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Edilizia

2,3 MILIONI DI FAMIGLIE ITALIANE NON POSSONO PERMETTERSI UNA CASA: Ecco le possibili soluzioni

Per aiutare i cittadini che a causa di difficoltà economiche non riescono a garantirsi un’abitazione è necessario un taglio dei costi di costruzione, gestione e burocrazia del 20-25%.

In Italia 2 milioni e 300mila famiglie vertono in una condizione economica tale per cui non sono in grado di garantirsi una qualunque abitazione. E’ la società di consulenza McKinsey, attraverso il suo istituto di ricerca MK Global Institute, a portare alla luce questi dati allarmanti, a dimostrazione del fatto che l’antica questione del diritto alla casa non è affatto superata.

La soluzione a questa situazione, che si ripercuote sul livello di istruzione e di salute del nostro Paese, ostacolandone la crescita complessiva, di certo non è da ricercare nei vecchi modelli di rivendicazione sociale degli anni ’70 e ’80 o nella vecchia edilizia popolare.

Attraverso questo studio globale e articolato Paese per Paese, l’istituto di ricerca ha calcolato il gap di accessibilità alla casa, ovvero l’aumento di stipendio necessario a un nucleo familiare medio per permettergli l’acquisto di un’abitazione, nel caso italiano una casa di 60 mq., senza dover impegnare più dell’ordinario 30% del reddito stesso. Lo studio non si è limitato a scattare una fotografia di questa situazione allarmante, ma ha elaborato alcune proposte per far fronte all’emergenza.

Nel nostro Paese è risultato che 2,3 milioni di famiglie economicamente in difficoltà, per comprarsi un’abitazione avrebbero bisogno di 9 miliardi di dollari in più, ovvero 7,1 miliardi di euro in più all’anno. La classifica italiana stilata in base a tale gap, vede al primo posto l’area metropolitana di Milano, con il gap registrato maggiore che ammonta a 4 miliardi di dollari; al secondo posto Roma, con 3 miliardi, e Firenze al terzo posto con un gap di 1 miliardo di euro; seguono poi Torino, 500 milioni; Napoli, 300 milioni e Venezia, 200 milioni.

Come sottolinea Stefano Napoletano, partner di McKinsey che ha curato lo studio riguardante il nostro Paese, “2 milioni e 300mila famiglie in condizioni di difficoltà abitativa non sono cosa da poco per un Paese come il nostro. E un gap pari allo 0,5% del Pil è considerevole”. Ma esistono 4 possibili strade da percorrere per ridurre il gap di accessibilità alla casa in Italia:
– Ridurre i tempi e i costi burocratici per ottenere i permessi, soprattutto per quanto riguarda gli interventi di ristrutturazione;
– Modernizzare il settore delle costruzioni, che al momento è uno dei più lenti nei guadagni di produttività; – Introdurre innovazioni sin dalla progettazione delle nuove costruzioni, ad esempio dal punto di vista del risparmio energetico, al fine di ridurre il costo della gestione dell’abitazione costruita;
– Abbassare i costi di finanziamento per l’acquisto della casa e renderli disponibili, mediante strumenti di debito specificatamente studiati, anche alle famiglie a basso reddito e con scarse garanzie da offrire.

Dai risultati dello studio, emerge che nel mondo ci sono 330 milioni di famiglie che nell’acquisto di una casa si trovano a fare i conti con difficoltà finanziarie, che secondo le stime, a causa degli intensi flussi migratori verso le metropoli dei Paesi emergenti, nel 2025 diventeranno 440 milioni, vale a dire un totale di circa 1,3 milioni di persone coinvolte. Il gap di accessibilità all’abitazione a livello mondiale ammonta a 650 miliardi di dollari all’anno, un valore che si avvicina all’1% del Prodotto lordo mondiale. Per far fronte a questa emergenza abitativa sarebbe necessario un investimento che si aggira dai 9.000 ai 11.000 miliardi di dollari da qui al 2025, che con i costi di acquisizione dei terreni da edificare arriverebbero a 16.000 miliardi di dollari.

La strada che McKinsey ritiene percorribile per cambiare questa drastica situazione, è quella della riduzione del 20-25% dei costi di costruzione, di gestione e di rendita dovuta alle molte restrizioni regolamentari, che stanno all’origine dei prezzi elevati nei centri delle città.

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