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Edilizia

RIQUALIFICAZIONE URBANA: LE PROPOSTE DELL’ANCE PER TRASFORMARE LE CITTÀ

L’Ance compie 70 anni e si prodiga nel redigere un piano, da 400 milioni di euro, per la riqualificazione urbana e del patrimonio già esistente: presto verrà sottoposto al giudizio del Governo.

Guarda avanti l’Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, che all’interno del convegno “Verso il futuro. Idee e strategie per governare il cambiamento”, svoltosi lo scorso 16 Giugno, ovvero nella giornata conclusiva delle celebrazioni per il settantennale dell’associazione stessa, propone e promuove un piano di riqualificazione delle città basato sul rendere convenienti le operazioni di demolizione e ricostruzione di edifici obsoleti e fatiscenti, estendendo e prorogando gli incentivi per l’efficienza energetica e detassando i capitali privati delle imprese che investono nello sviluppo delle città.

Ciò che è emerso dal convegno è la necessità di una nuova politica urbana della penisola con l’obiettivo di far recuperare competitività ai nostri territori e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il pacchetto presentato prevede, in primo luogo, una semplificazione delle norme urbanistiche sullo sviluppo delle città e tutta una serie di interventi fiscali, per un investimento complessivo che si aggirerebbe intorno ai 400 milioni di euro.

Una fiscalità di vantaggio è la base.

Per raggiungere l’obiettivo di una reale rigenerazione urbana, secondo i costruttori edili, per prima cosa è necessario incentivare fiscalmente la sostituzione edilizia, estendendo quindi il bonus IRPEF per la riqualificazione, ovvero quelle detrazioni sugli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici obsoleti ed inutilizzati, anche in presenza di aumenti volumetrici, affinché comportino un miglioramento dell’efficienza, in primis energetica, dell’edificio.

Un secondo intervento auspicato dall’Ance è quello della riduzione del carico fiscale, ovvero delle imposte di registro e ipocatastali fisse, per le operazioni di permuta di vecchi edifici in nuovi e nel trasferimento di immobili a imprese, che assicurino di impegnarsi nel realizzare o riqualificare edifici ad elevati standard energetici.

Ancora: l’associazione chiede una proroga per la detrazione IRPEF del 50% dell’IVA pagata sull’acquisto di abitazioni di classe B, A o superiore, al fine di incentivarne l’acquisto e di eliminare la disparità di trattamento fiscale tra immobili antichi e scarsamente performanti, a favore di quelli più nuovi ed efficienti. Rientrano nella lista delle detrazioni da prorogare, secondo l’Ance, anche gli Ecobonus e gli incentivi sulla riqualificazione e ristrutturazione, premiando inoltre gli interventi che consentano di ottenere i migliori risultati di risparmi energetico.

Infine, risulterebbe sicuramente utile, per sfruttare i capitali privati per la riqualificazione, detassare i dividendi di chi investe nel capitale di rischio di imprese impegnate in operazioni di rigenerazione delle città.

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Semplificazione delle procedure.

Obiettivo essenziale da raggiungere è quello, molto importante per l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, di semplificare le procedure per la sostituzione edilizia, superando e rivedendo le onerose disposizioni in tema di volumetrie, quindi altezza, distanza e densità edilizia, prevedendo, inoltre, una riduzione degli oneri da versare al Comune.

A tal fine, si consiglia di modificare le disposizioni in essere per consentire che le modifiche dei prospetti vengano classificate come “ristrutturazioni leggere” e rivalutare anche i costi di costruzione da versare obbligatoriamente al Comune e determinarli in proporzione al miglioramento dell’efficienza energetica che tali interventi portano, effettivamente, agli immobili. Inoltre, risulterebbe molto utile ripensare l’utilizzo degli immobili in linea con le nuove esigenze dei cittadini, rendendo più flessibile il cambio di destinazione d’uso di un immobile o eliminando quelle prescrizioni che, della realtà dei fatti, li rendono impossibili.

Per il rilancio delle città: fondi pubblici e più infrastrutture.

L’Ance prospetta in futuro una serie di interventi anche sul fronte delle infrastrutture: è necessario, secondo l’associazione, che le stazioni appaltanti si conformino con più efficienza al nuovo codice degli appalti e vengano velocizzate le procedure e i tempi che intercorrono tra la delibera di costruzione di un’opera e la conclusione del bando relativo con l’assegnazione all’impresa realizzatrice.

Per chiudere questa sorta di ricettario necessario per la riqualificazione delle città, si ragiona sull’approccio che si ha nei confronti dell’utilizzo dei fondi pubblici: la priorità deve essere il vero fabbisogno dei cittadini e non la disponibilità di finanziamenti, è necessario evitare logiche di distribuzione a pioggia delle risorse, ma realizzare interventi in grado di migliorare la qualità della vita e far crescere l’attrattività delle città.

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