Da un’analisi condotta dal noto istituto di ricerca Censis riguardo le condizioni degli edifici scolastici del nostro Paese che ogni giorno ospitano i nostri figli, emergono dati allarmanti. Il 36% degli edifici scolastici presenti sul territorio italiano necessita di urgenti lavori di manutenzione straordinaria, mentre nel 57% degli istituti scolastici risulta prioritario garantire continuità agli interventi di manutenzione ordinaria. Anche se la stragrande maggioranza degli edifici scolastici necessita di alcuni interventi, fortunatamente solo nel 7% dei casi si rende necessaria la costruzione ex novo di un edificio più adeguato.
Se andiamo ad analizzare le tipologie di interventi necessari alla messa in sicurezza degli ambienti frequentati quotidianamente dai nostri figli, troviamo che sul totale degli edifici esaminati, che supera le 41.000 unità, 24.000 istituti scolastici presentano impianti non a norma o mal funzionanti, 9.000 hanno intonaci da rifare, oltre 7.000 presentano coperture e tetti da rinnovare completamente, inoltre in 2.000 scuole è stata rilevata la presenza di fibre di amianto con cui gli studenti possono venire a contatto.
Analizzando il parco edifici presenti sul territorio italiano è facile comprendere il perché di questa situazione: più del 15% degli edifici del nostro Paese sono stati costruiti prima del 1945, un altro 15% circa tra il 1945 e il 1960, ben il 44% tra il 1960 e 1980, mentre le costruzioni più recenti realizzate dopo gli anni ’80 ammontano solamente a un quarto di tutto il patrimonio immobiliare italiano, quindi la scuola ha a disposizione una gamma di edifici per lo più datati. Per quanto riguarda le più recenti normative sulla sicurezza degli edifici, il 50% delle scuole italiane non possiede alcun certificato di agibilità e il 60% degli edifici scolastici è stato costruito prima dell’emanazione delle nuove norme antisismiche, mentre se si analizza la situazione dal punto di vista del risparmio energetico, emerge che la quantità di energia consumata ogni anno dalla totalità degli edifici scolastici italiani ammonta a più di 1,3 miliardi di euro, cifre che rendono urgente una riqualificazione energetica di queste strutture.
Le richieste di intervento sugli edifici scolastici inviate dai Sindaci sono state analizzate dal Governo con l’intento di dare risposte personalizzate ad ogni situazione. Il 30 aprile scorso è scaduto il termine concesso dal Governo agli Enti locali per l’affidamento degli interventi del Piano per l’edilizia scolastica, per cui il Decreto del Fare ha previsto lo stanziamento di 150 milioni di euro. A oggi sono stati assegnati il 95,7% degli interventi totali che ammontano a 630 concessioni, in pratica gli Enti locali hanno affidato a ditte specializzate 603 opere. Le risorse disponibili per i 27 interventi non affidati verranno assegnate ad altre Amministrazioni locali che avevano avanzato richiesta con interventi valutati ammissibili al finanziamento e realizzabili nel concreto.
Per quanto riguarda i finanziamenti, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini lo scorso fine aprile ha illustrato la provenienza degli stanziamenti: “Per garantire che le risorse del Decreto del Fare già stanziate potessero arrivare agli enti locali beneficiari abbiamo agito con rapidità rendendo possibili ad oggi 692 interventi urgenti tramite 150 milioni di finanziamento. Tramite il decreto legge n. 66 del 24 aprile (il Decreto Irpef) abbiamo stanziato altri 300 milioni che riguardano interventi di edilizia immediatamente cantierabili e dunque sono disponibili complessivamente 450 milioni in via immediata”. “Sono stati stanziati 120 milioni per il 2014 e il 2015 per tenere fuori dal Patto di Stabilità gli interventi per l’edilizia scolastica, 300 milioni per finanziare 1800 interventi di edilizia già pronti a partire, 150 milioni per il 2014 e 300 per il 2015 sono le quote per il Piano triennale per il decoro e la funzionalità dell’edilizia”.
A lodare gli intenti programmatici del Governo è il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano, spiegando che “in Italia moltissime scuole sono vecchie, costruite prima dell’entrata in vigore delle norme antisismiche, molte altre ricadono in aree a rischio sismico e/o idrologico. Quello compiuto dal Governo Renzi deve essere solo il primo passo: stiamo andando finalmente nella direzione da anni indicata dai geologi”. Sempre secondo Graziano, un “Piano nazionale di edilizia scolastica è immediatamente necessario e contribuirebbe all’auspicata ripresa economica del Paese. Sono troppe le scuole che, in tutte le regioni d’Italia, necessitano di una urgente messa in sicurezza. E sono ben 27920 gli edifici scolastici che ricadono in aree ad elevato rischio sismico, di cui 4856 in Sicilia, 4608 in Campania, 3130 in Calabria, 2864 in Toscana, 2521 nel Lazio. Esprimiamo quindi soddisfazione per questo primo passo del Governo”.
