Acquistare un’immobile residenziale all’asta, è un opportunità e una soluzione per certi versi decisamente vantaggiosa. Gli italiani sembrano averlo capito, tant’è che le ricerche aste immobiliari sono raddoppiate negli ultimi cinque anni. Le abitazioni disponibili sul mercato con questa modalità d’acquisto, inoltre, ricevono in media il triplo delle visite rispetto a quelle sul mercato, diciamo, “tradizionale”. Le vendite, però, non decollano: in sostanza, la moltitudine di visite, non si traduce poi in transazioni.
Tramite un’indagine condotta da immobiliare.it, si è cercato di entrare nel merito di questa situazione. I privati cittadini intervistati che, in un modo o nell’altro, si sono approcciati al mondo delle
aste immobiliari
, sono stati circa 2.000. Le conclusioni tratte, sono molto interessanti e spiegano bene “cosa passa per la testa” degli italiani.
Il mondo delle aste immobiliari.
Da un rapido studio degli annunci online di case all’asta, emerge un dato che da solo dovrebbe dire molto. Nelle aste immobiliari, infatti, sono offerte abitazioni ad un prezzo più basso rispetto alla media del mercato di oltre il 30%. Le visite, l’abbiamo già accennato, sono circa il triplo rispetto alla media normale. I tempi di permanenza online di annuncio, inoltre, rimane ben visibile circa quattro volte il tempo di un annuncio classico. Nonostante ciò, però, agli inserzionisti pervengono circa la metà delle richieste/offerte, rispetto ad un annuncio tradizionale.
Com’è possibile che tutti questi fattori non siano sufficienti a far decollare il mercato delle aste immobiliari?
I problemi fondamentali sono due: la percezione che ha il cittadino medio delle aste e la burocrazia italiana. Dal sondaggio appena citato, infatti, emerge che:
- Circa il 35% degli italiani percepisce questo segmento difficilmente accessibile ai privati. Viene invece pensato come un segmento del mercato a totale appannaggio degli operatori professionali;
- Un ulteriore 31% degli intervistati, si dichiara preoccupato circa le tempistiche di sgombro dell’immobile. E pensare che una recente modifica alla normativa ha abbassato il limite massimo di tempo a 6 mesi;
- Il 17% si dichiara spaventato dalla lunga e complessa burocrazia italiana;
- Mentre circa il 14% percepisce il procedimento difficile da affrontare e pieno di asperità.

Perché gli italiani non acquistano casa tramite aste immobiliari.
Il commento.
Carlo Giordano, amministratore delegato di immmobiliare.it, ha così commentato i risultati dell’indagine: “Nel processo di avvicinamento degli utenti al mercato delle aste immobiliari il web ha dato un grosso contributo. Di certo il prezzo più basso della media è un’attrattiva importante che fa sì che gli annunci di aste vengano quasi sempre inclusi in una prima selezione da parte degli utenti. Ciò nonostante le inserzioni di questa tipologia, mediamente, seguono ancora uno schema più vicino agli adempimenti burocratici che alle logiche commerciali, che richiederebbero immagini di qualità e descrizioni esaustive. Questo, unito alla percezione difficoltosa della trattativa, fa sì che poi l’interesse non si traduca in un’azione di contatto verso l’inserzionista”.
La situazione nelle grandi città.
A livello nazionale, l’acquisto di un’abitazione tramite aste immobiliari permette di tagliare, in media, circa il 31% del prezzo. Nelle grandi metropoli italiane, però, questa percentuale si alza, anche sostanzialmente. I due capoluoghi in cui il ribasso del valore è più alto sono Bologna e Milano: sia all’ombra delle due torri, che nel comune meneghino, il risparmio è di circa il 44% rispetto alle normali logiche di mercato. Al sud, guida questa particolare classifica Bari: nel capoluogo pugliese, infatti, gli immobili all’asta sono venduti a circa il 36% in meno rispetto al normale valore di mercato.