Nonostante la lentezza della ripresa economica e l’incertezza degli effetti delle misure messe in campo dal Governo per risollevare il mattone, va definendosi sempre più la situazione del mercato immobiliare italiano. Molti operatori del settore iniziano a mostrare un certo ottimismo riguardo alle possibilità di rivedere l’immobiliare italiano in crescita. Possibilità concretizzabile anche grazie all’arrivo sempre più massiccio di quei capitali esteri che nel 2014 hanno rappresentato il 70% del totale. I fondi Usa come Blackstone, Apollo e Cerberus, i fondi sovrani mediorientali, gli investitori istituzionali europei e non, saranno protagonisti del real estate commerciale anche nel 2015.
Non potrebbe esserci momento migliore per la ripresa economica del nostro Paese, grazie alla congiuntura che vede bassi tassi di interesse, maggiore liquidità in circolazione, un Euro debole, il Quantitative easing della Bce e il prezzo del petrolio in calo. Congiuntura che ha spinto la Commissione europea a rivedere al rialzo le stime sul prodotto interno lordo per il biennio 2015-2016. Purtroppo, i rischi geopolitici, dovuti al conflitto tra Russia e Ucraina, alla situazione nell’Africa del Nord e al problema della disoccupazione, continuano a gettare ombra sulle previsioni ottimistiche, anche se dal mercato del lavoro sta arrivando qualche segnale positivo.
Dall’ultimo report pubblicato da Scenari Immobiliari, intitolato “Cinquanta sfumature di ripresa”, viene sottolineato come la ripresa dell’Italia risulti più lenta e faticosa rispetto agli altri Paesi europei soprattutto a causa della debolezza delle basi e delle incertezze riguardo agli esiti effettivi delle riforme varate dal Governo. Dopo la contrazione del Pil che ha caratterizzato gli ultimi tre anni, finalmente si prospetta un lieve aumento nel 2015, ma è necessario comprendere se la crisi “abbia trasformato a tal punto gli equilibri interni, che le attuali condizioni favorevoli potrebbero risultare insufficienti per una crescita solida e duratura”.
Il settore residenziale, parte più importante di tutto il real estate che rappresenta l’80% del fatturato complessivo dell’industria immobiliare italiana, torna in crescita dopo 7 anni di crisi. E migliora anche il sentiment riguardo al mercato residenziale, grazie alla rinnovata fiducia nel sistema Paese e all’interesse mostrato da parte degli investitori esteri. Nel 2014 sono state compravendute 415.000 abitazioni con un aumento di più dell’1% e un fatturato che ha toccato quota 81 miliardi di euro. In questo senso, già i dati registrati nell’ultimo trimestre del 2014 dall’Agenzia delle Entrate erano molto eloquenti, il 7,1% di transazioni in più rispetto ad un anno prima.
Le famiglie italiane, grazie alla maggiore facilità di accesso al credito, tornano a pensare di acquistare casa e, secondo le previsioni di Scenari Immobiliari, nel 2015 le compravendite immobiliari raggiungeranno quota 450.000 unità. Valore che nel 2016 potrebbe arrivare a toccare 500.000 compravendite immobiliari. Se le transazioni sono destinate ad aumentare, i prezzi, invece, continuano a scendere, anche se in maniera meno drastica soprattutto nei capoluoghi. Infatti, mentre nelle zone centrali i prezzi sono calati del 15%, nelle zone periferiche il calo è stato del 27%.
Anche i dati raccolti da Tecnocasa confermano il trend positivo del 2014, con un aumento delle compravendite del 3,6% e una flessione dei prezzi del 7,2%. Anche se il calo dei prezzi può sembrare un dato negativo, in realtà ha il merito di rendere accessibile la casa a tante famiglie e a tanti giovani che desiderano creare il loro nucleo famigliare, risvegliando anche l’interesse di chi desidera investire approfittando delle varie occasioni che il mercato offre.