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Mercato Immobiliare

MERCATO DEGLI AFFITTI IN PANNE: AUMENTA ANCORA IL COSTO MEDIO

Nonostante la richiesta di appartamenti o stanze in affitto sia sempre in aumento, il mercato delle locazioni non risponde adeguatamente: mantenendo canoni troppo onerosi si limita il flusso delle locazioni.

Il mercato degli affitti in Italia risulta sempre più ingolfato ogni trimestre che passa: gli affitti medi crescono, in particolare quelli dei posti letto per studenti universitari fuori sede, soprattutto nelle grandi città, nonostante sia crescente anche la richiesta di immobili in locazione, situazione dovuta all’instabilità economica che, soprattutto i giovani, sono costretti a vivere, a causa del precariato del lavoro, tasto sempre dolente nel nostro Paese. Inoltre, questa situazione, non fa che spiingere i potenziali conduttori ad accettare affitti totalmente o parzialmente in nero, come abbiamo visto in questo articolo.

Durante il convegno “Verso la ‘Casa Taxi’? La domanda abitativa dei giovani”, organizzato da Banca d’Italia e Sidief, si è parlato proprio di questo argomento, giungendo alla conclusione che è necessario cominciare a pensare a una riqualificazione dell’esistente e a un mercato degli affitti più fluido.

Un po’ di dati.

Nel terzo trimestre 2016, ovvero nel periodo tra Luglio e Settembre, notoriamente uno dei più vivi a causa dell’alta richiesta di affitti da parte dei giovani universitari e lavoratori fuori sede, si è riscontrato un rincaro dei prezzi medi degli affitti rispetto allo stesso periodo dell’anno passato: facendo una media nazionale, si scopre che, rispetto al 2015, quest’anno si è avuto un ricaro del costo medio al metro quadro al mese compreso tra il 5,5 e il 6%.

Parlando del costo medio di una stanza in affitto, se la media nazionale si aggira intorno ai 230 € al mese, nelle grandi città, in particolare quelle universitarie, i costi sfondano costantemente in tutta Italia i 250 €, con i picchi massimi di Milano, quasi 400 € al mese, e Roma, oltre i 350 euro al mese. La situazione risulta, agli occhi anche ai non esperti del settore, difficilmente sostenibile.

Il parare dell’esperto.

Luigi Cannari, vice capo del Dipartimento di Economia e Statistica della Banca d’Italia, all’interno del convegno citato ha così spiegato la situazione dei giovani italiani: “Nel corso del tempo i giovani hanno sperimentato occupazioni sempre più frammentate, con periodi di permanenza nel mercato del lavoro meno continuativi rispetto al passato. Questo, certamente, rende meno facile riuscire ad avere finanziamenti per l’acquisto della casa o affrontare spese che comportano delle uscite permanenti. Il timore dei giovani, che talvolta ritengono di non poter affrontare la spesa per l’acquisto dell’abitazione, e quello dei finanziatori, che vedono un rischio maggiore nell’avere indietro i fondi che concedono, rendono più difficile l’acquisto di un immobile. Per di più crescono le esigenze di mobilità. Tali esigenze fanno sì che, a volte, avere una casa di proprietà possa essere un freno per la mobilità. Per questo è importante andare verso un mercato degli affitti che funzioni in maniera molto fluida”.

E con questa conclusione siamo arrivati al nocciolo della questione, come rendere il mercato degli affitti più fluido, più accessibile? Non è di certo un problema dalla semplice risoluzione, in particolare in un Paese poco incline ai grandi cambiamenti come è il nostro. Le statistiche però non mentono e presto o tardi i proprietari dovranno rendersi conto che la società, e con essa il mercato immobiliare, sta cambiando in fretta: la famiglia italiana si è impoverita, i giovani rimangono nella casa paterna molto più tempo che in passato, la necessità di mobilità (che nel 2014 ha interessato, in Italia, circa 1 milione e 313mila persone, per lo più spostamenti brevi e tendenzialmente dal Sud verso il Nord) limita la volontà di acquistare casa e il mercato degli affitti deve evolversi per tenere il passo e per adeguarsi alle nuove esigenze del pubblico di conduttori.

Riprendendo ancora una volta le parole di Cannari: “Un mercato degli affitti più fluido, però, a sua volta richiede operatori che abbiano una scala dimensionale adeguata per gestire sia la trasformazione del patrimonio immobiliare esistente in un patrimonio più adatto alle esigenze dei giovani e della società, sia per assumersi i rischi che l’affitto comporta”.

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Molto schematicamente poi, si è riflettuto su quali settori fosse possibile intervenire per inventire la tendenza intrapresa dall’Italia negli ultimi anni, che ricordiamo, come volume di affitti sul territorio nazionale si trova profondamente in ritardo rispetto agli altri grandi Paesi europei; ciò che è emerso è che, in primo luogo, è necessario intervenire su questi elementi:

  • Adeguamento dei volumi/ristrutturazioni;
  • Forme di finanziamento, in particolare per i giovani;
  • Funzionalità del mercato degli affitti;
  • Adeguatezza della scala degli operatori, che deve rendersi conto velocemente delle nuove esigenze del mercato.

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