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RATE DEL MUTUO NON PAGATE? LA DIRETTIVA EUROPEA IMPONE LA VENDITA IMMEDIATA.

Il passaggio in tribunale si salterà a piè pari e la casa verrà messa in vendita nell’immediato: le rate del mutuo non pagate passeranno da 7 a 18. Questi sono i punti principali del nuovo decreto attuativo della direttiva europea.

Al vaglio è il decreto attuativo della direttiva europea che prevede la vendita immediata della casa per il mancato pagamento di diciotto rate del mutuo.
Le principali modifiche al decreto proposte dal Pd sono:

la vendita dell’immobile nell’immediato solo nel caso in cui il cittadino abbia sottoscritto volontariamente la clausola di inadempimento;

la vendita dell’immobile sarà obbligo di estinzione del mutuo residuo non pagato dal cittadino.

Ancora non è chiaro se le diciotto rate dovranno essere consecutive o frammentate, ma il verdetto sarà emesso prossimamente e si avranno delucidazioni in merito.

Per quanto riguarda la nuova normativa sull’inadempimento, essa non sarà applicata ai contratti già in essere, nemmeno in caso di surroga, ed offrirà al consumatore maggiori vantaggi, nonché più trasparenza da parte delle banche al momento della stipula del contratto del mutuo. Inoltre sarà facoltativa, il che comporta la vendita della casa solo con una specifica disposizione in tal senso da parte del proprietario.
Ora come ora, invece, la legge prevede che in caso di inadempimento del pagamento di diciotto rate del mutuo, la banca e il sottoscrittore del mutuo stesso possono inserire nel contratto la condizione che l’immobile finanziato venga restituito alla banca, la quale lo metterà poi in vendita rientrando così dal finanziamento. In caso di eccedenza derivante dalla vendita, la somma verrà erogata al debitore moroso.

Questo è quanto previsto dallo schema del Dlgs, atto di Governo n.256, che ha recepito la direttiva 2014/17/UE riguardante i contratti di credito ai consumatori relativi a beni immobili residenziali; la norma riguarda anche modifiche ed integrazione del titolo VI-bis del Dlgs del 1° settembre 196/93, n,385, in merito alla disciplina degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi e del Dlgs 13 agosto 2010, n.141.

Quali sono, quindi, i cambiamenti sostanziali se passa il decreto?

In primis, si salta il passaggio in tribunale, sacrificando l’art.2744 del Codice Civile: tale articolo vieta il patto commissorio, ovvero il patto per mezzo del quali si conviene che, in caso di mancato pagamento del credito entro il termine stabilito, la proprietà dell’immobile ipotecato, o dato in pegno, passi al creditore.
In questo modo, le banche entrano in possesso diretto dell’immobile, lo mettono in vendita e soddisfano il debito col ricavato.
L’art.120-quinquesdecies del Testo Unico Bancario afferma che il valore del bene immobile oggetto di una garanzia dev’essere stimato da un perito scelto di comune accordo da entrambe le parti con una perizia successiva all’inadempimento.
A tal proposito, la Banca d’Italia stabilirà delle linee guida per la valutazione del bene immobile, basandosi sulle valutazioni dell’OMI del Mef.

Se, poi, la somma ricavata dalla vendita dell’immobile non fosse sufficiente a coprire il debito, il cittadino dovrà restituire ciò che manca dopo sei mesi dalla conclusione della vendita.

In secondo luogo, si prevede un ritorno delle penali, abolite dal decreto Bersani. Il co.2 dell’art.120-quinquesdiecies prevede che dal costo complessivo del credito, il Taeg, siano esclusi i costi legati alla trascrizione dell’atto di compravendita dell’immobile in questione e le eventuali penali che il consumatore dovrà pagare per il mancato adempimento degli obblighi stabiliti dal contratto del mutuo.

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Le proteste in merito non si sono fatte attendere: svariate associazioni dei consumatori hanno lanciato una petizione, anche online, che verrà recapitata alla Camera e al Senato.
La protesta è anche interna: il Movimento 5 Stelle ha espresso la sua opinione in merito al decreto dinanzi alla commisione Finanze con le seguenti sospensioni di diversi deputati.
Anche il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha detto la sua sostenendo che non esiste alcun rischio che gli immobili vengano pignorati immediatamente.
A placare gli animi è intervenuto Enrico Zanetti, viceministo dell’Economia, che ha dichiarato la piena disponibilità del governo Renzi ad apportare correzioni al Dlgs attuativo della direttiva europea sui mutui: il riferimento alle diciotto rate potrebbe essere cambiato in un riferimento ad archi temporali. Precisa, inoltre, che le nuove norme non sono retroattive.

Al di là delle polemiche politiche, uno dei rischi più concreti di questo decreto è che le case vengano venduto ad un prezzo molto più basso rispetto al prezzo di mercato, tutto a danno di chi ha stipulato il mutuo.
Il passaggio davanti al giudice permetteva di stabilire un prezzo di partenza per la casa messa all’asta, dalla cui vendita si pagava la quota capitale, gli interessi e tutte le spese relative, con la possibilità di una piccola somma residua che sarebbe andata al cittadino.
Con il Dlgs attuativo della direttiva europea, la banca diventa diretta proprietaria del bene immobile e come tale può svendere la casa pur di ripagare tutti i debiti, salvo diversi accordi fra le parti.

Insomma, grazie all’imposizione dell’UE, si può ben capire chi tra le banche e i cittadini subirà le mere conseguenze!

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