Se state pensando di accendere un mutuo, queste settimane potrebbero essere le ultime per farlo sfruttando i tassi fissi a prezzi stracciati: sembra infatti che si stia concludendo la fase dei mutui ai minimi storici, o almeno questa è l’inevitabile previsione sulla base degli ultimi dati registrati a Gennaio 2017 e analizzati da La bussola CRIF, in collaborazione con Mutuisupermarket. Già, perché se da Settembre 2016 gli indici di riferimento stanno facendo segnare una rapida ascesa, nel mese appena trascorso si è assistiti a una sensibile revisione dei tassi di offerta sui mutui a tasso fisso.
Perché la situazione si più chiara a tutti, il bollettino trimestrale prodotto dai due istituti di ricerca appena citati contiene un esempio pratico che ben illustra come è cambiata la situazione da pochi mesi a questa parte: per un’operazione di mutuo da 140.000€, di durata 20 anni, su un valore immobiliare di 22.000€, i migliori tassi finiti per i mutui a tasso fisso si trovano a Gennaio 2017 attorno all’1,70%, contro l’1,55% di Ottobre 2016, in appena tre mesi c‘è stato un aumento dello 0,15%. E attenzione, questo aumento non assorbe completamente l’aumento reale registrato degli indici IRS che, per i mutui a durata ventannale, per restare nel caso esempio, sono cresciuti nel periodo Ottobre-Gennaio addirittura di 40 punti base, ovvero lo 0,40% (da 0,90% a 1,30%): pare inevitabile, quindi, che i tassi fissi continuino a crescere anche nei mesi a venire.
Certo è che le condizioni restano comunque, visto lo storico degli anni passati, ancora estremamente favorevoli per privati e famiglie che intendono sottoscrivere un nuovo finanziamento per l’acquisto di un immobile o per la surroga del proprio mutuo in essere. Ma dopo almeno 12 mesi di contrazioni ininterrotte delle offerte di mutui, occorre evitare di temporeggiare troppo, o potrebbe essere troppo tardi.
Andamento delle richieste.
Nel 2016 gli italiani preferiscono ancora il tasso fisso, richiesto dalla maggioranza degli interessati sia tramite il canale online, attraverso il quale, nel quarto semestre dello scorso anno, si è registrata un’incidenza superiore al 56%, che tramite il canale tradizionale, dove nei primi 9 mesi del 2016 si è addirittura superato il 60% delle richieste di tasso fisso sul totale dei mutui erogati. Complici e motivi di tali dati sono sicuramente i tassi finiti per i mutui a tasso fisso, nel 2016 ancora prossimi ai minimi storici, ma anche il peso delle nuove rischieste di mutuo con finalità di surroga, che sul canale online risultano essere ben il 77% dei casi a tasso fisso, ovvero più di 3 richiedenti su 4.
La componente surroga.
Considerando le nuove erogazioni di mutuo c‘è una disparità percentuale evidente del peso delle surroghe sulla base del canale utilizzato per la richiesta: online tale finalità rimane sostanzialmente costante nel quarto trimestre 2016, appena oltre il 56% (minore rispetto al 2015 n cui si era registrato anche un 65%); mentre attraverso il canale tradizionale, il peso delle surroghe si è attestato appena intorno al 25%, in costante e prograssiva contrazione.
Questo minor peso specifico, che ci si aspetta in ulteriore riduzione nell’anno appena iniziato, si può spiegare in parte con l’inevitabile progressivo svuotamento del bacino dei potenziali mutuatari interessati a rottamare il vecchio mutuo, in parte con il progressivo aumento dei tassi IRS, come si diceva in apertura, iniziato a Settembre 2016, e di conseguenza per l’aumento dei tassi finiti per i mutui di surroga a tasso fisso.
Nuovi mutui e importi.
Tornano a crescere, dopo mesi di cautela da parte dei nuovi mutuatari, gli importi medi richiesti sui nuovi mutui: se nel quarto trimestre 2015 l’importo medio si aggirava intorno ai 119.500€, nel quarto trimestre di un anno dopo l’importo medio cresce sostanzialmente e raggiunge quasi i 125.000€. In aumento, seppur più lieve, anche gli importi medi dei mutui erogati, che passano dai 111.000€ circa del primo trimestre 2016, ai quasi 114.000€ del quarto.

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La parola degli esperti: il mercato è ancora favorevole.
Stefano Rossini, Amministratore e Fondatore di MutuiSupermarket.it, ha così commentato la situazione italiana: “Nonostante i tassi inizino a segnare una lenta tendenza al rialzo, il contesto di mercato rimane estremamente favorevole alla sottoscrizione di nuovi finanziamenti casa, con offerte mutuo sempre molto competitive e banche che continuano a investire sul prodotto con politiche commerciali aggressive. La domanda di nuovi mutui chiude infatti l’anno 2016 in accelerazione con un +21% su Dicembre e un + 13% a livello annuo. Non è detto però che tali condizioni per certi versi ottimali siano destinate a rimanere invariate anche sui prossimi mesi. In questo senso, sarà necessario monitorare l’evolversi dei tassi di offerta sui mutui e dei prezzi immobiliari per verificare la sostenibilità della crescita della domanda registrata negli ultimi mesi e quindi le prospettive di sviluppo del mercato mutui sull’anno appena iniziato”.
Rischiosità ai minimi storici (nel post-crisi).
Spiega questo fenomeno Stefano Magnolfi, Direttore Real Estate Services di CRIF: “Un fenomeno interessante che ha caratterizzato tutto il 2016 è stato sicuramente il lento ma progressivo calo del tasso di default dei mutui immobiliari. A settembre 2016 la rischiosità dei mutui ha infatti raggiunto l’1,4%, il livello più basso osservato negli ultimi 4 anni. Questo andamento, che ha caratterizzato non solo i mutui ma tutto il comparto del credito alle famiglie (prestiti finalizzati e personali), può essere spiegato da molteplici fattori. In buona parte a contribuire alla riduzione della rischiosità del credito sono state le banche stesse, che hanno iniziato ad adottare politiche di selezione più attente nel tentativo di evitare ulteriori crediti deteriorati in futuro. Inoltre, hanno di certo contribuito anche il livello dei tassi di interesse, che si sono mantenuti bassi per tutto il periodo di osservazione, l’aumento tendenziale del reddito pro-capite e la possibilità di rinegoziare le condizioni del prestito, che ha agevolato le famiglie a rendere più sostenibile il proprio debito”.