La BCE (Banca Centrale Europea) ha ritoccato al rialzo il costo del denaro (+0,25%), portando i tassi d’interesse all’1,25%, con conseguente incremento della rata dei mutui. I rialzi previsti sui tassi sono i seguenti: 4 ritocchi da 0,25% da qui al 2012, con spread al 2,2% costante ed Euribor a +1,1% (quindi dall’1% del gennaio 2011 al 2,1% del dicembre 2012).
Questa probabile mossa ha già prodotto i suoi effetti. Infatti il tasso Euribor (il tasso interbancario utilizzato come base di calcolo dei mutui a tasso variabile) è già salito. Quello a 6 mesi è passato dall’1,23% del 3 gennaio scorso, all’1,49% di oggi. Inoltre anche i mercati hanno già scontato questa decisione.
Anche l’inflazione sta rialzando la testa e l’attesa di un suo aumento ha contribuito al risveglio dell’Euribor, i cui minimi ormai sono stati superati da tempo. La conseguenza di questa situazione molto delicata è, quindi, l’aumento del costo del denaro.
L’aumento dei tassi è un segnale sempre controverso e complesso. Perché, se da un lato è positivo e fa capire che la fase di ripresa dell’economia è in atto, dall’altro colpisce le famiglie, in quanto le rate dei prestiti e dei mutui a tasso variabile saranno più alte. Inoltre, se da un lato cresceranno i rendimenti dei titoli di Stato, favorendo gli investitori, dall’altro aumenteranno gli interessi che lo Stato dovrà corrispondere agli stessi investitori, con conseguenze pesanti sul già enorme debito pubblico. mondiale.
Ciò non vuol dire che la nuova fase che si sta aprendo sia, di riflesso, allarmante (posto che le banche non ne approfittino per aumentare gli spread). Questo perché i tassi restano decisamente più bassi della media storica (3%) e prima che vi arrivino ci vorranno ancora almeno un paio d’anni. E quand’anche vi arrivino non è detto che continuino poi a crescere. Tutto è legato al quadro congiunturale dell’Eurozona. Più forte sarà la ripresa, maggiore sarà la spinta verso la normalizzazione dei tassi, e viceversa.
Cosa succede per chi ha un mutuo o vuole sottoscriverlo? Chi ha un tasso variabile non deve preoccuparsi di aumenti improvvisi ed esorbitanti della propria rata: l’aumento di oggi farebbe salire di 10 – 15 euro la rata di un mutuo da 100.000 euro. Va comunque rimarcato che fin dal 2006 il tasso variabile non è la soluzione prevalente nelle scelte degli italiani per il mutuo, dato che tassi fissi e variabili con cap costituiscono la buona maggioranza dei mutui più recenti.
Anche nel primo trimestre 2011 vi è la prevalenza di richieste di nuovi mutui per fissi e cap (60 % del totale), anche grazie alle offerte di alcune banche che tuttora consentono di avere mutui con tassi fissi tra il 4,40% ed il 4,70%, quindi a livelli molto contenuti e convenienti.
Tali tassi restano interessanti anche per la surroga, per chi voglia sostituire senza costi un mutuo a tasso variabile con una rata certa e comunque conveniente.
Alcuni segnali del mercato sembrano del resto disegnare un certo qual maggiore ottimismo: le richieste di mutui per acquisto casa sono tornate nel 2011 sopra il 70% del totale, livello che non vedevano fin dal 2006.