Il contratto di locazione a canone concordato e una soluzione vantaggiosa sia per i proprietari di immobili residenziali, che per gli inquilini che cercano casa in affitto: ecco tutto ciò che occorre sapere su questo tipo di contratto a canone calmierato.
Cari amici di Mycase.it oggi vi parliamo di una tipologia di contratto di locazione che negli ultimi tempi sta avendo molto successi in Italia, al punto che, in alcune grandi realtà urbane, ha addirittura superato l’utilizzo del contratto a canone libero. Stiamo parlando del contratto d’affitto a canone concordato, una soluzione che porta notevoli vantaggi sia per i proprietari, che per i futuri inquilini.
Canone concordato.
Il contratto a
canone concordato
, si differenzia dagli altri per il fatto che il dovuto mensile per la locazione è calmierato, ovvero prestabilito. Mi spiego meglio: le associazioni rappresentanti proprietari e inquilini, si sono accordate per definire, per ogni tipologia di immobile, dei range di prezzo, inferiori a quelli di mercato, entro i cui limiti si deve fissare il canone mensile. Di conseguenza, l’inquilino che opta per questa soluzione, pagherà per la locazione dell’immobile meno rispetto al suo reale valore di mercato dell’immobile.
Quando può durare?
La durata del contratto è fissata per legge e pensata per le diverse situazioni, in ogni caso, però, è inferiore rispetto al classico 4+4, in particolare:
Il canone concordato ha generalmente durata di 3 anni al termine dei quali vi sarà un tacito rinnovo per altri 2, ovvero il 3+2;
Ma può durare da 1 a 18 mesi per le locazioni transitorie;
E fino a 3 anni, salvo diverse disposizioni degli accordi territoriali comunali, per i contratti transitori per studenti universitari.
Vantaggi per i proprietari.
Ma allora perché un proprietario dovrebbe scegliere il canone concordato? Perché potrà usufruire di importanti vantaggi dal punto di vista fiscale, scopriamo quali:
Per questo tipo di contratti vi è al possibilità di scegliere l’opzione della cedolare secca, grazie alla quale la tassazione sul reddito è ridotta dal 21% al 10%;
Se, invece, si sceglie di non usufruire della cedolare secca, l’imponibile Irpef è ridotto al 66,5%, anziché l’85% ordinario;
L’imposta di registro, che di norma inquilino e proprietario pagano metà per uno, è abbassata all’1,4% annuo sul valore del canone, anziché del 2%;
Per sostenere la scelta di questo tipo di contratto, alcuni comuni hanno stabilito aliquote più basse per l’IMU o maggiori detrazioni.
Vantaggi per gli inquilini.
Gli inquilini, oltre ad avere il vantaggio di pagare un affitto inferiore rispetto alle normali logiche del mercato, avranno diritto, in caso di reddito basso, ad ulteriori agevolazioni:
I nuclei familiari che hanno un reddito complessivo annuo inferiore a 15.493,71 euro, avranno diritto a detrarre sulla dichiarazione dei redditi 495,80 euro;
Chi invece ha reddito inferiore a 30.987,41 euro, potrà scaricare 247,90 euro.
Per la stipula del contratto a canone concordato, si dovrà, pena la non validità, fare riferimento ai modelli predisposti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, disponibili gratuitamente su internet.