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Mercato Immobiliare

Ecco perchè i prezzi delle case in Italia devono scendere ancora

Londra città più cara d’Europa, Varsavia la più economica. Roma e Milano in linea con Mosca e Barcellona, ma i prezzi devono calare.

Al primo posto nell’andamento dei prezzi delle case, troviamo il Regno Unito che registra un +13,5%, seguito da Russia con +11%, e Germania con +9%. In positivo anche Austria con +4,8%, Belgio con +3,1% e Francia, dove l’incremento del 2,5% è più modesto rispetto alle prime, ma allo stesso tempo, nel 2012, si è registrato anche il più alto grado di sviluppo immobiliare con 2,3 appartamenti finiti ogni mille abitanti. Trend positivo quindi per Real estate, che, secondo il Property index diffuso il 20 giugno 2013 da Deloitte, sarebbe in forte espansione in buona parte d’Europa. Dati negativi si evidenziano purtroppo per l’Italia, che nel 2012 registra prezzi in netto calo con -3,6% nel residenziale (da sommare al -1,8% perso nel 2011), rilevamento che però si distacca rispetto a quelli Istat del 2012, con un calo medio del 2,7% (che però sintetizza l’aumento del 2,1% dei prezzi delle abitazioni nuove e di una diminuzione del 4,7% dei prezzi di quelle usate). Seguono infine la Spagna, dove prosegue il crollo del mercato con -6,2% delle quotazioni dopo il calo del 5,6% del 2011, e i Paesi bassi (-6,9%).

In Europa
Londra, si conferma dunque, la città più costosa d’Europa, sempre secondo Deloite, dove, per un’abitazione in centro si arriva a spendere fino a 10mila euro per mq. Segue poi Parigi con 8.300 euro, mentre Varsavia, si aggiudica la nomea di città meno cara, con una media di 1.700 al mq per comprare un appartamento. In Italia, Roma e Milano, restano invece le città più care, con prezzi ampiamente in linea con molte altre città europee come Mosca, Marsiglia o Barcellona con in media 4mila euro al mq. Meno costosa risulta Berlino, con poco più di 3mila euro al metro, ma dove si è notato il più elevato incremento dei prezzi: +13% nell’ultimo nanno rispetto al +12% di Londra e il + 11% di Mosca.
Cali più significativi dei prezzi si sono evidenziati a Varsavia con l’8% e Amsterdam con il 7%; Roma si ferma invece a circa il 3%, in linea con la media nazionale.

In Italia 
Flessioni positive si registrano in Italia per quanto riguarda i livelli di indebitamento. Dopo i paesi dell’Europa dell’Est, i più bassi sono quelli di Italia e Austria, dove i mutui ipotecari rispetto al Pil, sono pari al 23% e al 28%, dato che si incrementa decisamente in Francia col 42% e in Germania col 45%.
In Italia i prezzi degli immobili restano mediamente elevati se paragonati al potere di acquisto dei cittadini: ci vogliono circa 7 anni di stipendio lordo per comprare un appartamento di circa 70 mq, dato che si innalza notevolmente nelle zone centrali o di pregio e nelle grandi città. Secondo la classifica stilata da Deloite, l’Italia è quarta dopo Russia, (dove ci vogliono 10 stipendi), Francia e Gran Bretagna. In Germania o Danimarca, invece, bastano poco più di due anni di lavoro (esentasse) per comprare un appartamento di medie dimensioni.
Non è un caso quindi che a Berlino si sia registrata un impennata dei prezzi mentre da noi l’esigua riduzione delle quotazioni blocca, di fatto, un intero settore. Siamo un economia in pesante recessione e i prezzi delle case devono adeguarsi alle possibilità economica dei potenziali compratori.
Sta agli operatori del settore (leggi Agenti Immobiliari) lavorare duramente per far capire ai proprietari che lo scenario di oggi è radicalmente mutato rispetto anche solo a 2 anni fa. È inutile tenere in portafoglio pubblicità decine o centinaia di immobili “fuori prezzo”.
Di case se ne vendono molte meno di prima ed è quindi corretto lavorare su un numero limitato di immobili che hanno la caratteristica di avere un ottimo rapporto qualità/prezzo o dove c‘è possibilità di intraprendere un percorso di vendita assieme al proprietario che tenga in debita considerazione il numero di contatti interessati all’immobile.

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