Secondo il Bollettino Statistico di Bankitalia da poco pubblicato, il I trimestre 2015 ha registrato una prosecuzione della tanto attesa riattivazione del credito, con i nuovi mutui concessi alle famiglie per comprare casa che hanno raggiunto i 7 miliardi di euro. Rispetto al I trimestre 2014, quando il valore dell’erogato si assestava a circa 5,2 miliardi di euro, si registra un notevole aumento del 35%. In pratica le famiglie italiane, nel I trimestre 2015, hanno ottenuto 1,8 miliardi di euro in più rispetto allo stesso periodo 2014, per comprare casa.
Il crollo del flusso di erogazioni bancarie alle famiglie, iniziato all’inizio del 2012, ha raggiunto il minimo nel 2013, quando il valore dell’erogato non è riuscito a raggiungere i 5 miliardi di euro. Anche se l’aumento delle erogazioni rappresenta un segnale positivo anche sul fronte delle compravendite immobiliari, i volumi pre-crisi che sfioravano i 14 miliardi di euro, sono ancora molto distanti. Infatti, paragonando il primo trimestre 2015 agli stessi periodi degli anni dal 2005 al 2008, quando il flusso di erogazioni toccava il picco massimo con 14 miliardi di mutui erogati, si può notare che il credito alle famiglie è ancora bloccato al 50%. Sta di fatto che il mercato del credito per l’acquisto di abitazioni continua a mandare segnali positivi, con le erogazioni in crescita da 5 trimestri consecutivi. Trend di crescita confermato anche dalle performance registrate mensilmente, con notevoli incrementi a partire dalla fine della scorsa estate, che da Febbraio in poi hanno superato ampiamente il 50%.
Analizzando l’andamento su un periodo di 12 mesi, attraverso i mutui erogati da aprile 2014 a marzo 2015, le famiglie italiane hanno ottenuto finanziamenti finalizzati all’acquisto della casa per poco meno di 26 miliardi di euro, con un aumento che sfiora il 20% rispetto ai 12 mesi precedenti, 4,3 miliardi di euro in più.
L’incremento dei mutui erogati registrato durante i primi tre mesi del 2015, risulta generalizzato a tutte le macroaree del Paese, ormai da tre trimestri consecutivi. L’aumento più consistente, però, si registra nell’Italia Nord-Orientale che, arrivando a quasi 1,6 miliardi di erogato, ha visto un incremento dei volumi del 40,1% rispetto al I trimestre 2014. Il Centro e il Sud registrano un aumento del 37,5% rispetto all’anno scorso ma con volumi nettamente inferiori. Infatti al Sud sono stati erogati mutui per un valore di 935,2 milioni di euro, mentre al Centro per poco più di 1,7 miliardi di euro. Al primo posto per volumi erogati troviamo la macroarea Nord-Occidentale, che con 2,38 miliardi di euro erogati segna un aumento del 31,2% rispetto allo stesso periodo del 2014. In Sardegna e in Sicilia, invece, sono stati erogati mutui per un valore complessivo di 411,3 milioni di euro, con aumento del 23,4%.
Estendendo l’analisi dell’andamento ad un periodo di un anno, tra aprile 2014 e marzo 2015, si conferma un generalizzato trend di crescita a livello di ogni macroarea del Paese, con l’incremento maggiore registrato al Sud, +26,3%, e nelle Isole, +22,1%. Le erogazioni nel Meridione arrivano quasi a quota 3,4 miliardi di euro, mentre Sicilia e Sardegna circa 1,5 miliardi di euro. Al Nord-Ovest, invece, troviamo il valore erogato maggiore, circa 9 miliardi di euro, con un aumento del 18,4%. Con un notevole distacco, troviamo il Centro con un volume erogato di quasi 6,2 miliardi di euro, in aumento del 21,5%. Anche il Nord-Est registra un’ottima performance con un incremento del 16,5% e un volume erogato che supera i 5,8 miliardi euro.
I volumi erogati registrano un aumento anche a livello regionale, con notevoli variazioni che confermano il trend di crescita registrato anche nel trimestre precedente. Se tutte le regioni vedono un incremento dei volumi erogati, il miglior andamento si osserva in Veneto, che con 675,6 milioni di euro erogati vede un’impennata del 50% rispetto al I trimestre dell’anno scorso. A seguire troviamo il Piemonte, Molise e Puglia, con un aumento che si aggira attorno al 43,5%, e Calabria, Liguria, Marche e Toscana, con circa il +40%. Le regioni del Nord sono quelle in cui mediamente gli importi erogati risultano superiori, con la Lombardia al primo posto con un valore di oltre 1,57 miliardi di euro erogati, +36,3% rispetto all’anno scorso, seguita da Lazio con 1 miliardo di euro, Veneto con 675,6 milioni di euro, ed Emilia Romagna con 582,3 miliardi di euro.
