Reggio Emilia, con l’introduzione della raccolta porta a porta e lo stop dei conferimenti extra provincia agli impianti di smaltimento, dal 2004 ad oggi ha visto raddoppiare i costi di smaltimento rifiuti che sono passati da 15 a 27 milioni di euro. Si tratta di un dato scioccante che a posteriori conferma i dubbi sollevati anni fa riguardo alla sostenibilità dei costi del nuovo sistema. Come sottolinea l’Assessore all’ambiente, Mirko Tutino: “Il modello attuale ci ha permesso di portare a recupero un terzo del materiale; ma ora non è più sostenibile”.
Si rende indispensabile, quindi, una rivoluzione del sistema di raccolta e smaltimento rifiuti e i consulenti dell’Atersir appartenenti alla ditta Oikos hanno già abbozzato un possibile nuovo modello che elimina i cassonetti stradali ad accesso libero e introduce una bolletta commisurata alla produzione di rifiuti indifferenziati, in base al principio che chi inquina maggiormente paga di più.
Come spiega Tutino: “Il sistema di raccolta in vigore ha ridotto del 30% i rifiuti avviati a smaltimento. Un chilo su tre che prima veniva smaltito adesso viene recuperato. Ora però questo modello non è più sostenibile. Molti cittadini, se in un quartiere c‘è il porta a porta e nell’altro non c‘è, possono portare il rifiuto dove c‘è ancora il cassonetto. Non è possibile quindi pensare ad una tariffa puntuale con questo modello.”
Continua l’Assessore all’ambiente: “Oggi abbiamo una bolletta comunale di 27 milioni di euro, che è il costo complessivo dei servizi di raccolta e di smaltimento. L’obiettivo è di sviluppare una raccolta di tipo porta a porta su tutta la città stando all’interno di questa cifra. Si può fare? Pensiamo di sì, agendo sulle economie di gestione di Iren e realizzando un maggiore recupero di materiali, a cui deve essere dato un valore economico visto che sono riutilizzabili.”
E’ necessario “realizzare un modello che sia intelligente – spiega Tutino – per questo andremo nei quartieri a costruire un sistema di porta a porta che sia in grado di tenere sostenibili i costi. Il porta a porta è costato di più di quanto non fosse la bolletta 2004 perchè allora avevamo un basso costo del rifiuto avviato a smaltimento: portavamo tutto in discarica. E le nostre discariche beneficiavano, dal punto di vista economico, del fatto che il rifiuto che veniva da Parma o da altre città alimentava economicamente il ciclo di gestione, riducendo i costi per i cittadini. Ma sono condizioni attualmente non più esistenti e ciò ha fatto aumentare il costo di smaltimento”.
Ai cittadini reggiani non resta che attendere i dettagli del nuovo modello, allenandosi nel frattempo a ridurre al massimo la produzione di rifiuto indifferenziato che oltre ad inquinare l’ambiente fa lievitare la bolletta.