Un paio di settimane fa abbiamo analizzato, grazie ad uno studio condotto in collaborazione da OMI e ABI, che ha portato alla realizzazione del Rapporto Immobiliare Residenziale 2017, l’andamento del mercato delle abitazioni e i risultati raggiunti lo scorso anno,constatando lo stato più che positivo dello stesso, ormai lanciato verso i livelli precedenti alla crisi immobiliare di qualche anno fa.
È sempre l’Agenzia delle Entrare, in questo caso in collaborazione con Assilea, che dà notizia dei risultati, estremamente incoraggianti, raggiunti dal settore non residenziale nel 2016, e lo fa tramite l’annuale rapporto sul mercato immobiliare.
Lo stato generale del mercato.
Se il residenziale dà segnali di grande ripresa, il settore non residenziale non è certo di meno e tiene il passo nel 2016, raggiungendo risultati più che positivi: per la prima volta da dieci anni a questa parte, infatti, la crescita del flusso di compravendite riguarda contemporaneamente tutti e tre i comparti in cui, generalmente, si suddivide il settore.
A far segnare la crescita più cospicua è il settore produttivo, che nel 2016 fa registrare un aumento del flusso del 22,1% rispetto al 2015; a seguire il comparto commerciale, +16,6%, e infine il terziario, +12,5%. Facendo la media ponderata delle tre parti, si può concludere che il mercato immobiliare non residenziale è in grande crescita, con un aumento del numero di scambi, tra 2015 e 2016, pari al 16,1%.
Ottime notizie arrivano anche dai contratti di leasing non residenziale, un settore relativamente giovane, ma che già nel corso degli ultimi anni ha cominciato a far sentire la propria voce, perché sempre più spesso scelto dagli investitori: nel 2016, infatti, è stato confermato il trend positivo già visto nel biennio 2014-2015, superando quota 480mila nuovi contratti stipulati, dato che si traduce in una crescita percentuale, rispetto al 2015, del 16%. Nel 2016, inoltre, lo stipulato ha visto ampiamente superati i 20 miliardi di euro di investimento, confermando l’Italia come uno dei tre mercati più floridi per quanto riguardo questo particolare tipo di compravendita.
Settore produttivo: i capannoni.
Nel settore produttivo, in cui di norma si considerano le compravendite di capannoni e industrie, è il sottomercato dei capannoni a far registrare un importante balzo, realizzando nel 2016 il 22,1% di compravendite in più rispetto al 2015. Ad essere particolarmente florido è il mercato della Lombardia, prima in Italia in questo settore sia per crescita, +19,6% rispetto all’anno passato, sia per mole relativa, rappresentando da sola più di un quarto del mercato nazionale, 27%; a seguire altre tre regioni con un volume di scambi che ha superato le mille unità: in ordine Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, con tassi di crescita in tutti e tre i casi superiore al 13%.
Come accade in molta parte d’Italia con il settore residenziale, anche la quotazione media annuale nazionale, per unità di superficie, per la tipologia capannoni risulta essere stata nel 2016 pari a 506 €/mq, ben il 2% in meno rispetto al 2015, anno in cui già si era per un 1,7% rispetto al precedente. La diminuzione riguarda la totalità delle regioni, con l’eccezione di Basilicata, Liguria e Valle d’Aosta, dove il dato è stabile e che tuttavia rappresentano meno del 3% dell’intero mercato nazionale.

mycase notizie, video e servizi immobiliari
Settore commerciale: i negozi.
Importantissima crescita anche per il mercato dei negozi: nel 2016 si è registrato un aumento delle transazioni del 15,1%, in soldoni si è passati dalle 22.869 compravendite del 2015 alle 26.319 dell’anno scorso. Sugli scudi sempre la Lombardia, regione che mostra il maggior rialzo in termini di numeri, ma percentualmente si ferma al 13,9%, mentre a regimi più bassi troviamo Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Lazio, Puglia e Sicilia, tutte con rialzi percentuali superiori al 20%.
La quotazione media nazionale è pari a circa 1.600 €/mq, anch’essa, come per i capannoni, in calo del 2,4% rispetto al 2015, tendenza al ribasso condivisa da tutta Italia, con le eccezioni di Puglia e Basilicata, dove si è registrata tra 2015 e 2016 un lieve rialzo.
Settore terziario: gli uffici.
Riprende quota anche il settore terziario, in particolare circa il flusso di transazioni riguardanti gli uffici: nel 2016 sono state compravendute il 12,3% di unità immobiliari in piùrispetto all’anno precedente, flusso condiviso da tutte le regioni di Italia, anche se con picchi maggiori nel Nord. Nel 2016 è Milano la città con la quota maggiore di scambi (918 unità compravendute, +8% rispetto al 2015), ma a Firenze si distingue per la maggior dinamica in termini di quota percentuale di stock compravenduto (22,6%).
Anche in questo settore, però, troviamo in calo il prezzo medio annuale, che risulta, per il 2016, pari a 1.404 €/mq, in diminuzione del 3,6% rispetto al 2015.