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Mercato Immobiliare

CBRE: +54% di investimenti immobiliari nel III trimestre 2014

Grande ripresa dell’Italia dalla profonda crisi del 2012, soprattutto grazie ad un rinnovato interesse degli investitori stranieri sul nostro mercato. Infatti, il capitale straniero investito rappresenta l’80% del totale.

Secondo i dati elaborati da Cbre Italia, società leader nel settore delle consulenze immobiliari, nell’ultima parte del 2014 il volume degli investimenti immobiliari in Italia è aumentato del 54% rispetto al trimestre precedente. Con questi 2,6 miliardi di euro di investimenti, il volume annuale italiano ha raggiunto i 5,3 miliardi di euro, con un aumento dell’11% rispetto al 2013.

Il capitale straniero investito in Italia ammonta a 4 miliardi di euro e, rappresentando l’80% del totale investito nel trimestre in questione, è stato determinante per la ripresa. Come afferma Alessandro Mazzanti, CEO di Cbre Italia, “Il risultato, pur se ancora preliminare, non ci sorprende e conferma quanto emerso dall’indagine sulle intenzioni degli investitori presentata a marzo scorso: un rinnovato interesse degli investitori stranieri sul nostro mercato, a prescindere dai fondamentali. Ciò che sorprende è il sorpasso della Spagna che, dati quasi definitivi, dovrebbe chiudere l’anno con un volume eccezionalmente elevato, poco meno del doppio rispetto all’Italia”.

Anche se in netto ritardo rispetto all’Europa, che nel 2014 ha registrato un +30% di investimenti immobiliari rispetto all’anno precedente, l’Italia mostra un significativo recupero rispetto alla profonda crisi del 2012, con un aumento del 104%. Analizzando il capitale domestico e straniero investito in Italia dal 2007 al 2014, è interessante notare che mentre quello straniero è in linea con quello del 2007, quello domestico ha visto un calo dell’80%. Commenta Mazzanti “La prevalenza di players stranieri ha consentito anche quest’anno a Cbre di raggiungere risultati eccellenti nell’attività di capital markets, che ci ha visti coinvolti, nella vendita e nell’acquisizione, su oltre un miliardo di euro di transazioni”. “L’attendismo degli investitori italiani è forse una delle cause che ha impedito all’Italia di agganciare l’Europa nella forte crescita degli investimenti: gli investitori internazionali invece hanno confermato una fiducia elevata, a prescindere dalla debole economia del Paese. Certo ciò si riflette nel rischio maggiore attribuito all’immobiliare rispetto al passato – i rendimenti sui Bot sono ai minimi storici in Italia mentre i rendimenti immobiliari sono ancora superiori al picco minimo precedente – ma è comunque un dato che fa riflettere”. Conclude Mazzanti “Siamo comunque sulla buona strada per la ripresa, grazie anche ai segnali positivi del Governo, con la riforma sui contratti di locazione e sulle SIIQ (Società di Investimento Immobiliare Quotate). Ci auguriamo che prosegua in questa direzione e soprattutto che ciò possa stimolare il mercato degli investimenti attraverso la creazione di nuovi strumenti ed il ritorno degli investitori nazionali. La ripresa c‘è, ma il mercato è cambiato rispetto al ciclo passato”.

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