Tale cifra ha collocato la regione al quarto posto per il totale erogato in Italia, con un’incidenza dell’8,11%.
Guardiamo lo studio effettuato dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa.
Osservando il grafico, possiamo notare come rispetto al medesimo trimestre dello scorso anno si registri un aumento delle erogazioni in regione del 69,3%, per una cifra di 339,5 milioni di euro.
Espandendo l’attenzione sull’andamento delle erogazioni sui 12 mesi, prendendo in esame il periodo che va da Luglio 2014 a Giugno 2015, l’Emilia-Romagna mostra una variazione in positivo del +39,0%, pare a +711,6 milioni di euro.
Dunque, nell’ultimo anno sono stati erogati 2.535,8 milioni di euro, cifra che rappresenta l’8,41% del totale italiano.
Approfondiamo ancora, prendendo in considerazione le province dell’Emilia-Romagna.
Sul podio troviamo: il nostro capoluogo, Bologna, al primo posto e segna un’erogazione di volumi per 250,5 milioni di euro, con una variazione del +82,2% rispetto allo stesso trimestre 2014. Secondo posto per la provincia di Modena che presenta un volume d’erogazione per 119,6 milioni di euro (+52,0%). Terzo posto per Parma dove sono stati erogati volumi per 82,2 milioni di euro, con una variazione pare al +53,5%.
Seguono: la provincia di Forlì-Cesena che ha erogato volumi per 78,1 milioni di euro, la sua variazione è pari ad un +83,9%; la provincia di Reggio Emilia con volumi per 76,9 milioni di euro (+44,8%); Ravenna con volumi per 72,7 milioni di euro (+72,1%); Rimini con volumi per 60,2 milioni di euro (+79,5%); Piacenza con una cifra pari a 48,5 milioni di euro (+78,2%); infine, Ferrara con un’erogazione di volumi per 40,6 milioni di euro, con una variazione del +88,8%.
Qual è l’importo medio del mutuo in regione?
Grazie all’elaborazione dei dati provenienti dalle agenzie di mediazione creditizia Kìron ed Epicas, l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato la tendenza rispetto all’importo medio di mutuo erogato: nel II° trimestre 2015 la regione Emilia-Romagna ha registrato un importo mutuarlo medio pari a 114.600 euro, in aumento rispetto a quanto rilevato durante lo stesso trimestre dell’anno precedente, quando il ticket medio ammontava a 110.800 euro.
Solitamente, colui che sottoscrive un mutuo nella regione viene finanziato circa il 3% in più rispetto al mutuatario medio italiano.
Quindi, nonostante la fine del periodo di difficoltà degli ultimi anni sia ancora distante, il mercato creditizio per le abitazioni prosegue con i suoi segnali positivi. Le erogazioni sono in aumento da un anno e mezzo e raggiungono i 10 miliardi di euro per la prima volta dal 2011!
Proseguiamo allargando l’inquadratura su tutta la penisola: anche tutte le altre regioni italiano hanno segnato volumi di erogato in aumento, anche con variazioni importanti, confermando l’andamento in positivo registrato nei due trimestri precedenti.
Come si può notare dal grafico, il forte incremento di erogazioni si vede molto nelle regioni più piccole, come: Basilicata (+115,8%), Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo (+103% ciascuna) che raddoppiano i propri volumi, un andamento che tocca anche il Molise (+99,1%) e Umbria (+98,4%), seguiti dalle Marche, Valle d’Aosta e Puglia (+90% ca.).
Restano, però, le differenze geografiche, in quanto sono generalmente le regioni del Nord Italia ad erogare di più: la Lombardia si conferma leader, con 20325,5 milioni di euro (variazione +57,4% rispetto al II° trimestre 2014); seguita da Lazio (1.397,6 milioni di euro, +66,6%), Veneto (903,1 milioni di euro, +72,2%) e la nostra Emilia-Romagna (829,2 milioni di euro).
