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Mercato Immobiliare

REGGIO EMILIA: 100 nuovi alloggi a canone concordato per cittadini in difficoltà

Il piano di social housing di Acer e Comune prevede l’acquisto di 100 alloggi già esistenti da destinare all’edilizia sociale convenzionata, grazie ad un finanziamento della Cassa depositi e prestiti.

L’intesa per il social housing firmata fra il Comune di Reggio Emilia, l’Azienda casa Emilia-Romagna e la società Cdp Investimenti controllata dalla Cassa depositi e prestiti, va a sostegno di quei cittadini che non posseggono i requisiti necessari per ottenere l’assegnazione di un alloggio popolare a canone sociale, ma comunque in una situazione economica difficoltosa che non permette il pagamento di un mutuo o di un affitto a libero mercato.

Per questo si cercano 100 alloggi, nelle zone del centro e della periferia della città, da offrire ad un canone calmierato, che nel caso di un bilocale non supererà i 350 euro mensili. Tali alloggi verranno acquistati dalla Cassa depositi e prestiti con un investimento di 10 milioni di euro provenienti dal Fondo investimenti per l’abitare, a cui contribuiscono anche enti assicurativi e previdenziali. Le giovani coppie e i cittadini appartenenti al ceto medio che con la crisi si sono andati ad aggiungere alle fasce sociali per tradizione svantaggiate dal punto di vista abitativo, potranno affittare a canone calmierato uno di questi alloggi, eventualmente con possibilità di riscatto.

Questo patrimonio verrà amministrato da Acer, che al momento si occupa della gestione di oltre 5.000 alloggi, molti dei quali a canone calmierato o di proprietà di privati cittadini convenzionati. Come sottolinea il sindaco di Reggio Emilia, Luca vecchi, “Con questa operazione non vogliamo soltanto dare una risposta a una domanda di carattere sociale. Intendiamo anche infondere un’importante iniezione a dinamiche di sviluppo economico”.

Questo piano di edilizia sociale, infatti, non prevede la costruzione di nuovi edifici e ulteriore consumo di suolo, come in passato, ma l’acquisto di 100 alloggi già esistenti, eventualmente anche da ristrutturare. Grazie al calo dei prezzi delle abitazioni, si tratta di un’operazione particolarmente vantaggiosa, che porterà una sferzata di aria fresca al mercato immobiliare dell’usato residenziale che esce da una fase di profonda depressione. Come spiega il vicesindaco, Matteo Sassi, “Puntiamo a incidere in ambiti di riqualificazione urbana senza consumare altro suolo”. Aggiunge Francesco Notari, assessore al patrimonio, “In questo momento molti proprietari sono propensi a vendere perchè i loro immobili non assicurano più una rendita soddisfacente, visto anche l’aumento delle imposte”.

Il target di immobili ricercati comprende soprattutto edifici con più alloggi, escludendo naturalmente case singole e ville, situati in quartieri storicamente depressi o in zone recentemente colpite dal degrado. Si apre quindi la caccia agli immobili nella zona del “popolo giusto”, tra via Roma, via Secchi, via Bellaria e via Filippo Re che, pur ospitando un alto numero di immigrati, risulta interessante perchè all’interno del centro storico; Santa Croce esterna e via Turri; mentre in via Compagnoni e via Fenulli sono previste nuove costruzioni, che comunque non andranno a consumare nuovo suolo, ma che sorgeranno in aree già occupate da case popolari demolite di recente.

Come rimarca il presidente di Acer, Marco Corradi, “Il social housing si rivolge a cittadini che appartengono alla fascia grigia del ceto medio, in particolare ai giovani che non riescono ad emanciparsi dalla dipendenza dai genitori”. In Italia, la Cassa depositi e prestiti ha messo in campo 2 miliardi di euro per avviare progetti di questo tipo in varie città italiane, fra cui anche Parma e Bologna. Come spiega Paola Delmonte, direttore responsabile di Social housing, “Di norma destiniamo un terzo degli alloggi alla vendita a prezzi convenzionati, un terzo all’affitto con possibilità di riscatto entro 8-12 anni e un terzo alla locazione. Vedremo quale sarà la domanda a Reggio. A Parma all’inizio ci è stata richiesta soltanto la semplice locazione, poi anche quella con possibilità di riscatto. L’eventualità di accedere anche all’acquisto diretto è legata agli incentivi di 30 o 40.000 euro concessi in passato dalla regione e alle condizioni per accedere ai mutui”.

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