Chi ha in mente di rifare la zona cottura o comunque la cucina, di solito pensa come prima cosa all’estetica; per questo molti si recano in un negozio Pari Cucine e scelgono le basi, i pensili, i top e i vari elettrodomestici. Nulla di sbagliato, ma molto importante è anche vigilare sull’adeguamento degli impianti e sulla scelta ponderata degli elettrodomestici, allo scopo di avere una cucina a norma e, ovviamente, sicura.
Cucina a norma, le cose da sapere assolutamente.
Chiaramente, quando si deve comprare una cucina, si dovrà tenere conto di vari fattori, come la posizione degli impianti, l’aerazione naturale, l’aspirazione dei fumi e tutti gli aspetti legati alla sicurezza; questo anche se siamo concordi che è l’estetica il vero ago della bilancia per la scelta definitiva di un modello piuttosto che un altro. Solo dopo aver definito un progetto e accertato le posizioni di cottura e lavaggio, si possono scegliere i materiali e le finiture dei mobili, fattori che incideranno anche sui costi finali.
Quando si parla di
cucina a norma
, oltre alla presenza di aerazione naturale, di corretti rapporti aero-illuminanti e di superficie minima richiesta dalla legge, si deve pensare ovviamente alla sicurezza degli elettrodomestici e alle loro specifiche caratteristiche. Per quanto riguarda la superficie, ad esempio, il minimo varia a seconda della tipologia: 5 mq per una cucina separata, mentre 17 mq se si tratta di open space o all’americana.
Elettrodomestici: marchi di sicurezza.
Gli elettrodomestici, invece, devono avere i marchi obbligatori, come il CE, ma possono averne di aggiuntivi, come quello di IMQ. Il marchio CE, in particolare, riguarda gli apparecchi elettrici e tutti i prodotti disciplinati dalle direttive comunitarie UE. Si basa su un’auto-dichiarazione di conformità resa dal fabbricante al fine di certificare i requisiti di sicurezza fissati per legge. Ogni apparecchio con marcatura CE, infatti, è dotato di fascicolo tecnico ed il manuale di installazione, uso e manutenzione. I negozi Pari Cucine, ad esempio, sono rivenditori ufficiali dei maggiori marchi di elettrodomestici per la casa, tutti ovviamente marchiati CE.
Oltre a questo marchio obbligatorio, comunque, ci sono dei cosiddetti marchi volontari che variano per qualità, commerciali e/o ambientali. Non tutti sono richiesti, però sono utili per il consumatore finale per trasmettergli la garanzia che il prodotto abbia superato dei controlli specifici da parte di un ente certificatore di terze parti e che risponda a ulteriori requisiti di sicurezza. In Italia è IMQ il più diffuso, il quale è rilasciato dall’Istituto Italiano del Marchio di Qualità; ma anche NF, acronimo di marchio di qualità francese, e VDE, il marchio di qualità tedesco.
Tutti riguardano la branca elettrica, mentre per quanto riguarda il settore ambientale, ISO14001 attesta che l’azienda rispetta tutte le leggi ambientali, sul rumore, sulle emissioni tossiche e di polveri, sullo smaltimento rifiuti, riduzione dei consumi energetici e che la stessa si impegna in progetti ambientali. Se viene riportato Ecolabel, significa che il prodotto ha un ridotto impatto ambientale; l’FSC, invece, garantisce l’uso di legno da foreste gestite in modo responsabile.

