Come molti operatori del settore già sanno, i tempi d’oro del mattone non torneranno, ma le compravendite immobiliari in aumento rappresentano un evidente segnale della tanto attesa ripresa. Per quanto riguarda i prezzi, invece, si prospetta un nuovo calo nel 2015: -2,9% per gli immobili residenziali, -3,1% per gli uffici e -2,6% per i negozi. In sostanza si prevede una flessione attorno al 3%, più accentuata rispetto alle previsioni elaborate da Nomisma a novembre 2014, causata soprattutto dalla deflazione. Per la fine della lunga fase di discesa dei prezzi degli immobili si dovrà attendere il 2017, anno in cui è prevista l’inversione di marcia, con un aumento tra il 2,5% e il 3% a seconda dei vari comparti. Quindi, secondo i dati elaborati dall’Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Marzo 2015, curato da Nomisma e presentato a Milano, presso Assolombarda, la situazione dei prezzi rimarrà pressoché invariata fino alla fine del 2016.
L’inversione di tendenza del numero di transazioni registrato nel 2014 è stata determinata soprattutto dai dati registrati nei comuni capoluogo di grande e media dimensione. Per il biennio 2016-2017 l’aumento delle compravendite stimato porterà a superare la soglia delle 500.000. Dati che non hanno nulla a che vedere con quelli relativi al periodo 2004-2007, quando le transazioni annue superavano le 800.000 unità, ma comunque positivi rispetto al periodo nero che sta per concludersi.
Secondo l’istituto bolognese, quindi, la prospettiva dopo la risalita è quella di una stabilizzazione delle compravendite a livelli inferiori a quelli pre-crisi, “nessuna crescita travolgente è alle porte, niente di paragonabile alla prepotente ascesa che ha caratterizzato gran parte dello scorso decennio”.
Anche per quanto riguarda la riattivazione del credito, si prospetta una situazione di relativo attendismo, a causa della consapevolezza degli eccessi del passato e il mancato smaltimento di molte “scorie”. Anche se molte realtà bancarie stanno tornando ad espandersi, per Nomisma il quadro di sostegno fortemente disomogeneo limita la crescita del settore immobiliare. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, se le compravendite nel 2014 hanno vissuto un aumento del 3,6%, quelle sostenute da mutuo sono cresciute del 12,7%, a conferma del fondamentale ruolo del sostegno bancario nelle tendenze positive del comparto. Secondo le previsioni di Nomisma, nel 2015 i mutui vedranno un aumento del 30%, a cui concorrerà anche la componente di surroga e sostituzione, per un totale erogato che si aggira attorno a 32 miliardi di euro.
Secondo il Direttore Generale di Nomisma, Luca Dondi, sono in aumento le dinamiche stesse delle erogazioni di mutui, esclusa la componente di surroga. Sul fronte “corporate” l’Italia sta mostrando importanti segnali di miglioramento, figli, però, di una dinamica continentale positiva molto marcata, in cui il nostro Paese gioca ancora un ruolo marginale. La nota positiva riguarda il risveglio dell’interesse degli investitori esteri per l’Italia, investitori che hanno smesso di abbandonare il nostro mercato. Sui mercati di Milano e Roma permane una forte concorrenza sul segmento core, nonostante il fatto che su determinati prodotti la qualità dell’offerta non soddisfa le aspettative della richiesta.