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Mercato Immobiliare

2015 DA RECORD PER GLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI NON RESIDENZIALI

Chi sostiene che il settore immobiliare non è interessante per gli investitori internazionali sbaglia di grosso! Il primo trimestre 2015 ha visto un’impennata del 54% degli investimenti immobiliari nel settore terziario.

A sostenere che il real estate risulta ancora troppo caro o non abbastanza sicuro per attirare i grandi capitali internazionali sono soprattutto i gestori di strumenti di investimento puramente finanziari, che naturalmente cercano di fare il loro interesse.

Secondo dati internazionali emersi dal report di Real Capital Analytics dello scorso 6 maggio, il primo trimestre 2015 ha visto un vero e proprio boom degli investimenti in proprietà immobiliari terziarie, con un’impennata del 54% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le compravendite di uffici, centri commerciali, logistica e altri immobili del comparto terziario, con volumi di investimento pari al 64,3 miliardi di euro, non vedevano un inizio d’anno così positivo dal 2007.

Come spiega Real Capital “I rendimenti appetibili, anche comparati ad altre categorie di investimento, e i segnali di un miglioramento delle aspettative economiche hanno drenato maggiori flussi di capitali verso i mercati immobiliari europei nel periodo gennaio-marzo”. Gli investimenti cross border, ovvero quelle transazioni che implicano l’acquisto e la vendita di strumenti finanziari negoziati in mercati non domestici oppure la partecipazione di controparti residenti in Paesi diversi, ammontano a 35,7 miliardi di euro, superando per la prima volta in 8 anni il 50% del totale degli investimenti. L’aumento a cui stiamo assistendo negli ultimi anni, è dovuto a differenti fattori tra i quali il progresso tecnologico e l’aumento della dimensione dei mercati finanziari dovuto, da un lato, alla liberalizzazione dei movimenti internazionali dei capitali e, dall’altro, alla deregolamentazione che ha portato ad un ampliamento della gamma di prodotti e servizi finanziari offerti. I capitali non provenienti dall’Europa hanno superato il 30%, con 116 nuovi investitori.

Tom Leahy, direttore Emea Rca, spiega: “I mercati immobiliari europei diventano sempre più forti mano a mano che gli investitori, in particolar modo extra-europei, si rendono conto che offrono rendimenti più attraenti rispetto ad altre asset class. I rendimenti attuali superano i 600 basis point gli yields dei titoli governativi a dieci anni. In particolare, l’attenzione si volge sempre più ai Paesi periferici, come l’Italia e il Portogallo”. Proprio il nostro Paese ha visto un balzo a 3,75 miliardi di euro, soprattutto grazie alla grande acquisizione di Porta Nuova a Milano da parte del Qatar, con un investimento 1,2 miliardi di euro. In base al report “I primi tre mesi dell’anno sono stati i più forti almeno dal 2007, ma anche il Portogallo ha avuto un exploit di ben 14 volte”. In generale, tutti i Paesi periferici dell’Europa hanno visto un record di richieste da parte dell’estero. In Spagna, gli investimenti sono più che raddoppiati nei primi tre mesi dell’anno, raggiungendo 2,3 miliardi di euro, con il 72% dei quali concentrati su Madrid; mentre l’Irlanda ha visto un aumento del 16%, con 1,06 miliardi di euro.
A registrare un calo nelle transazioni di investimento è la Russia, con un -13% a quota 725 milioni, a causa soprattutto della complicata situazione del Paese.

E’ doveroso considerare tra gli asset terziari anche i grandi investimenti residenziali in espansione con un +187% a quota 11,1 miliardi di euro di investimento nel primo trimestre 2015. A dare spinta al settore è soprattutto il comparto delle residenze per studenti, con tre grandi operazioni nel Regno Unito. In grande espansione anche il settore dell’hotellerie, che ha visto una crescita del 93% a quota 6 miliardi, con 261 compravendite nei primi tre mesi dell’anno.

Anche se non sono stati recuperati i prezzi record del periodo del boom del credito al settore, in termini di transazioni, l’Europa ha superato il 2007. Gli investitori sembrano considerare ormai superati i rischi passati, grazie allo scenario che vede bassi tassi d’interesse e bassa inflazione. I rendimenti e le operazioni in fase di trattativa fanno ben sperare che lo sprint continuerà per tutto il 2015.

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