La soluzione per uscire dalla crisi senza ulteriori costi proposta da Confedilizia, in realtà rappresenta una strada già percorsa con successo da altri Paesi e questo è un dato importante che ci fa ben sperare per il futuro.
Le tre proposte presentate al Governo Renzi riguardano l’introduzione di agevolazioni fiscali per le permute immobiliari, la diminuzione della pressione fiscale ai comitati spontanei di cittadini che si occupano di manutenzione stradale ed infine la possibilità per i proprietari di ottenere l’affrancamento di un immobile o di un terreno edificabile dall’Imu e dalla Tasi tramite il pagamento di un numero di annualità delle imposte che ciascun ente può determinare. Ma andiamo a conoscere i dettagli della cura shock per il settore casa proposta da Confedilizia.
Agevolare le permute immobiliari riducendo la tassazione in determinate situazioni potrebbe rivelarsi efficacie. Per questo tipo di operazioni, mantenendo la tassazione come per le divisioni di maggior valore di un immobile rispetto all’altro oggetto di permuta, si potrebbero applicare solamente le imposte ipotecarie e catastali in misura fissa, senza applicare l’imposta proporzionale di registro. Ad esempio, per due immobili interessati dalla permuta con valore 100 e 70, la tassazione ordinaria interesserebbe il differenziale del 30%. Attraverso queste agevolazioni fiscali verrebbe incentivata questa modalità di scambio di immobili, in questo modo si sbloccherebbero un numero considerevole di abitazioni attualmente invendute, verrebbe riqualificato il patrimonio edilizio esistente, impedendo il consumo di territorio per nuove abitazioni e verrebbero ripristinati posti di lavoro, producendo anche gettito per l’erario. Potenzialmente attraverso l’utilizzo della permuta si potrebbero stimolare attività economiche per 4,5 miliardi di euro.
La seconda proposta prevede la possibilità di trasferire a comitati spontanei di cittadini l’organizzazione di servizi e la manutenzione di strade e piazze, in cambio di una diminuzione della pressione fiscale locale, nello specifico si tratterebbe di una detassazione relativa ad Imu, Tasi ed altri tributi locali.
Per quanto riguarda la terza proposta, i proprietari potrebbero godere per un immobile o terreno edificabile dell’affrancamento da Imu e Tasi, pagando un numero di annualità delle imposte determinato da ciascun ente. Attraverso l’affrancamento questo bene immobile acquisirebbe un più rilevante valore di mercato e nel momento in cui venisse trasferito da genitori a figli, potrebbe facilitare a questi ultimi l’apertura di nuove attività. D’altra parte i Comuni potrebbero incassare immediatamente grosse somme che andrebbero a risanare i bilanci dove necessario o ad alimentare investimenti necessari per i cittadini. Questa possibilità potrebbe anche risolvere facilmente le incombenze burocratiche legate all’imposizione e ai contenziosi.
Oltre a queste principali misure, Confedilizia ha proposto il ripristino della deduzione Irpef del 15% per i redditi provenienti da locazioni, l’estensione dell’esenzione Imu anche agli immobili invenduti, la liberalizzazione degli affitti ad uso non abitativo, la fissazione del 4 per mille dell’aliquota Imu per gli immobili affittati, l’abolizione dell’Irpef dalle case non locate, la semplificazione della cedolare secca sugli affitti e l’ampliamento dei suoi ambiti di applicazione.
Le proposte ci sono e come sottolinea il presidente di Confedilizia Corrado Sforza Fogliani, “gli immobili sono utilizzati per fare cassa, spesso senza alcun legame tra imposte e servizi ricevuti o il reddito prodotto. Per questo formuliamo al Governo tre proposte innovative a costo zero, già praticate con successo all’estero”. Ora non ci resta che attendere speranzosi e vedere come verranno recepite dal Governo Renzi le misure proposte.