Con la firma del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, è giunto al termine il Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibili casa-scuola e casa-lavoro, lanciato dal Collegato Ambientale nell’ormai lontano 2015. In seguito alla stesura della graduatoria a punteggio dei 114 progetti proposti alla commissione dai vari comuni italiani, si è giunti alla definizione dei 37 programmi che verranno finanziati con oltre 33 milioni di euro: 82 progetti hanno raggiunto la quota minima di punteggio per accedere ai fondi, ma solo quelli con risultati più alti verranno effettivamente finanziati; i rimanenti saranno i primi a ricevere eventuali nuovi fondi stanziati dal Governo.
“Sono entusiasta – ha dichiarato il ministro Galletti all’Assemblea Anci di Vicenza, consegnando il decreto al presidente dell’Associazione dei Comuni Antonio Decaro – per l’ampia partecipazione a questo progetto, con più di 100 comuni ed altri enti locali che hanno presentato iniziative di grande rilievo per le loro realtà. Promuovere una nuova mobilità nei nostri centri urbani non significa solo migliorare la qualità dell’ambiente e quindi la vita delle persone, ma contribuire ai grandi obiettivi indicati dall’accordo di Parigi sul clima. Credo che al Nord, dove il problema smog è cruciale, si sia registrata una grande risposta dei nostri comuni”.
I progetti finanziati.
Dei 37 progetti di mobilità sostenibile approvati dalle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera, 23 riguardano comuni del Centro-Nord Italia, per un totale di 20 milioni di euro stanziati, mentre 14 saranno finanziati con 13,5 milioni di euro al Centro-Sud. Il Programma sperimentale nazionale incentiverà iniziative di:
- Piedibus: sostanzialmente una carovana di bambini e ragazzini che, seguiti da adulti volontari, si recano a scuola a piedi, “raccogliendo” tutti gli studenti che si faranno trovare sulla percorso verso le varie scuole;
- Car pooling e Car sharing: il primo si tratta di una pratica che consiste nell’utilizzo di una sola automobile da parte di un gruppo di persone che compiono abitualmente lo stesso tragitto; il secondo si basa sull’organizzazione di un parco di autovetture, delle quali si può usufruire in orari prestabiliti e a seconda delle proprie necessità dietro pagamento di una quota associativa;
- Bike pooling e Bike sharing: il bike sharing funziona esattamente come il cugino car sharing ma con le biciclette protagoniste piuttosto che le automobili. Il bike pooling condivide con il car pooling il concetto di condivisione, in questo caso dei “pericoli della strada”, e con il piedibus quello del muoversi in gruppo: piccole carovane di ciclisti che si danno appuntamento al mattino per andare a lavoro o a scuola insieme, basandosi sul concetto secondo cui “un gruppo di ciclisti è più visibile da auto e mezzi e quindi corre meno rischi”;
- Realizzazione di percorsi protetti per gli spostamenti a piedi o in bicicletta, programmi di riduzione del traffico e dell’inquinamento in prossimità di scuole e luoghi di lavoro, buoni mobilità per i lavoratori che usano mezzi di trasporto sostenibili.

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I progetti finanziati in Emilia Romagna.
Sono 5 i progetti proposti da comuni dell’Emilia Romagna che hanno scalato la graduatoria a punteggio per accedere al finanziamento dedicato alla mobilità sostenibile: il cofinziamento ministeriale sosterrà i progetti “Bike To Work” di Modena (608 mila euro), il programma di mobilità ciclabile a Forlì e il progetto POLI-S di Ferrara con 1 milione di euro a testa, gli interventi per migliorare aria e sicurezza decisi dal comune di Ravenna (500 mila euro), il piano “Andare a scuola è un gioco da ragazzi” del comune di Spilamberto (Mo) con 422 mila euro.