In attesa della Local Tax, che per il 2016 dovrebbe unificare Imu e Tasi, andiamo ad effettuare un ripasso delle regole dello scorso anno, in gran parte valide anche per il pagamento del tasse sulla casa previste per il 2015.
L’Imu deve essere versata dai proprietari di seconde case e di prime abitazioni di lusso, appartenenti alle categorie A/1, A/8 e A/9. Viene considerata prima casa l’abitazione utilizzata come dimora abituale dal proprietario e dal suo nucleo familiare a condizione che vi risiedano anagraficamente. Oltre alle prime abitazioni, risultano esenti dal versamento dell’Imu anche i terreni agricoli per imprenditori agricoli e coltivatori diretti e tutti i terreni ubicati in comuni montani. La Tasi, invece, è dovuta sia per le prime che per le seconde case. Per gli immobili in affitto, l’imposta sui servizi indivisibili deve essere suddivisa tra proprietario e inquilino, a cui spetterà il pagamento di una quota compresa tra il 10 e 30% dell’imposta.
Imu e Tasi devono essere versate in proporzione alla quota d’immobile posseduta e ai mesi di possesso nell’anno solare di riferimento, considerando per intero il mese in cui il possesso si è protratto per almeno 15 giorni.
Riguardo alla base imponibile di Imu e Tasi per il 2015, si parte dalla rendita catastale, rivalutata del 5% e moltiplicata per il coefficiente, che varia in base alla alla tipologia di immobile. Per alcune tipologie immobiliari particolari sono previste agevolazioni, come nel caso dei fabbricati di interesse storico o artistico la cui base imponibile è ridotta del 50%.
Per quanto riguarda le aliquote delle imposte sulla casa, l’aliquota di base per l’Imu è il 7,6 per mille e i Comuni hanno facoltà di ridurla fino al 4,6 per mille o aumentarla fino al 10,6 per mille. Per quanto riguarda la Tasi, invece, l’aliquota di base è dell’1 per mille, con un massimo del 2,5 per mille. Anche per il 2015 è garantita ai comuni la facoltà di aumentare l’aliquota dello 0,8 per mille raggiungendo un massimo del 3,3 per mille e dell’11,4 per mille.
In caso di mancata delibera entro il 16 giugno, l’acconto verrà calcolato applicando le aliquote 2014. Per il momento, secondo un’analisi condotta da Confedilizia sui dati forniti dal Ministero delle Finanze, solamente 31 capoluoghi italiani su 117 hanno provveduto ad aggiornare le aliquote. Solamente 10 capoluoghi di provincia hanno cambiato le aliquote Tasi rispetto all’anno scorso: Barletta, dove l’aliquota sulla prima casa passa dal 3,3 al 2,7 per mille; Mantova, dal 2,4 al 2,2 per mille; Modena, dove l’aliquota aumenta dal 3,1 al 3,3 per mille e Sondrio, che passa dal 2,1 al 2,5 per mille.
Per quanto riguarda l’Imu, solamente tre comuni hanno aumentato l’aliquota: Livorno al 10,6 per mille; Urbino al 10,5 per mille e Pordenone all’8,8 per mille, mentre Enna e Padova l’hanno diminuita.
Quindi, nella grande maggioranza dei casi le novità riguardo alle aliquote sono rinviate al saldo previsto per dicembre. Le amministrazioni comunali saranno tenute ad aggiornare le aliquote non oltre il 21 ottobre, con pubblicazione sul sito delle finanze entro il 28 ottobre.
Per quanto riguarda le modalità di pagamento delle tasse sulla casa, è possibile effettuare il versamento tramite bollettino postale o con il modello F24. In questo caso si dovrà inserire il codice tributo nella sezione “Imu e altri tributi locali”.