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Mercato Immobiliare

IMMOBILI COMMERCIALI, NEL 2014 SEGNALI POSITIVI PER IL SETTORE

Dopo anni di calo del mercato immobiliare non residenziale, che ha vissuto un 2013 ancora contrassegnato dal segno meno, finalmente il 2014 ha portato i primi segnali di una graduale ripresa: segno più per i negozi e stabili i capannoni.

Se è vero che la crisi del mercato immobiliare degli ultimi anni non ha risparmiato compravendite e locazioni di ogni tipologia di immobili residenziali e non, è altresì vero che alcuni settori hanno subito crolli maggiori rispetto ad altri. Sicuramente il mercato degli affitti ha mantenuto una maggiore stabilità rispetto a quello delle compravendite e il settore degli immobili commerciali ha subito maggiori danni rispetto al residenziale, a causa della difficile situazione economica del nostro Paese, che ha causato negli ultimi anni il fallimento di molte aziende e negozi.

Dopo anni di profonda crisi, l’inversione di tendenza del mercato degli immobili commerciali è stata annunciata durante il convegno di presentazione del Rapporto relativo al 2013 sugli “Immobili a destinazione terziaria, commerciale e produttiva” elaborato dall’Agenzia delle Entrate con Assilea (Associazione Italiana Leasing). A dare la notizia positiva è stato il direttore dell’Osservatorio del mercato immobiliare, Gianni Guerrieri: “Nel 2013, è finito il momento discendente, nel primo trimestre 2014 registriamo infatti una ripresa delle compravendite del +4,7% di negozi, +1,6% nei capoluoghi, un -0,8% per i capannoni, che segna un sostanziale pareggio dopo anni di flessioni”.

Questa ventata di speranza arriva dopo un 2013 *ancora all’insegna del segno meno. Infatti confrontando i dati di fine 2013 contenuti nel rapporto, con quelli del 2012, emerge una *diminuzione del 9,3% delle compravendite di immobili non residenziali. Diminuzione coerente con l’andamento delle compravendite di immobili ad uso abitativo. Nel 2013 la stima complessiva del valore di scambio di uffici, negozi e capannoni, si aggira attorno ai 12,1 miliardi di euro, in pratica 2,4 miliardi in meno rispetto all’anno prima. Valore che dal 2008 ad oggi è letteralmente dimezzato, passando da 25,4 miliardi a 12,1.

Nel 2013 sono stati compravenduti il 10,8% di uffici e studi privati in meno rispetto al 2012, in pratica parliamo di 9.276 transazioni su un totale di 642.000 unità registrate nella categoria catastale A10. Ma il trand non è stato uniformemente negativo in tutta Italia, fanno eccezione la Toscana che registra un +8,5% con 828 scambi, e il Piemonte che rimane abbastanza stabile registrando un +0,6%. I prezzi al metro quadro degli uffici, rispetto al 2012, sono diminuiti mediamente del 2%, attestandosi sui 1.490 euro: fanno eccezione il Veneto che registra un aumento dei prezzi al metro quadro dell’8,2%, la Valle d’Aosta con un +5,4% e la Sardegna con un aumento del 2,1%. Le regioni che hanno subito un maggiore calo dei prezzi sono invece la Campagna con un -5%, la Liguria con -4,6% e la Puglia con -4,4%.

Passando al comparto dei negozi, anche qui troviamo un calo del 9,3% per un totale di 21.130 transazioni. Anche se i dati nazionali sono in linea con la media di settore, in questo caso troviamo differenze nei dati territoriali, con una maggiore flessione per i negozi del nord-ovest che registrano -12,5%, del sud con un calo del 10,8% e delle isole che registrano un -12,5%, mentre si registra una flessione più attenuata al nord-est con il 5,4% di negozi compravenduti in meno e al centro dove si registra un -5,2%. Paragonando le compravendite di negozi nelle varie città troviamo marcate differenze, ad esempio Bari segna un -33,1% rispetto al 2012, mentre in altre città troviamo un miglioramento più o meno marcato, come Catania che registra un +29,1%, Firenze +8,4%, Bologna +1,8%. A livello nazionale il prezzo medio al metro quadro è diminuito del 3,3%, assestandosi sui 1.750 euro al metro quadro, con una controtendenza registrata in Friuli Venezia Giulia che segna +5,8%, Sardegna con un +3% e Veneto con +0,4%.

L’andamento delle compravendite dei capannoni non registra ancora il segno più ma rispetto al 2012 la situazione del 2013 è decisamente migliorata passando dal -20% al -7,7%, con 9.246 transazioni su un totale di circa 735.000 unità censite nelle categorie catastali D1 e D7 per il 60% circa concentrati nel Nord Italia. Nonostante permanga il sego meno a livello nazionale, troviamo il segno positivo in alcune regioni come la Sardegna, che registra un +20,5%, la Toscana con un +13,3% e il Lazio con +6,1%. La quotazione media nazionale diminuisce del 2,3% rispetto al 2012, assestandosi sui 527 euro al metro quadro.

Assilea spiega invece l’andamento del settore del leasing, ovvero una linea di credito più flessibile del mutuo, che nel 2014 registra una ripresa. Nel primo quadrimestre dell’anno, infatti sono stati stipulati 1.076 nuovi contratti per finanziare circa un miliardo di investimenti immobiliari. Rispetto ai primi quattro mesi del 2013 il settore dei leasing è aumentato di oltre il 20%, ripresa avvenuta “anche grazie al favorevole inquadramento fiscale e all’apertura del comparto ai professionisti per il finanziamento di immobili”.

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