Restringendo ancora di più il punto d’osservazione, delle 110 province analizzate solamente 6 hanno registrato un andamento negativo, mentre tutte le altre mostrano un andamento in linea con i valori in aumento emersi fino ad ora. La migliore performance spetta alla provincia di Rovigo, dove il volume di erogazione risulta addirittura più che triplicato rispetto al primo trimestre 2014, +217,4%, mentre in due province piemontesi troviamo valori più che raddoppiati, si tratta di Cuneo con il +109,4% e Novara con il +103,2%. Le performance peggiori invece si registrano nelle provincie di Carbonia-Iglesias, con un calo del 24%, e Crotone, che segna un -19,9%.
Per quanto riguarda le consistenze, nei primi tre mesi del 2015 si ha uno stock di mutui in essere che arriva quasi a sfiorare i 293 miliardi di euro, circa lo stesso registrato nell’ultimo trimestre 2014 ma in calo dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sostanzialmente, in seguito all’incremento registrato nel 2011, prosegue la lenta ma costante diminuzione delle consistenze che ha avuto inizio nel I trimestre 2012.
L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha quantificato l’importo medio di mutuo erogato nel I trimestre 2015, che a livello nazionale si attesta a circa 108.000 euro, in calo del 1,7% rispetto al I trimestre 2014. La situazione mostra una notevole variabilità a seconda delle differenti aree del Paese, con il Nord in linea con i valori nazionali, il Centro con un importo medio di mutuo nettamente più elevato, 117.900 euro, mentre il Sud, che registra l’importo medio più basso di 99.600 euro, insieme alle Isole, si posiziona al di sotto della media nazionale. Anche a livello regionale permane una certa variabilità dovuta a fattori socio-economici. Il ticket medio di mutuo più elevato si registra nel Lazio, 123.800 euro, con un lieve calo dello 0,9% rispetto al I trimestre 2014, mentre quello più basso si registra in Abruzzo, 76.200 euro. Troviamo l’incremento maggiore in Umbria, che con il +14,1% si attesta a 100.300 euro. Incrementi maggiormente contenuti invece si registrano in Emilia Romagna, che con un rialzo del 3,2% si attesta ad un ticket medio di mutuo pari a 105.900 euro, e in Toscana, che segna un +2,3% attestandosi a 113.100 euro.
Per quanto riguarda l’andamento dei tassi di interesse, sono stati diversi i tagli effettuati sui tassi di riferimento BCE effettuati dalla Banca Centrale Europea sotto la spinta delle dinamiche economico-finanziarie che hanno influenzato l’Area Euro dall’estate 2011. Tagli che da metà 2012 a inizio settembre 2014, hanno portato alla quota minima mai registrata dello 0,05%.
Naturalmente, il tasso Euribor (3 mesi) ha seguito il trend degli interventi della BCE, con una discesa dall’1,60% registrato a metà 2011, fino a quota 0,18% di Dicembre 2012, attestandosi poi appena sopra lo 0,2% negli anni 2013 e 2014 e arrivando a scendere sotto allo 0,1% dalla seconda metà 2014 e toccando addirittura valori negativi a Maggio e Giugno 2015.
Diverso l’andamento dell’Eurirs (25 anni), che dopo essersi mantenuto intorno al 3,4% nel 2011, è sceso a quota 2,13% a Giugno 2012 per poi tornare a crescere fino a 2,75% a settembre 2013, registrando un’altra fase discendente che lo ha portato ad un minimo dello 0,82% ad Aprile 2015 ed una successiva ripresa che lo ha portato ad attestarsi all’1,62% a Giugno 2015.
Per fare un esempio di cosa significhi significhi sostenere il pagamento di un mutuo oggi, secondo i valori registrati a Giugno 2015, un mutuo ipotecario del valore di 110.000 euro da restituire in 25 anni, ipotizzando uno spread medio indicativo di mercato pari a 1,80 bps sia per tasso fisso che variabile, si pagherà una rata mensile di 635 euro per mutuo a tasso fisso, e una rata di 546 euro per il tasso variabile.