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Mercato Immobiliare

CBRE: MERCATO IMMOBILIARE ITALIANO IN CRESCITA NEL TERZO TRIMESTRE

Secondo la società di consulenza immobiliare, nel periodo Luglio-Settembre 2016 si è avuta una crescita di investimenti pari al 17%, per un totale di 1,7 miliardi di euro spesi: di questo flusso ben il 51% proviene da investitori italiani.

Il mercato immobiliare italiano è ancora in crescita. Lo rivela l’ultima ricerca di CBRE, la società leader al mondo nella consulenza immobiliare, i cui dati mettono in evidenza come l’andamento degli investimenti nel mercato “real estate”, per quanto riguarda il terzo trimestre 2016, ovvero nel solo periodo Luglio-Settembre, siano nettamente in crescita rispetto al medesimo periodo dello scorso anno: si parla di oltre 1,7 miliardi di euro investiti nel mercato in appena tre mesi, ovvero il 17% in più rispetto allo scorso anno.

Sempre trattando i dati messi a disposizione da CBRE, il volume delle transazioni portate a termine nei primi 9 mesi dell’anno sale a 5,4 miliardi di euro, superiore del 5% rispetto al valore registrato nel periodo Gennaio-Settembre 2015: questo dato da un’idea ancora più chiara del forte movimento espressosi in questo terzo trimestre e quanto il +17% registrato rispetto al 2015 incida sul totale annuale, fino a questo punto. Su questi dati, ed è significativo sottolinearlo, incide, per la prima volta da tempo, più l’investitore nostrano, che quello estero: più del 51% del flusso di denaro investito in questo terzo trimestre proviene da portafogli italiani, contro, ad esempio, al dato registrato nel secondo trimestre 2016, quando gli investimenti “fatti in casa”, pesavano per appena il 21% del totale.

La situazione italiana è ancora più significativa se si amplia lo spettro d’osservazione all’intera Europa, dove, invece, nei primi 9 mesi dell’anno il volume delle transazioni portate a termine è in calo del 16%, assestandosi intorno ai 163 miliardi di euro, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Certo l’Italia parte da una situazione molto più difficile, per la quale risultare in crescita sembrerebbe essere più facile, ma tutt’altro che scontato, così come non era certo scontato riuscire a riprendersi dopo i difficili anni che ha passato il mercato immobiliare italiano dal 2010 a oggi.

Italia, la situazione nel dettaglio.

Il +17% del terzo trimestre 2016 però, bisogna specificare, è il risultato di un andamento fortemente squilibrato dei vari settori immobiliari infatti:

  • Il retail, ovvero la vendita al dettaglio, ha fatto registrare un boom di investimenti, si sono, infatti, portate a termine transazioni per circa 830 milioni di euro, ovvero ben un +173% rispetto al terzo trimestre 2015;
  • Il settore del turismo, in particolare si parla delle transizioni riguardanti hotel e strutture di villeggiatura, ha fatto registrare investimenti per 285 milioni di euro, circa un +8% rispetto al periodo Luglio-Settembre 2015;
  • Nota negativa il settore terziario, nel quale la maggior parte degli investimenti riguarda uffici e istituti di credito, che ha raggiunto, nel terzo trimestre 2016, la quota di appena 444 milioni di euro, ovvero -36% rispetto al medesimo periodo 2015.

Le città in cui si è verificato un maggior flusso di investimenti sono, come di consueto, Milano e Roma, specchio, comunque, dell’andamento nell’intera Penisola:

  • Roma continua a riscuote l’interesse tra gli investitori, con un flusso di denaro di circa 375 milioni di euro, dato sempre riguardante il solo terzo trimestre 2016, in crescita rispetto allo scorso anno;
  • Milano, che da sempre risulta la città che più attira gli investitori anche esteri, rimane sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno, con 388 milioni di euro investiti nel terzo trimestre 2016. Nei primi 9 mesi dell’anno, il capoluogo lombardo ha fatto registrare un flusso di circa 1,8 miliardi di euro, con una netta prevalenza di investimenti nel settore direzionale, che ha pesato per circa il 74% del totale.

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Il parere dell’esperto.

Alessandro Mazzanti, Ceo di CBRE Italia, ha così commentato questi dati: “L’interesse per il settore immobiliare si è confermato forte in questi primi 9 mesi, con un’attività più dinamica se guardiamo al numero dei deal, quasi raddoppiato rispetto al 2015. È interessante notare come il dato italiano sia in controtendenza rispetto a quello europeo, il che dimostra come il ciclo immobiliare italiano sia ritardato rispetto a quello europeo. L’aumento della quota di capitale domestico investito è indice di un mercato che ricomincia a guadagnare interesse anche agli occhi degli stessi investitori italiani, tuttavia il decremento degli investimenti esteri non è incoraggiante, soprattutto in vista del risultato del referendum che, se negativo, potrebbe non rassicurare gli investitori internazionali. Constatiamo ancora un forte divario tra rendimenti del prodotto core rispetto agli altri; per questo motivo sarà importante individuare e lavorare su nuove classi di investimento per creare rendimenti apprezzabili anche su prodotti non core. Il mercato degli NPLs ormai è avviato e, ancora per il 2016/2017, rimarrà un’attività importante per la crescita degli investimenti, così come la dismissione del patrimonio pubblico per cui sarà più che mai strategico trovare il modo per rendere entrambi appetibili agli occhi degli investitori”.

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