L’assegnazione del contributo inaugurale, che ammonta a 36,8 milioni di euro, è già iniziata e i primi Comuni rientrati in graduatoria per accedere ai finanziamenti sono 27: Firenze, Bologna, Calcianaia (PI), Piazzola sul Brenta (PD), Sernaglia della Battaglia (TV), Osimo (AN), Isola di Capo Rizzuto (KT), Zeccone (PV), San Rocco al Porto (LO), Broni (PV), Capranica (VT), Grumolo delle Abbadesse (VI), Casal velino (SA), Farra di Soligo (TV), Giussago (PV), Folignano (AP), Savogna d’Isonzo (GO), Potenza Picena (MC), Monteprandone (AP), Verucchio (RN), Castel San Pietro Terme (BO), Bagni di Lucca (LU), Argenta (FE), Robbiate (LC), Reggio Emilia, Belforte del Chienti (MC). La graduatoria è stata elaborata in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande previa istruttoria tecnica del Ministero. Nelle scuole indicate dai Sindaci di questi Comuni verranno finanziati complessivamente 57 interventi, di cui 38 riguardanti scuole completamente nuove, generando complessivamente 186 milioni di investimenti che porteranno nuova linfa vitale al settore delle piccole e medie imprese a cui sono state assegnate le opere di riqualificazione.
Il piano di riqualificazione coinvolgerà anche le oltre 5000 scuole superiori presenti sul territorio nazionale. Come sottolinea il presidente dell’Upi (Unione delle province) Antonio Saitta: “Ciò significa che a partire dal mese di giugno i cantieri potranno partire, e anche i 2 milioni e mezzo di ragazzi che studiano nelle scuole gestite dalle Province potranno avere strutture più sicure e moderne”. Prosegue il presidente Upi, “ad oggi se il Governo sblocca il Patto di stabilità anche per le Province, è possibile far partire investimenti per interventi su 1.651 scuole. Per questo chiederemo a tutte le forze politiche presenti in Parlamento di sostenere un nostro emendamento al decreto legge sulla spending review, che assicuri anche alle scuole superiori quello che è già previsto per le scuole primarie: lo sblocco del patto per il 2014 di almeno 120 milioni di euro”.
Il totale degli interventi coinvolgeranno più di 21 mila edifici scolastici e 4 milioni di studenti. Le prime opere partiranno dal mese di luglio e consisteranno nell’abbellimento, nella messa in sicurezza o nella costruzione ex novo di 18.000 edifici scolastici per una spesa complessiva di circa 450 milioni di euro, mentre in altri 3.000 istituti verrà smantellato l’amianto e saranno abbattute le barriere architettoniche per un costo stimato che si aggira attorno a 400 milioni di euro.
Per quanto riguarda la dislocazione geografica degli interventi, a Torino troviamo il maggior numero di cantieri, con 15 nuovi edifici scolastici da costruire, mentre a seguire troviamo Varese, Bergamo, Udine e Treviso. Anche al centro e al sud sono in programma diversi interventi di edilizia scolastica e i Comuni in cui si concentreranno maggiormente i cantieri saranno Rieti, L’Aquila, Bari, Foggia e Napoli.
Secondo l’Anci, Associazione nazionale Comuni italiani, i segnali per l’edilizia scolastica nel nostro Paese sono incoraggianti, anche se sono necessarie ulteriori misure e risorse per poter far fronte alle richieste e alle situazioni più urgenti che coinvolgono gli edifici scolastici. Veronica Nicotra, segretario nazionale Anci, sottolinea “Stiamo lavorando in sinergia con i Ministeri dell’Istruzione e delle infrastrutture all’individuazione delle modalità di attuazione per la programmazione 2013-2015, attraverso la contrazione di mutui regionali con la Bei, la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa, la Cassa depositi e prestiti e altri istituti bancari, che svilupperanno ulteriori investimenti pari a circa 850 milioni di euro”. L’Anci collaborerà alla supervisione e al monitoraggio del Piano nazionale di edilizia scolastica che vedrà i primi interventi concreti già dalla prima settimana di luglio.
Ogni bambino o ragazzo Italiano ha diritto a ricevere un’istruzione in un luogo sicuro, quindi non solo è necessario attuare il piano di riqualificazione scolastica, ma risulta fondamentale anche la manutenzione ordinaria degli ambienti scolastici. Per garantire la sicurezza e l’adeguatezza delle nostre scuole è fondamentale ottenere maggiori risorse, sia dal punto di vista economico che strategico, da investire nell’edilizia scolastica puntando su due obiettivi fondamentali: lo sblocco delle risorse di piani precedenti e il completamento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica.
Le opere di riqualificazione e modernizzazione delle nostre scuole, non solo saranno in grado di garantire la sicurezza di molti istituti scolastici che rappresentano ambienti di vita fondamentali per la crescita dei nostri bambini, ma avrà un ruolo fondamentale anche nel rilancio dell’economia del Paese. Infatti l’affidamento delle opere alle piccole e medie imprese garantirà lavoro ad un settore, quello edile, che sta affrontando un difficile momento di mercato.