L’appena pubblicato rapporto “Una nuova edilizia contro la crisi”, elaborato da Cresme e dalla Fondazione Symbola, ha lavorato sulle strette maglie del mercato immobiliare per vedere a fondo come sia cambiata l’edilizia negli anni posteriori alla crisi immobiliare, mettendo in risalto come ricostruire un mercato florido sia possibile, ma solo puntando su nuovi fattori.
Innovazione, risparmio, sicurezza e qualità sono le caratteristiche fondamentali che, secondo il rapporto, è necessario fondere e far convivere per dare il via al prossimo ciclo edilizio, che sarà all’insegna dell’ambiente costruito, facente leva, in particolare, sulla riqualificazione del patrimonio già esistente, un giro di affari che ha già dimostrato di poter mettere in movimenti capitali e risorse veramente consistenti.
In particolare è il settore delle ristrutturazioni quello ad aver reso al meglio, quello che ha dimostrato di poter fruttare di più: grazie a mirati interventi di ristrutturazione sul proprio immobile è possibile accrescerne notevolmente il valore e gli incentivi fiscali statali per il miglioramento del patrimonio edilizio esistente non fanno che rendere questo tipo di migliorie ancora più interessanti e vantaggiose.
La “nuova” edilizia.
Dal 2008, mette in evidenza il rapporto appena citato, il settore edilizio ha perso circa 600mila posti di lavoro, per non parlare del calo a picco del giro economico subito dal mercato immobiliare. Dati sicuramente allarmanti, ma il peggio sembra passato: negli ultimi anni, infatti, e in particolare in quello appena trascorso, pare essersi registrata una lieve ripresa, trainata proprio dal settore delle ristrutturazioni.
Il mercato si è completamente riconfigurato, portando alla luce nuovi bisogni e nuove necessità, alle quali proprio gli interventi di ristrutturazione possono rispondere: la nuova fase che si sta aprendo potrebbe proprio essere definita, a detta dello studio, “il primo ciclo dell’ambiente costruito”. La riqualificazione edilizia dell’esistente ha assorbito, nel 2016, circa il 79% della produzione annua, oltrepassando di fatto la dimensione unicamente edilizia. Ad accrescere l’importanza di questo particolare settore hanno contribuito, e continueranno a farlo, nuove tendenze, come l’attenzione al consumo di suolo e stili di vita improntati alla sostenibilità, all’efficienza energetica e alla riduzione dei consumi. L’indagine mostra anche che nelle provincie in cui la percentuale di abitazioni riqualificate è più alta, il mercato è più intenso e registra il maggior numero di compravendite.
Quanto vale ristrutturare casa.
Gli interventi di riqualificazione si ripercuotono sostenzialmente sul valore della casa: analizzando le offerte immobiliari sull’intero territorio nazionale, infatti, il Cresme ha potuto constatare e palesare con dati reali come, in media, le abitazioni immesse sul mercato che hanno subito interventi di riqualificazione e ristrutturazione abbiano un valore superiore alle altre di circa il 29%. Le stesse abitazioni ristrutturate, inoltre, hanno un prezzo medio superiore anche al prezzo medio delle abitazioni nuove, vediamo i dati:
- Un’abitazione ristrutturata in Italia viene posta sul mercato mediamente al valore di circa 300.000 euro;
- Un’abitazione non ristrutturata è messa sul mercato al valore di circa 233.000 euro;
- Un’abitazione nuova al prezzo di circa 280.000.
Solo per fare un esempio, è stato calcolato che, a fronte di un intervento medio di 14.500 euro, l’abitazione ristrutturata in esame aumenta il suo valore di circa 65.700 euro, già questo basterà, probabilmente, per farvi fare più di un pensiero sugl interventi di ristrutturazione.

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Gli incentivi fiscali statali.
Negli ultimi 10 anni, dal 2007 al 2016, secondo quanto riportato nello studio preso in esame, i lavori di manutenzione straordinaria del patrimonio edilizio residenziale già esistente incentivati fiscalmente, sono stati pari a 190 miliardi di euro. Nel solo 2016 i lavori incentivati sono stati 28,2 miliardi, con un incremento del 12,3% rispetto all’anno precedente, rappresentando circa il 57% dei lavori di manutenzione straordinaria residenziale svolti in Italia.
Il rapporto conclude mettendo ben in chiaro che nei prossimi tempi è necessario migliorare il livello di conoscenza degli incentivi da parte dei contribuenti, lavorando ed investendo sull’informazione: Ipsos, per conto di Symbola, ha rilevato che l’Ecobonus è conosciuto dal 76% degli italiani, ma che solo il 15% può affermare di averlo utilizzato con successo; il Sismabonus, invece, è conosciuto solo da un italiano su due, in particolare dal 54% degli intervistati. A tal proposito vi consigliamo di rimanere sempre informati seguendoci anche sul nostro canale Youtube e sulla nostra pagina Facebook.
“La crisi – scrivono Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera e Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, nella premessa del rapporto – ha posto all’ordine del giorno nuovi bisogni cui far fronte con risposte nuove. Per accettare le sfide che il presente e il futuro ci pongono, l’Italia deve fare quello che meglio di ogni altro Paese sa fare, l’Italia deve fare l’Italia e tenendo insieme bellezza e tecnologia, innovazione e tradizioni, coesione sociale e competitività potrà dare a queste domande risposte adeguate. L’edilizia di cui parliamo in questo report può essere una di quelle risposte”.