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Mercato Immobiliare

EMILIA-ROMAGNA IN NETTO CALO LE COMPRAVENDITE IMMOBILIARI NEL SETTORE COMMERCIALE

La nostra regione fa molto peggio della media nazionale. Il calo dei settori terziario, commerciale e produttivo è pesante. Occorre una seria riflessione e di ampio respiro da parte delle Amministrazioni locali.

Capannoni, negozi, uffici, studi, magazzini, come vengono suddivisi?

Il settore terziario riguarda tutti gli immobili non residenziali utilizzati, ad esempio, per gli uffici.

Il settore commerciale, invece, comprende tutti gli immobili non residenziali destinati a: negozi, laboratori, centri commerciali e alberghi.

Infine, il settore produttivo copre la fascia di immobili non residenziali utilizzati come capannoni e/o industrie.

La nostra redazione si è concentrata sui dati forniti dall’Osservatorio Immobiliare per ciascun settore confrontando il primo semestre 2015 contro il primo semestre 2014.
A livello nazionale per il settore terziario il valore di calo registrato è stato del –5%; nel settore commerciale abbiamo invece un lieve rialzo con un +2,4%; in ultimo, il settore produttivo ha avuto il calo maggiore,registrando un valore del –7,5%.

Come dicevamo nel titolo, in Emilia Romagna la situazione è ancor peggiore, poiché per il terziario c’è un grosso calo che raggiunge un valore pari al –25%. Per il commerciale troviamo una variazione un pochino più bassa, ma sempre molto negativa con -18,6%, mentre per il produttivo abbiamo un –8,6%.

Guardiamo alcune tabelle per avere un occhio più specifico sulla situazione dell’Emilia-Romagna, suddividendo le percentuali del settori nelle varie province.

Volendo fare una classifica, non si tratterà del picco più alto raggiunto, ma della situazione meno negativa.
Forlì unica provincia con un valore positivo si issa in vetta. A seguire troviamo: Ravenna, che registra un -7%, poi Modena, Parma, Bologna, Ferrara e Piacenza con segni compresi tra il -10% e il -30%. Valori altamente negativi (oltre il -50%) si registrano per le province di Rimini e Reggio Emilia.

Situazione più eterogenea per il settore commerciale.
Qui troviamo nell’ordine la provincia di Piacenza quella di Parma e quella di Forli con variazioni positive. In calo pesante invece abbiamo: Rimini, Modena, Ravenna, Bologna, Reggio Emilia e Ferrara.

La situazione nel settore produttivo è meno negativa e più in linea con l’andamento nazionale. L’unica variazione positiva la troviamo nella provincia di Bologna, con un ottimo +41%.
I cali registrati vanno in crescendo nelle seguenti province: Piacenza, Forlì, Reggio Emilia, Ravenna, Parma, Modena, Ferrara e Rimini.

Il pesante segno meno registrato su terziario e commerciale ovvero sulle classi di immobili quali negozi, uffici, studi, locali commerciali deve porre serie domande, soprattutto alle Amministrazioni Locali ed alle imprese costruttrici.
Sappiamo bene che l’IMU sugli immobili commerciali è una tassa pesante che può anche distogliere dall’idea di acquisto da parte di un’impresa e che anche la situazione del credito (leggasi leasing immobiliare) verso le imprese ha avuto una decisa contrazione. Queste due situazioni pesano sicuramente sull’andamento del settore ma sono parametri uguali a livello nazionale. A pari calo in Italia doveva corrispondere un segno negativo simile in Emilia.
Perchè abbiamo fatto così peggio allora?
E’ molto probabile che si stia assistendo ad un drastico calo di desiderio da parte degli investitori che comprano immobili del terziario e del commerciale per poi affittarli. L’aumento esponenziale di vetrine e uffici vuoti è sotto gli occhi di tutti. Basta girare per le città e con un occhio attento scopriremo davvero una situazione molto difficile. Negozi e uffici non si vendono più perché manca fondamentalmente la domanda d’affitto da parte di piccole imprese per questi immobili. Sempre più le attività piccole chiudono e se qualcosa si muove in positivo sotto il profilo dell’occupazione è perché grandi marchi e catene attuano politiche di diffusione in centri commerciali e zone centrali. Ma parliamo di occupati e non di immobili comprati.
Non si vedono spiragli al momento e questo dovrebbe indurre le Amministrazioni Locali a rivedere attentamente il piano regolatore della propria città. E’ il caso ancora di costruire edifici destinati a negozi e uffici? Non è forse meglio ripensare a riqualificare immobili vecchi e poco interessanti magari ubicati in aree tendenti al degrado ?
Anche le Imprese Edili dovrebbero prendere questi dati e calibrare i prossimi investimenti su situazioni poco rischiose e di appeal considerando le situazioni ad oggi nelle varie città emiliano romagnole.

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