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Edilizia

Zone sismiche e rischio sismico: cosa sono e a cosa servono

Anche nel 2019 è stato confermato il Sismabonus, l’agevolazione dedicata alla messa in sicurezza degli immobili residenziali. Per poter comprendere appieno l’utilità e i limiti della detrazione, ma anche il rischio che si corre quotidianamente, bisogna chiarire cosa si intenda per zone sismiche e rischio sismico.

Rischio sismico
Cos’è la classificazione sismica?

Una delle principali novità introdotte negli ultimi anni è la detrazione fiscale detta “Sismabonus”. Molti, però, non sanno che per valutare con precisione l’utilità e l’efficacia dei particolari interventi di messa in sicurezza e per quantificare quale possa essere la detrazione applicabile alla spesa effettuata, esistono diversi parametri e diverse classificazioni da consultare. È, dunque, necessario precisare cosa sia e a cosa serva la classificazione sismica dell’Italia. Si tratta della suddivisione del territorio nazionale in quattro zone, dette appunto “zone sismiche”, in base al grado di pericolosità e di rischio sismico.

La classificazione sismica fu redatta per la prima volta nel 1996; venne poi aggiornata nel 2003 a seguito di successivi eventi catastrofici, e così avviene a seguito di ogni grande sisma. L’esperienza diretta infatti, purtroppo, è una delle principali deterrenti per la definizione delle diverse aree di rischio, che oggi sono più che mai dettagliate e ben definite.

Attualmente le zone sismiche, come detto, sono quattro. Comprendono tutto il territorio nazionale, anche quelle aree che inizialmente erano escluse dal rischio di terremoti dannosi:

  • S1: è la più pericolosa, qui possono verificarsi fortissimi terremoti;
  • S2: area in cui possono verificarsi forti terremoti;
  • S3: qui possono verificarsi forti terremoti, ma raramente;
  • S4: è la meno pericolosa, poiché, dalla lettura dei dati storici, si può ragionevolmente affermare che i terremoti in queste aree sono rari.

A questo link è possibile verificare, comune per comune, in quale zona sismica è edificato ogni immobile di proprietà.

Classi di rischio sismico degli edifici.

Dal 2017, nella Legge di Bilancio, in seguito agli eventi sismici che hanno caratterizzato il secondo semestre 2016, il Governo ha introdotto la detrazione fiscale denominata “Sismabonus”. Dopo poco tempo, l’Agenzia delle Entrate, ha pubblicato una breve guida dove viene spiegato con precisione: cosa prevede l’agevolazione fiscale; chi può usufruirne; come e fino a quando accedere alle detrazioni per le spese di ristrutturazione e adeguamento sismico.

Premessa fondamentale però, oltre alla classificazione sismica di cui abbiamo parlato poc’anzi, è quella di spiegare cosa siano le classi di

rischio sismico

degli edifici. Ovvero, un’ulteriore suddivisione introdotta nelle linee guida approvate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Si tratta di otto classi di rischio sismico riferite alle condizioni degli immobili e anch’esse necessarie per la definizione del Sismabonus. Quest’ultima classificazione va dalla classe A+, quella di minor rischio, a quella G, ovvero quella che presenta un maggior rischio sismico analogamente alle classi energetiche.

Rischio sismico

Scopriamo cosa si intenda per zone sismiche e rischio sismico.

Misure antisismiche: il compito dei professionisti.

In base al Decreto Ministeriale del 28 febbraio 2017 (modificato dal DM 65/2017) sono state anche stabilite le linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni. In questo documento sono contenuto anche le modalità per l’attestazione, da parte di professionisti abilitati, dell’efficacia degli interventi effettuati.

In particolare, il progettista dell’intervento strutturale deve asseverare la classe di rischio dell’edificio prima dei lavori e quella conseguibile dopo l’esecuzione dell’intervento progettato. Il direttore dei lavori e il collaudatore statico, dopo l’ultimazione dei lavori e del collaudo, devono attestare la conformità degli interventi eseguiti al progetto depositato.

A questo punto non resta che far valutare, in base alla classificazione sismica in cui ricade il proprio edificio, se è necessario, consigliabile o solamente possibile, un intervento di adeguamento sismico per la messa in sicurezza del proprio immobile.

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