L’ottima performance trimestrale abbinata all’andamento positivo riscontrato nei trimestri precedenti si è avuta al Sud: il Molise eroga il 56,7% in più, Campania e Puglia fanno registrare un +50%, mentre Marche ed Abruzzo incrementano i loro volumi del 45-46%.
Dal punto di vista dell’incidenza rispetto al totale erogato, la Lombardia è la regione che più contribuisce ai volumi nazionali toccando un 22,97%; a seguire il Lazio con 13,63% e il Veneto con un 9,26%. Queste tre regioni rappresentano poco meno del 46% dei volumi nazionali erogati.
Ovviamente, la Valle d’Aosta, il Molise e la Basilicata sono le regioni che meno contribuiscono ai volumi totali per ragioni di dimensioni e di territorio.
Sempre l’Ufficio Studio del Gruppo Tecnocasa, poi, ha effettuato un ulteriore studio, analizzando il soggetto mutuario-tipo del nostro Paese, basandosi su tre criteri: area di provenienza, età anagrafica, professione.
Analizziamone uno per volta:
- Area di provenienza:
Nel nostro Paese vengono finanziati principalmente cittadini italiani, infatti l’87,5% dei mutui è stato erogato ad individui di origine italiana. Meno del 10% è composto da cittadini di altri Paesi del Vecchio Continente e il 2,7% da immigrati extra-europei, ma entrambe le percentuali sono in aumento rispetto al primo semestre 2014, seppur in modo molto lieve. Dai dati raccolti si deduce che la maggior parte degli stranieri non europei proviene dall’America Centro-Meridionale, seguiti dagli africani e dagli asiatici.
Osservando la provenienza del mutuatario nell’ambito delle macroaree italiane ed incrociando i dati, risulta che gli istituti di credito tendono a finanziare cittadini non italiani maggiormente nel Nord Italia (in particolare, emerge la quota di stranieri finanziati nel Nord-Est).
- Età anagrafica:
L’età media di chi ha sottoscritto un mutuo nel primo semestre 2015 è 39,2 anni. È la popolazione più giovane a fare un maggior ricorso al mutuo e, in generale, la percentuale decresce con l’aumentare dell’età. C’è una lieve preponderanza dei 35-44enni rispetto agli under 35: la prima fascia incide per il 37,8%, quella più giovane pesa invece il 36,9%.
Le aree nelle quali si accede al finanziamento in età più avanzata sono tendenzialmente quelle centro-meridionali: nel Sud si sfiorano i 40 anni, nell’Italia Centrale si raggiungono 40 anni e mezzo, mentre nelle isole si supera addirittura la barriera dei 41 anni. Nel Nord Italia, invece, si stipulano mutui in età più giovane, e comunque al di sotto della media nazionale: 38,7 anni nel Nord-Ovest, 37,8 anni nel Nord-Est.
- Professione:
Un ulteriore fattore analizzato è quello relativo alla professione del mutuatario, da cui emerge che la sicurezza economica è tra gli elementi fondamentali richiesti dagli istituti di credito per erogare un finanziamento. Tale caratteristica identifica l’87,8% del campione, a fronte del 6,7% di chi ha un contratto di lavoro flessibile (tempo determinato o autonomo). L’83,9% è in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, mentre i pensionati rappresentano il 3,9%.
La tendenza a finanziare redditi certi (dipendenti a tempo indeterminato e pensionati) è in linea alla media nazionale nelle regioni del Nord, dove arriva quasi al 90%. Il Sud Italia si caratterizza per una quota di finanziamento a lavoratori autonomi più alta tra tutte le macroaree (4,9%). Nelle Isole, invece, si riscontra la minor incidenza di dipendenti a tempo indeterminato (79,9%) e la maggiore percentuale di pensionati (7,4%).
In conclusione, i segnali di ripresa del mercato creditizio sono sempre più evidenti. L’offerta bancaria è in via di miglioramento, anche se le politiche d’erogazione rimangono prudenziali.
In questo contesto non si può che essere soddisfatti.