Le ultime manovre messe in atto dalla Bce, secondo le previsioni, avranno forte un impatto sui mutui per l’acquisto di casa. In particolare, i tassi d’interesse sui finanziamenti sembrano destinati a calare nuovamente, nonostante da anni siano costantemente ai minimi storici. Interessati sono tanto i tassi variabili, quanto e soprattutto quelli fissi: dopo un semestre in calo, le richieste di mutui e di surroghe dovrebbero tornare a caratterizzare il mercato immobiliare.
Il calo dei
tassi d’interesse
, dunque, influenzerà in modo significativo la fine del 2019 (e probabilmente anche oltre), che nel primo semestre è stato caratterizzato da un calo nelle richieste di nuovi mutui e di surroghe. Vediamo quindi come dovrebbe evolvere la situazione negli ultimi mesi dell’anno.
Tassi d’interesse in discesa libera.
Già negli ultimi mesi, una decisa decrescita ha interessato l’andamento dei tassi d’interesse sui mutui per l’acquisto della casa. Come detto, gli ultimi movimenti della Bce hanno portato a nuovi minimi tanto l’Euribor, quanto e soprattutto gli indici Irs. Il primo ha subito un calo intorno al -0,45%, mentre i secondi, con un calo totale di circa l’1%, si sono portati su valori addirittura negativi per mutui di durata fino a 10 anni. Per durate maggiori, invece, i tassi d’interesse Irs si tengono su valori intorno allo 0,3%, dopo essere arrivati a toccare quasi lo 0%.
Ad oggi, secondo uno studio effettuato da Mutuionline, è possibile accendere un mutuo ventennale con un tasso d’interesse variabile intorno allo 0,22%. Si parla invece di poco più dello 0,55% per un finanziamento di 20 anni, a tasso fisso. Prendendo in considerazione un mutuo della durata maggiore di 30 anni, si può ottenere ad un tasso d’interesse variabile dello 0,27% e fisso allo 0,83%. Si legge ancora nello studio come, per la prima volta nella storia, l’intero arco delle migliori offerte, comprese per le durate più lunghe, rimane al di sotto della già bassa soglia dell’1%.
Salgono le richieste di surroga e l’importo medio richiesto.
Queste nuove condizioni dei tassi d’interesse ha aperto nuovi scenari soprattutto per quanto riguarda il mercato delle surroghe. Dopo un 2018 caratterizzato da un calo nelle richieste, dalla metà di quest’anno, il trend si è decisamente invertito. Oggi sono molti coloro che chiedono il passaggio del proprio mutuo da un istituto ad un altro, fiutando la possibilità di risparmiare. Una consistente percentuale, inoltre, è rappresentata da utenti che hanno acceso un finanziamento in anni recenti, con tassi già molto convenienti. In questi casi, il risparmio sugli interessi si prevede molto basso, se non irrisorio e questo potrebbe portare gli istituti di credito a respingere una buona parte di questi.
Altro importante dato che spicca è il nuovo massimo registrato dall’importo medio richiesto. Nel terzo trimestre 2019, infatti, in media, sono stati domandati finanziamenti per importi superiori ai 135.400 euro, quando il precedente record non superava i 131.300 euro. Anche l’importo medio erogato, di conseguenza, è cresciuto, assestandosi a poco meno di 129.600 euro.

La situazione dei mutui in Italia nel 2019: calano ancora i tassi d’interesse.
I° semestre 2019, contrazione nelle richieste.
Non sempre le cose vanno come ci si aspetterebbe. Una delle grandi leggi dell’economia, che regola i mercati in ogni ambito economico, quella della domanda-offerta, nei primi sei mesi del 2019, per quanto riguarda i mutui, è stata disattesa. Nonostante i prezzi medi delle case in vendita siano ancora molto appetibili nel nostro Paese, e seppur i tassi d’interesse su mutui e finanziamenti siano stati ai minimi storici, e in continua contrazione, le richieste di mutuo per l’acquisto di casa, sono calati nel primo semestre 2019.
Le motivazioni della decrescita.
Questo calo non ha risparmiato nessuno dei mesi da gennaio a giugno di quest’anno. In particolare, il valore minore si è registrato proprio a giugno 2019, con una decrescita di circa l’11,5%, su base annua. Situazione decisamente anomala, che gli esperti hanno provato a spiegare, trovando principalmente tre motivazioni:
- In primis troviamo il fisiologico calo delle surroghe, che avevano sostenuto il mercato dei prestiti tra il 2014 e il 2018. Dopo anni di grandi richieste di surroga, il numero di spostamento e sostituzioni, è in decrescita. Dato di per sé non negativo: semplicemente significa che gran parte dei mutuatari hanno sfruttato velocemente e al meglio le mutate condizioni sui tassi d’interesse;
- Quello che si è registrato, invece, circa l’accensione di nuovi mutui per l’acquisto di nuove case, è un generale atteggiamento di prudenza da parte di investitori e famiglie. Atteggiamento che, inoltre, va anche a frenare l’intero mercato delle compravendite immobiliari. In questo senso, pesano fortemente le incertezze politiche e le voci sull’attuazione della tanto citata flat tax: molti potenziali investitori, infatti, starebbero aspettando una situazione di maggiore stabilità;
- Il terzo fattore, come in molti casi accade, è prettamente economico. I salari reali in Italia, infatti, sono ancora, in media, bassi e, in genere, inferiori a quelli di 10 anni fa. Nel 2018, infatti, le retribuzioni sono diminuite dello 0,3% e, contestualmente, è calato il potere d’acquisto dei contribuenti italiani.
Accendere un mutuo in questa situazione politico-economica, dunque, seppur a conti fatti risulterebbe conveniente… per molti oggi ancora non lo è!