TASSI USURARI, LA LEGGE E LA NUOVA SENTENZA: come verificare i tassi e richiedere l’annullamento degli interessi.
I contratti di mutuo, di finanziamento o di leasing stipulati dal privato o dall’impresa potrebbero celare l’applicazione di interessi che superano il tasso usurario.
La sentenza della Suprema Corte n. 350 del gennaio 2013 ha puntato i riflettori, e giustamente sono molti coloro che chiedono una verifica dei contratti bancari già estinti o a ancora in essere, per capire se è possibile richiedere indietro gli interessi pagati alla banca e sospenderne il pagamento (nel caso di rapporti ancora in corso).
Il legislatore è intervenuto novellando l’art. 1815 comma 2 del codice civile, che oggi stabilisce che
se il contratto di mutuo prevede l’applicazione di interessi usurari, la clausola relativa è nulla e non sono dovuti interessi. Nel caso di mutuo (o altri finanziamenti) con comprovati interessi usurari la banca avrà diritto alla restituzione del solo importo capitale.
Per verificare l’usurarietà del tasso di interesse si dovrà fare riferimento al c.d. tasso soglia, stabilito secondo criteri oggettivi dal Ministero del Tesoro (con la Banca d’Italia e l’Ufficio Italiano Cambi), mediante rilevazioni trimestrali.
Il tasso si ottiene sommando al tasso vero e proprio, sia lo spread della banca, sia varie commissioni e spese, sia infine i tassi di mora previsti per ritardi, anche se in ritardo non siete mai stati (fanno parte del calcolo); trovate tutto nel contratto di mutuo.
Vi consigliamo di farlo verificare o da un consulente finanziario o da un’associazione di consumatori. Se all’esito di una verifica contabile il tasso complessivo applicato risulterà usurario,
si potrà richiedere il rimborso di quanto ingiustamente pagato in precedenza e sospendere il pagamento degli interessi, se il rapporto non è ancora estinto.