Il mese di Settembre per gli studenti universitari rappresenta l’inizio dell’anno accademico e quindi anche il momento di trovare un alloggio in affitto nel quale trascorrere il nuovo anno universitario. Gli studenti fuori sede sono circa 600.000 e gli alloggi universitari e i collegi non riescono ad assorbirne nemmeno la metà. Sono più del 60% gli studenti costretti a rivolgersi a privati o agenzie immobiliari per trovare una sistemazione.
Solo Affitti analizzando i prezzi dei posti letto nelle principali città d’Italia, ha trovato che Milano è la città più cara per affittare una stanza singola o un posto letto in una camera doppia, mentre Torino e Roma si posizionano al secondo e terzo posto della classifica. Naturalmente i prezzi variano a seconda della zona in cui si trova l’alloggio, che può essere affittato da un singolo studente o più spesso condiviso da più studenti per abbattere i costi d’affitto.
Il costo medio in Italia per affittare una stanza singola è di 308 euro al mese, mentre per un posto letto in una camera doppia si spendono in media 226 euro. La condivisione della stanza sicuramente è penalizzante dal punto di vista della privacy, ma permette un risparmio del 27%.
A Milano il prezzo medio di una camera singola è di 450 euro, mentre a Torino e Roma si spendono in media 350 euro, anche se nelle zone più comode ai principali atenei della Capitale, come Parioli, Tiburtina e San Lorenzo, si raggiungono canoni di 500 euro al mese. Per quanto riguarda il costo del posto letto in doppia invece, a Milano si aggira attorno ai 320 euro al mese, a Torino attorno ai 270 euro, mentre a Roma troviamo maggiore variabilità, con canoni medi che vanno dai 200 euro ai 350 euro nei pressi della Luiss e della Sapienza.
Tra le città più care troviamo i seguenti canoni d’affitto rispettivamente per la singola e per un posto in doppia: Trento 320 euro e 250 euro, Firenze 320 e 230 euro, Siena 300 euro e 250 euro, Napoli 300 euro e 200 euro, Bologna e Genova 280 euro e 200 euro e Trieste 250 euro e 175 euro. Mentre le città universitarie del sud Italia risultano più economiche con i seguenti costi rispettivamente per la singola e per un posto letto nella doppia: Cosenza 220 euro e 180 euro e Bari e Catania con canoni inferiori ai 200 euro. Perugia, dove una stanza singola costa in media 150 euro e un posto in doppia circa 125 euro, si guadagna il primato come città più economica per i suoi studenti.
Per quanto riguarda le tipologie di contratti d’affitto, nel 48,8% si tratta di concordati per studenti universitari fuori sede, mentre nel 25,6% di casi si tratta di contratti liberi 4+4, che vengono scelti soprattutto in città come Milano e Bari dove gli accordi territoriali per il canone concordato risultano datati e con valori non aggiornati ai canoni di mercato attuali. Il contratto di posto letto viene scelto solo nel 15,7% dei casi, forse perchè prevede non solo la condivisione di cucina e bagno ma anche della stanza stessa e la presenza con residente del proprietario dell’alloggio.
Ciò che porta gli studenti fuori sede a scegliere un alloggio piuttosto che un altro è sicuramente la vicinanza geografica all’università e la comodità ai servizi e ai mezzi di trasporto che vengono esplicitamente richiesti nel momento della ricerca rispettivamente nel 75% e nell’80% dei casi. Tra le priorità degli studenti, nel 55% dei casi troviamo la disponibilità di una stanza singola, nel 40% dei casi l’arredamento moderno, per un altro 40% la presenza di lavastoviglie e lavatrice. Mentre solo il 10% da importanza alla dotazione Wi-Fi, il 15% richiede la possibilità di alloggiare con inquilini dello stesso sesso.
Come abbiamo visto, i prezzi medi degli alloggi, nonostante il calo del 2,9% rispetto all’anno scorso, restano ancora abbastanza elevati contribuendo a far crescere il fenomeno del pagamento in nero del canone d’affitto, che l’introduzione della cedolare secca avrebbe dovuto contrastare. Secondo un indagine promossa da Contribuenti.it, nel 2014 il 76% degli studenti universitari italiani ha un contratto di affitto in nero o comunque irregolare, registrando un aumento del 5% rispetto all’anno scorso. Purtroppo, non resta che constatare la bassissima percentuale di contratti regolari che vengono stipulati solamente dal 24% degli studenti universitari fuori sede.
Le locazioni in nero degli immobili a studenti italiani sono quasi il cinque volte quelle della Francia e della Germania. Subito dopo il nostro Paese, nella classifica della percentuale di affitti studenteschi irregolari, troviamo la Grecia con il 67%, la Romania con il 65%, la Slovacchia con il 57%, la Bulgaria con il 52% e Cipro con il 45%.
Se a livello nazionale l’aumento del fenomeno è stato del 5%, analizzando la distribuzione nelle varie regioni italiane troviamo valori diversificati: la Lombardia ha subito l’aumento maggiore di affitti in nero registrando un +7,3%, al secondo posto troviamo il Lazio con un +6,8%, mentre al terzo posto il Veneto con +6,7%, seguono Piemonte con +5,6%, Liguria con +5,2%, Emilia Romagna con +4,7%, Toscana con +4,6%, Trentino con +3,5%, Marche con +3,3%, Puglia con +3,2%, Sicilia con +2,8%, Calabria con +2,6%, Umbria con +2,5%, Campania con +2,2%, Abruzzo con +1,6% e Molise con +1,1%. A livello territoriale, il fenomeno degli affitti in nero è maggiormente diffuso nel Nord-Ovest con un 28,4% del totale nazionale, seguito dal Centro con il 27,1%, dal Nord-Est con il 26,3% e dal Sud con il 18,2%.
Come denuncia il presidente di Contribuenti.it, Vittorio Carlomagno, “Grandi e piccoli proprietari di case affittano solo a nero le case agli studenti universitari evadendo imposte dirette e indirette. Per debellare tale malcostume, basterebbe consentire alle famiglie di poter detrarre integralmente il canone di locazione dalla dichiarazione dei redditi”.