Il “Rapporto immobiliare 2014” elaborato dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate e dall’Abi riporta netti segnali di miglioramento sul mercato immobiliare residenziale con un aumento dei mutui del 20% nel primo trimestre del 2014 e una maggiore possibilità delle famiglie di accedere all’acquisto di una casa. Dopo un 2013 dipinto come l’anno peggiore per il mercato immobiliare, che ha subito un crollo tale da toccare i livelli del 1985, lo scenario del 2014, grazie alla riattivazione del credito, si presenta differente e carico di buone speranze.
Se nel 2012 gli italiani hanno comprato casa per una spesa complessiva di 75,7 miliardi di euro, nel 2013 il fatturato complessivo ha raggiunto solamente 67,5 miliardi, circa 8 miliardi di euro in meno sul mercato con serie difficoltà per tutto il settore. Nel 2012 il volume delle compravendite si era attestato a 448.364 unità, mentre nel 2013 si è registrata una flessione del 9,2% con solamente 406.928 unità immobiliari compravendute, valori inferiori rispetto a quelli registrati addirittura nel 1985. Il calo maggiore si è registrato dal mercato immobiliare delle isole (-10,8%) e dalle aree del Centro Italia (-10,3%), seguono il Meridione (-9,8%), il Nord-Ovest (-8,8%) e il Nord-Est (-7,5%). Le compravendite immobiliari nelle grandi città hanno registrato in media un calo complessivo del 5,5%, con le flessioni maggiori a Napoli (-15,2%) e Genova (-10,3%), Roma si avvicina alla media (-7,3%), mentre in controtendenza troviamo Bologna con un lieve aumento (+1,5%) e Milano con valori positivi più decisi (+3,4%).
Il calo diventa più marcato nei Comuni delle province delle grandi città, con una flessione media complessiva del 10,6%: si registra il calo maggiore nella provincia di Roma (-13,8%), Milano (-11,1%), Torino e Genova (-10,2%), mentre in provincia di Bologna permane il segno negativo ma con valori più moderati (-5,7%). Analizzando le tipologie di immobili che maggiormente hanno subito il calo delle compravendite, troviamo al primo posto i monolocali (-10,5%) e al secondo posto le case di piccole dimensioni (-9%), mentre le abitazioni di medie dimensioni sono state le più vendute.
Una delle maggiori cause indicate come colpevoli di questa situazione di crisi è sicuramente la difficoltà di accesso ai mutui, che sembra essersi attenuata già a partire dall’inizio del 2014. Infatti, nel primo trimestre di quest’anno, secondo il campione di 88 banche analizzato dall’Abi, si è registrato un aumento superiore al 20% di nuovi mutui erogati per l’acquisto di abitazioni, rispetto allo stesso periodo del 2013.
La riattivazione del credito e il miglioramento dei tassi d’interesse dei mutui, insieme al prezzo delle case ancora in discesa, quindi più abbordabile rispetto al reddito disponibile, determina un significativo miglioramento dell’indice di accessibilità delle famiglie all’acquisto di una casa, riportandolo in linea con i valori precedenti la crisi. L’indice pari al 6,7% registrato alla fine del 2013, mostra un miglioramento di 2,1 punti percentuali rispetto al primo semestre dell’anno scorso, tornando ai livelli del primo trimestre del 2006. Come sottolineano Abi e Agenzia delle Entrate, si tratta di un miglioramento delle possibilità di acquisto che coinvolge tutte le famiglie, “anche segmenti di famiglie che continuano a presentare particolari fragilità rispetto al tema dell’acquisto di un’abitazione: quelle delle famiglie di giovani e quelle che abitano nei grandi centri urbani”. Ormai più della metà dei nuclei familiari presentano un reddito sufficiente a coprire almeno il 30% del costo annuo del mutuo, percentuale in buona ripresa rispetto a cinque anni fa.
Come ha sottolineato il direttore generale dell’Abi Sabatini. “Sul fronte dei muti per le abitazioni i segnali cominciano ad essere positivi.” Ora con i prezzi delle case in discesa e il potere d’acquisto delle famiglie in aumento è possibile trovare occasioni davvero interessanti e concludere ottimi affari.