Ormai diverse fonti testimoniano la ripresa del mercato immobiliare, con il settore residenziale in testa e con un nuovo slancio dell’interesse da parte delle famiglie, anche grazie alla nuova riattivazione del credito. In aumento quindi la domanda di case, ma gli effetti della crisi purtroppo non scompaiono di colpo e si riflettono sulla tipologia di abitazioni che concentrano la maggior parte delle richieste, quelle di prezzo basso.
Uniree, l’Unione Nazionale delle Imprese a Tutela del Credito, insieme a Il Sole 24 ORE, ha analizzato la situazione italiana del debito contratto dalle famiglie, che si trovano in difficoltà con il pagamento di bollette e rate di mutui e prestiti. Nel 2014, tra utenze domestiche e finanziamenti, il non pagato ammontava a 56,2 miliardi di euro, con un aumento del 16% rispetto al 2013 e di circa il 400% rispetto al 2007. Ammontano a 40,6 milioni le pratiche affidate alle società di recupero crediti con esito non sempre positivo e secondo le previsioni per il 2015, se il debito per rate e bollette salirà a 60 miliardi con 44 milioni di pratiche di recupero crediti, migliorerà il tasso di risoluzione delle pratiche auspicabilmente vicino al 20%. L’88% dei fascicoli di recupero crediti riguarda le famiglie e spesso i debiti sono troppo vecchi per godere del diritto di rateizzazione, esigendo il pagamento in un’unica soluzione.
Questa situazione riguarda molte famiglie ma non tutte e l’aumento della domanda di case ne è una prova. Ma le famiglie sembrano orientarsi verso la fascia di prezzo più bassa e in generale troviamo una polarizzazione delle richieste di abitazioni tra le soluzioni di lusso, che hanno risentito meno della crisi, e il comparto medio-basso. Un’istantanea del mercato confermata anche da Tecnocasa, con un aumento della domanda soprattutto per le classi di prezzo inferiori determinato sia dal calo delle quotazioni, che ha ridotto mediamente di un quarto il valore degli immobili residenziali in pochi anni, che dalla imperterrita ricerca di sconti e occasioni da parte di chi cerca casa.
Le famiglie che a gennaio 2015 erano alla ricerca di una casa da comprare in città riportavano una disponibilità di spesa idonea ad immobili con prezzo fino a 119.000 nel 24,5% dei casi e compreso tra 120.000 e 169.000 euro nel 23,1% dei casi. Come sottolinea il network immobiliare, “Rispetto ad un anno fa si nota un netto aumento della percentuale sulla classe più bassa (+5%). Dalla parte opposta, si evidenzia una diminuzione della percentuale di richiesta su tutte le altre fasce di spesa”. Nella maggior parte dei capoluoghi di regione “si registra un aumento molto forte della percentuale di coloro che desiderano spendere fino a 119.000 euro: un anno fa incidevano per il 38,5%, adesso per il 44,6%. In diminuzione la percentuale di richieste in tutte le altre fasce di spesa, in particolare quelle comprese tra 120 e 169 mila euro a tra 170 e 249 mila”. Dati che fanno pensare ad una prosecuzione della contrazione dei prezzi delle case e che rappresentano un’informazione preziosa per gli agenti immobiliari. Lavorare bene per ottenere il miglior prezzo possibile dai proprietari significa vendere più facilmente l’immobile.