immobili datati. Come spiega Davide Chiaroni, vicedirettore Energy & Strategy Group, “oltre che per il cappotto, il pay-back arriverebbe dopo oltre 20 anni anche per chiusure vetrate e pompe di calore. Si tratta di investimenti non indispensabili: per convincere i proprietari a a sostituire l’impianto o migliorare l’isolamento bisognerebbe vedere ritorni più rapidi”.
Le cose cambiano però nel caso in cui si riesca a sfruttare tutte le detrazioni previste per gli interventi di riqualificazione energetica. Ritornando agli scenari analizzati in precedenza, infatti, con gli incentivi il rifacimento delle finestre verrebbe ammortizzato in meno di 5 anni al Nord e in 6 anni al Sud. Lo stesso vale per le pompe di calore aria-acqua: al Nord un impianto con potenza di 10 kW richiede un investimento di 7.500 euro e porta un risparmio di 600 euro annui; parliamo di tempi di pay-back di oltre 10 anni che gli incentivi abbasserebbero a 4,5 anni. Se l’immobile in questione fosse ubicato al Sud, invece, l’impianto avrebbe una potenza di 8 kW e il risparmio ammonterebbe a 450 euro annui che con gli incentivi permetterebbe di ammortizzare la spesa in 6 anni.
In conclusione, non potendo prescindere da un futuro “verde” ed ecologico, sia per etica sia per senso pratico, la strada è tracciata verso un costruito che tenga in considerazione i consumi. Non tutti possono permettersi di ragionare su un ipotetica nuova abitazione in classe A.
Il nostro consiglio è di informarsi adeguatamente su sgravi ed incentivi che ogni intervento di riqualificazione energetica della propria abitazione prevede.
Sarà possibile valutare concretamente fattibilità e tempi di pay-back.