La cosiddetta bolla immobiliare scoppiata negli anni scorsi, ha sicuramente messo in ginocchio il mercato, che però è ora in costante ripresa. Come si potrà evincere anche dall’ultimo rapporto dell’OMI, sul primo trimestre 2019. Il numero di compravendite di immobili adibiti ad abitazione privata è oggi in grande crescita; così come il numero di mutui concessi dai vari istituti bancari. Ma allargando la visione sulle spese da sostenere per l’acquisto di casa, oltre, ovviamente, al prezzo di acquisto da estinguere, quali sono le spese aggiuntive che è necessario sostenere per diventare proprietari di un immobile residenziale?
Vediamo insieme le principali
spese aggiuntive
con cui fare i conti e le eventuali agevolazioni di cui è possibile disporre.
L’accensione di un mutuo.
Quando si intende richiedere un finanziamento per l’acquisto di una casa bisognerà, in primo luogo, pagare degli interessi alla banca di riferimento. Molti istituti agevolano l’acquisto della prima casa con tassi inferiori rispetto a quelli per le seconde case; in entrambi i casi, comunque, finanziano il richiedente, in media, al massimo per l’80% del valore dell’immobile.
Oltre al tasso applicato, inoltre, vi sono spese aggiuntive obbligatorie da tenere in considerazione. La polizza assicurativa contro incendi e scoppi, la polizza vita, la perizia bancaria e gli interessi di pre-ammortamento tecnico. Con il termine istruttoria, in particolare, si intendono tutta una serie di atti che la banca compie e che sono necessari a stabilire se il finanziamento può essere o meno concesso. Il costo di questo processo varia, in genere, tra i 180 e i 300 euro.
L’assicurazione incendio e scoppio è richiesta obbligatoriamente e il suo costo totale dipende dal valore dell’immobile e dalla durata del mutuo. L’importo, in genere, potrà essere rateizzato o pagato in un’unica tranche. In alcuni casi la banca richiede anche un’assicurazione sulla vita in base all’età e al sesso del richiedente, il cui costo dipenderà anche dalla durata della polizza.
Gli interessi di pre-ammortamento tecnico sono i più insidiosi, poiché meno conosciuti e potenzialmente molto onerosi. Consistono negli interessi da corrispondere alla banca per il periodo che va dal rogito all’avvio del piano di ammortamento. Molte banche permettono di minimizzare o azzerare questo costo, che spesso rimane quasi sottinteso.
L’imposta sostitutiva, infine, è pari allo 0,25% del capitale erogato. Se il richiedente, però, si avvale di una finanziaria, si è tenuti al versamento dell’imposta ipotecaria per un valore di circa il 2% dell’importo di iscrizione ipotecaria. Questo ovviamente oltre all’imposta di registro, che equivale allo 0,50% di quest’ultima.
L’agenzia immobiliare.
Se per l’acquisto di casa ci si è appoggiati ad un intermediario, in genere un’agenzia immobiliare, il costo della parcella può oscillare tra il 2% e il 4% del valore dell’immobile. È sempre importante leggere con cura le condizioni contrattuali prima di affidarsi ad un’agenzia; e, allo stesso modo, controllare con attenzione la proposta di acquisto fatta dall’intermediario prima di firmarla e riconsegnarla.

Nell’acquisto di una casa, quali sono le spese aggiuntive da considerare?
Spese aggiuntive professionali.
Sotto la dicitura “spese professionali” annoveriamo i costi dovuti per le prestazioni di diversi professionisti, quali:
- Il perito. Ha il compito di accertare il valore dell’immobile ed evidenziare abusi o anomalie; il costo per questa consulenza si aggira tra i 100 e 300 euro, ma si può arrivare fino a 500 euro per immobili che presentano particolari situazioni o di lusso;
- Il notaio. Al momento del rogito, che richiede l’intervento di un notaio, si dovrà corrispondere a quest’ultimo un onorario che oscilla, in media, tra il 2 e il 4% del valore di acquisto. Se si è richiesto un mutuo, le spese aggiuntive per il notaio variano in base al tipo di atto, all’importo dell’ipoteca e all’ente erogatore. La parcella, comunque, si attesta sempre tra il 2-2,5% del valore del mutuo.
Le imposte al rogito.
In casi di acquisto di immobile non di lusso e il venditore è un privato, allora sono previste agevolazioni particolari, se parliamo di abitazione adibita a prima casa. L’imposta di registro è del 2%, ma con un minimo di 1.000 euro, mentre le tasse ipotecarie e catastali sono pari a 50 euro l’una. Se il venditore è un’impresa i cui lavori sull’immobile sono conclusi da almeno 5 anni, si dovrà pagare l’IVA al posto dell’imposta di registro. Per la prima casa vi è l’agevolazione dell’imposta al 4%, mentre le imposte catastali e ipotecarie sono pari a 200 euro l’una.
Tasse dopo l’acquisto.
Dal 1° Gennaio 2016 sono state azzerate le tassi IMU e TASI per la prima casa, se l’abitazione non è di lusso, ovvero fa parte di una categoria catastale tra A2 e A7.
In conclusione.
In sintesi, nel budget previsto per l’acquisto della vostra prima casa, andranno considerate, oltre al prezzo di acquisto e al costo degli interessi sul mutuo, una serie di spese aggiuntive che sommate arrivano, in media, all’8-10% del valore di mercato dell’abitazione. Per comprare casa in tranquillità leggete con attenzione sempre ogni atto che vi apprestate a firmare e chiedete preventivi prima di affidarvi ad ogni professionista di settore. Ricordate infine che le spese aggiuntive per l’APE, l’Attestato di Prestazione Energetica, e il Certificato di Abitabilità, sono a carico del venditore.