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Mutui, a giugno le richieste tornano a crescere dopo 15 mesi di contrazione

Secondo i dati del Baromentro Crif, giugno 2018 è stato il mese dell’inversione di tendenza. Dopo oltre un anno di continuo calo del numero di richieste di mutuo, ecco finalmente un dato positivo, da attribuirsi sicuramente ai tassi d’interesse bassissimi. Ma anche i mutui verdi hanno fatto la loro parte.

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Il mercato dei mutui sembra essere in ripresa, con la domanda da parte delle famiglie che torna a crescere. I consueti dati pubblicati dal Barometro Crif mostrano, infatti, che nel mese di giugno è finalmente avvenuta la tanto attesta inversione di rotta. I valori mostrati nell’ultimo report si riferiscono ai primi 6 mesi del 2018 in cui, in particolare, si nota come nel mese di giugno le richieste di accesso ad un finanziamento siano cresciute del 3,6% rispetto al mese corrispondente dell’anno scorso. Questo nonostante nell’arco del semestre l’andamento sia ancora fortemente negativo: -4,4% rispetto ai primi due trimestri del 2017.

Perché allora questo dato è così significativo?

In primo luogo, perché è la prima rilevazione mensile positiva dopo ben 15 mesi di costante contrazione. Ma anche perché, a fronte di un normale calo delle richieste di surroga (che nel 2016 rappresentavano il 25% sul totale dei finanziamenti e nel 2017 ancora il 17%), il mercato risulta finalmente trainato dalla richiesta di nuovi

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Simone Capecchi, Executive Director di Crif, ha così commentato i nuovi dati: “Questa dinamica positiva si riflette anche sulla crescita dell’importo medio richiesto e sull’allungamento dei piani di rimborso. Ovviamente un singolo mese non può rappresentare un indicatore assoluto di una vera e propria inversione di tendenza. La componente dei nuovi mutui, però, è destinata a consolidarsi, sostenuta dal miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie e da tassi di interesse ancora appetibili”.

I dati del primo semestre 2018.

Nei primi 6 mesi dell’anno è cresciuto, dello 0,9%, l’importo medio richiesto rispetto al corrispondente mese del 2017 (assestandosi intorno ai 126.000 euro). A tal proposito, dai dati Crif si evince come sia molto omogenea la distribuzione per classi di importo. La fascia più richiesta è quella tra i 100 e i 150mila euro, con il 29,7%, seguita a ruota da quella fino a 75.000 euro, che ha coperto il 26,2% del totale. Intorno al 20% quella tra i 150 e i 300mila euro e quella tra i 75.000 e i 100.000 euro.

Per quanto riguarda la durata dei finanziamenti, oltre il 70% delle richieste è per un piano di rimborso superiore ai 15 anni. La fascia, in questo senso, che ha avuto maggior successo tra i richiedenti è stata, infatti, quella compresa tra i 16 e i 20 anni, che ha coperto il 26% del totale. Rispetto all’età dei richiedenti, interessante è notare come sia in continua crescita “il peso” dei più giovani. La fascia tra i 25 e i 34 anni, infatti, ha superato il 25% delle richieste (+0,7% rispetto ai primi 6 mesi del 2017). La fascia d’età che ha registrato più richieste, nonostante il -1,1% rispetto al 2017, è ancora quella 35-44 anni, che occupa il 34,6% del totale.

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Aggiornamento sull’andamento del mercato dei mutui.

Mutui Verdi.

A contribuire, seppur in piccola parte, a questa ripresa sono stati anche i nuovi mutui verdi. Questi finanziamenti (che è possibile richiedere da appena tre mesi) sono pensati appositamente per finanziare i progetti di:

  • Nuove costruzioni di classe energetica alta o altissima;
  • Ristrutturazione di immobili già esistenti al fine di migliorarne le prestazioni energetiche e di sicurezza sismica.

Mutui che, ed è questo il loro punto forte, hanno condizioni che sono ancora più favorevoli per i clienti. E, per una volta, bisogna dar credito alle banche aderenti di aver agito celermente e nella giusta direzione. Gli istituti si sono impegnati per garantire tassi d’interesse estremamente convenienti e tassi variabili discendenti in base allo stato di avanzamento dei lavori in programma.

Come spiegato nel dettaglio in questo articolo di presentazione dei mutui verdi, una casa che passa da una classe energetica E a una B (tutt’altro che efficiente), produce in risparmio di circa 25mila euro in 30 anni. Risparmio che in larga parte si ritroverà nella riduzione delle bollette. Inoltre, ogni lavoro di efficientamento energetico, non fa che aumentare il valore dell’abitazione stessa.

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