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DISSESTO IDROGEOLOGICO E CLASSIFICAZIONE SISMICA: ECCO TUTTE LE FUTURE NOVITÀ

Facciamo il punto sulle novità riguardanti il fondo per la progettazione di interventi contro il dissesto idrogeologico e sulle nuove linee guida per la classificazione sismica di edifici residenziali e non.

Dissesto Idrogeologico.
Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, ovvero quell’insieme di processi morfologici che hanno un’azione fortemente distruttiva in termini di degradazione del suolo e quindi anche nei confronti di manufatti ed immobili, è pronto, grazie al via libera decretato dalla Conferenza Stato-Regioni, e sarà presto attivo il “Fondo per la Progettazione degli Interventi contro il Dissesto Idrogeologico”. Il fondo è stato istituito dal Collegato Ambientale, di cui all’articolo 55 della Legge 221/2015, e si compone, per ora, di 100 milioni di euro, stanziati dal CIPE, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica. Per regolarne il funzionamento e stabilire i criteri di assegnazione percentuale dei fondi, il Governo ha messo a punto un decreto su misura, che sostanzialmente lega i vari finanziamenti alla tipologia di lavoro in progetto e al costo preventivo del determinato intervento.

A bloccare il Fondo nelle ultime settimane è stata la controversia circa la divisione dei 100 milioni di cui si compone il fondo, che per il Governo sarebbe dovuta essere: 20 % sarà destinato alle Regioni del Centro-Nord e l’80% a quelle del Sud. Divisione che, ovviamente, ha scatenato l’opposizione delle regioni settentrionali: il Governo ha però superato abilmente l’ostacolo impegnandosi a stanziare, in sede di Legge di Stabilità 2016, nuovi fondi destinati alle sole Regioni del Nord, in modo da riequilibrare la ripartizione e guadagnando così il nulla osta di tali Regioni all’attivazione del Fondo, che sarà presto pubblicato.

Progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico.

Il Fondo sarà destinato a coprire tutti i livelli della progettazione degli interventi di messa in sicurezza del territorio, sarà, dunque, finalizzato anche alla redazione del progetto esecutivo. L’importo del finanziamento sarà quantificato in base al tipo di intervento che si intende progettare e realizzare, nei quali rientrano, ad esempio, la difesa idraulica, la difesa costiera e la difesa dalle valanghe, ma sarà basato anche sul costo delle opere e sul livello della progettazione. La risorse, infine, saranno ripartite secondo delle graduatorie tra le Regioni, che potranno poi finanziare i progetti erogando i fondi in un’unica tranche o rateizzando il sussidio, anche valutando e basandosi sulle attività realmente svolte e certificate.

Un progetto, per essere considerato finanziabile, deve essere necessariamente corredato da:

  • Relazioni redatte durante lo studio preliminare del sito in questione;
  • Materiale fotografico sull’ubicazione e l’effettiva natura del dissesto;
  • Una stima il più precisa possibile dei lavori necessari alla messa in sicurezza e un quadro economico preliminare;
  • Un cronoprogramma della attività necessarie dal momento della progettazione a quello del collaudo.

La priorità nell’assegnazione dei fondi sarà data alla progettazione degli interventi già inseriti nel piano di stralcio delle aree metropolitane e agli interventi integrati di mitigazione del rischio idrogeologico e del recupero degli ecosistemi. Infine si precisa che non si potranno prevedere opere accessorie di entità superiore al 10% dell’importo complessivo dei lavori.

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Classificazione sismica degli edifici.

Altra novità che è ormai sviluppata e presto vedrà la luce è il documento riportante le linee guida per la classificazione sismica degli immobili residenziali e non: lo ha annunciato pochi giorni fa Umberto Del Basso De Caro, sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT). La stesura di queste linee guida è stata curata da Ingegneria Sismica Italiana (ISI), ed è stata pensata per fornire un quadro degli investimenti necessari per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio. Il sottosegretario ha poi aggiunto che il rischio sismico di una singola costruzione dipende sostanzialmente da tre fondamentali fattori, ovvero: la pericolosità del sito in questione, la vulnerabilità delle costruzioni che sorgono in quel determinato luogo e l’esposizione delle attività, dei beni e delle persone presenti nelle costruzioni. Le linee guida hanno l’obiettivo di arrivare ad una classificazione riferita al rischio sismico dipendente da tutti e tre questi fattori.

Le linee guida.

La novità fondamentale è l’introduzione di 6 classi, assegnando lettere dalla A, la migliore, ovvero un edifico a bassissimo rischio, alla F, la peggiore, quindi un immobile ad alto rischio sismico, che indicano, appunto, il rischio cui è sottoposto l’edificio e il modo in cui risponde ad un evento sismico.

Questo strumento consentirà quindi di misurare il miglioramento antisismico prodotto da un intervento di messa in sicurezza, non solo dal punto di vista strutturale, ma anche da quello economico. In base alle condizioni degli edifici, infatti, verranno misurati i costi necessari per riparare i danni causati da un evento sismico: in un edificio efficiente e sicuro i costi sono trascurabili, mentre crescono quando le strutture o i materiali non sono adeguati.

Il MIT potrà, inoltre, scegliere se usare queste linee guida come strumento di valutazione volontario e facoltativo, utile a condurre stime del patrimonio edilizio pubblico e privato, oppure legarle agli incentivi fiscali per la messa in sicurezza. Infatti ricordiamo che i lavori preventivi di adeguamento antisismico di immobili residenziali adibiti a prima casa e di immobili adibiti ad attività produttive presenti in zone sismiche ad alta pericolosità, usufruiscono di detrazioni fiscali del 65 %: di queste e altre detrazioni relative ad interventi edilizi abbiamo già parlato in questo articolo.

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