Cucina a norma, la sicurezza al primo posto
Cucina a norma: piano cottura a gas o induzione?
Piano cottura a gas.
Da quando il gas è diventato la principale fonte per cucinare, sono sorte delle norme base di sicurezza da rispettare obbligatoriamente. La norma UNI 7129-2015 impone l’obbligo della termocoppa; stabilisce inoltre che il piano cottura a gas debba essere obbligatoriamente installato in un locale dotato di aperture permanenti di ventilazione verso l’esterno o di condotti di ventilazione, al fine di garantire un flusso d’aria adeguato.
L’espulsione dei fumi di combustione deve avvenire per mezzo di una cappa collegata a un camino, a una canna fumaria o scaricare direttamente all’esterno. Il tubo di collegamento alla conduttura del gas per i modelli a incasso deve essere in metallo flessibile di lunghezza non superiore ai 2 metri; oppure rigido, in rame, con guarnizione in elastomero. Nelle cucine a libera installazione, il tubo può essere in gomma, deve riportare la dicitura a norma UNI 7140, essere lungo al massimo 1,5 m e deve essere sostituito ogni 5 anni.
Altra materia importante per la sicurezza di un piano cottura a gas è quella delle tubazioni. Esse non devono essere in contatto con quelle dell’acqua: qualora siano troppo vicine, devono essere protette da guaina impermeabile polimerica. In alternativa, si devono utilizzare dei tubi in rame o in acciaio rivestito. È importante che il tubo non passi dietro il forno sottostante, né entrare in contatto con le pareti laterali. Nel caso di nuova installazione del piano cottura a gas sull’isola, è conveniente far predisporre la valvola di intercettazione sulla parete più vicina. In modo da poter scegliere, in futuro, di modificare la posizione del piano spostandolo sulle basi in linea addossate alla parete.

Cucina a norma, la sicurezza al primo posto
Piano a induzione.
Oltre alla possibilità del gas, l’alternativa più gettonata è quella dell’induzione. Come per il gas, l’allacciamento deve essere effettuato esclusivamente da un tecnico qualificato e in base allo schema fornito dal produttore. Il quale dovrà anche indicare la tensione consentita per lo specifico apparecchio e il relativo valore. Lo stesso vale per il montaggio, perché una posa errata potrebbe danneggiare il piano. Un elettricista, dunque, dovrà provvedere a realizzare una linea di alimentazione dedicata, da dimensionare in base alla potenza nominale del piano.
La derivazione dovrà essere isolata e protetta contro la sovratensione grazie a un interruttore magnetotermico di protezione, che deve essere a vista e facilmente accessibile, in modo da poterlo staccare al bisogno. È inoltre vietato dalla legge per motivi di sicurezza, coprire i fornelli a induzione, le cui piastre devono essere sempre asciutte, proprio come il fondo delle pentole.
L’induzione è la scelta più gettonata per le persone anziane, a patto che non sia portatore di un apparecchio medico attivo (pacemaker o defibrillatore), perché potrebbero interferire con essi a livello magnetico. I fornelli a induzione sono anche dotati di dispositivo di disinserimento, nel caso in cui una zona risulti in funzione da tempo prolungato; mentre i piani cottura a gas di ultima generazione hanno un dispositivo che blocca la fuoriuscita di gas se inavvertitamente, mentre si pulisce, si gira una manopola rischiando di far partire il flusso.

Cucina a norma, la sicurezza al primo posto
Cucina a norma e risparmio energetico.
Tralasciando il materiale dei pensili e delle basi, che può variare in base ai gusti, sono molte le finiture tra cui si può scegliere la propria cucina. Si può optare per una cucina laccata o in laminato, bianca, in tanta o in essenza, chiara o scura, di tendenza o classica… Tuttavia, è obbligatorio che il consumatore si tuteli per quanto riguarda il risparmio energetico. L’etichetta energetica, ad esempio, è obbligatoria per le cappe aspiranti domestiche in tutti i Paesi UE e deve riportare la classe energetica.
Si parte dalla massima, la A, alla minima, la G. Oltre a questo dato, deve essere leggibile l’indicazione del consumo annuo di energia, stimato per l’utilizzo standard in kWh/anno. Nella parte inferiore devono essere indicati 4 parametri: qualità e capacità di aspirazione; efficienza di illuminazione del piano cottura; efficienza di filtraggio grassi; rumorosità, ovvero il massimo livello di rumore generato nell’utilizzo, normale espresso in db.
Le piastre ad induzione purtroppo non hanno l’obbligo di etichetta energetica, mentre i piani a gas, a induzione, i forni e le cappe devono rispettare il Regolamento UE per la progettazione ecocompatibile. Hanno, inoltre, l’obbligo di indicare la potenza massima assorbita e i limiti minimi di efficienza energetica, per quelli a gas. Per questi ultimi, la scheda di prodotto riporta anche il valore dell’efficienza energetica EE dei singoli bruciatori e quella del piano calcolato per kg.