Nuovi criteri per l’assegnazione e la permanenza negli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP),provvedimento a favore di chi si trova in particolari situazioni economiche: i 35 mila nuclei familiari in graduatoria avranno ora più speranze di ottenere un tetto sotto il quale vivere. Il provvedimento nasce per arginare il fenomeno dell’assegnazione a vita: l’obiettivo è infatti quello di evitare che in tali alloggi continui ad abitarci chi ha maturato un reddito superiore o patrimoni ingenti, e garantire invece l’ingresso a chi davvero ne ha bisogno, e magari è da molto tempo in lista d’attesa.
La riforma riguarda in prima istanza le condizioni necessarie a mantenere il diritto di risiedere nell’alloggio pubblico assegnato e punta a creare le condizioni per una equa rotazione degli ingressi. Tra le novità è previsto, inoltre, un abbassamento della soglia ISEE per mantenere il diritto alla permanenza e nuove modalità di calcolo del canone d’affitto, valide per tutto il territorio, oltre che misure di salvaguardia delle categorie più deboli, come anziani e disabili.
Secondo una stima effettuata da ACER (Azienda Casa Emilia Romagna), infatti, attraverso le certificazioni ISEE, negli alloggi pubblici si contano oltre 120 nuclei familiari con un valore della situazione patrimoniale superiore a 100mila euro, con i primi 15 che superano addirittura i 300mila euro, una situazione ovviamente incongrua con le motivazioni per cui tali alloggi sono messi a disposizione.
La situazione in Emilia Romagna.
Nella Regione Emilia Romagna, il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, gestito perlopiù dall’Azienda Casa Emilia Romagna, comprende attualmente oltre 55.000 alloggi: le case occupate, ad oggi, sono circa 51mila, ma oltre 2mila (3,6%) sono pronte per essere assegnate, in quanto agibili e non necessitano di alcun intervento di ristrutturazione. I nuclei familiari, composti da una o più persone, in lista di attesa per l’assegnazione di un alloggio sono, attualmente,35.000, ma ogni anno vengono assegnati meno di 3mila appartamenti.
Specifichiamo subito che resta invariata la soglia per accedere alla lista d’attesa per gli alloggi pubblici: 17.154 euro di ISEE e 35.000 euro di patrimonio mobiliare massimo.
Permanenza: si abbassa la soglia ISEE.
Per mantenere il diritto di permanenza nell’alloggio ERP, ci si basa sull’attestazione annua dell’ISEE, ma, se il provvedimento verrà ufficializzato, si abbasserà il limite massimo per cui si ha diritto a continuare a vivere nell’appartamento assegnato:
- La soglia massima viene dunque fissata a 24.016 euro di reddito ISEE, rispetto all’attuale di 34.308 euro;
- Viene introdotta, inoltre, una seconda soglia riguardante il reddito patrimoniale: oltre i 49.000 euro non si ha più diritto all’alloggio ERP (attualmente non esistono limiti al patrimonio mobiliare del nucleo familiare).
I nuovi limiti di reddito entreranno in vigore dopo l’approvazione da parte della Giunta Regionale e la pubblicazione del provvedimento sul Bollettino Ufficiale telematico della Regione Emilia Romagna.
Sulla base del principio secondo cui la casa pubblica non può essere un diritto acquisito a vita,ma occorre invece sempre verificare il mantenimento dei requisiti d’accesso, si introduce un nuovosistema di assegnazione a rotazione degli alloggi: attualmente, come detto, sono 35mila le persone in lista d’attesa per una casa popolare, ma il tasso di rotazione è fermo ad appena lo 0,2 %. Con il nuovo provvedimento si auspicano controlli più frequenti e stime più precise, affinché avvenga una più equa assegnazione, escludendo, quindi, chi non ha più diritto all’alloggio pubblico e introducendo chi, invece, rientra nelle fasce di reddito e patrimonio mobiliare per l’assegnazione,aumentando così la percentuale di rotazione delle famiglie negli immobili ERP.
Spetterà, comunque, ai Comuni individuare, nel proprio regolamento, i casi per i quali è prevista la sospensione della decadenza del diritto di permanere nell’alloggio pubblico assegnato, ovvero per quali nuclei familiari, ritenuti vulnerabili o fragili, per motivazioni ben espresse e accertate, varrà la deroga dell’assegnazione: l’unica condizione è che non superino il 20 % del nuovo limite ISEE, ovvero 28.820 euro, o che non posseggano un patrimonio mobiliare superiore a 58.800 euro.

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Canone d’affitto oggettivo.
Cambia anche il metodo di calcolo del canone d’affitto: per stabilirne l’entità, viene introdotto il cosiddetto canone oggettivo, che corrisponde ad un sistema di calcolo più semplice, omogeneo e oggettivo, eguale per tutti la Regione Emilia Romagna.
Il canone oggettivo, tiene conto di tutta una serie di indicatori, che determinano tre distinte fasce di canone, bassa, medio o alta. Tra gli indicatori incidono:
- La superficie netta dell’alloggio;
- Alcune caratteristiche qualitative dell’alloggio stesso come il livello del piano, la dotazione di ascensore, la presenza di cortile, giardino o terrazzo e l’anno di costruzione;
- L’ampiezza demografica del Comune di ubicazione (fino a 10.000 abitanti, oltre i 10.000 o capoluogo di Provincia);
- La zona, all’interno del Comune, nella quale è situato l’alloggio, rurale o urbana.
Si mantiene, in ogni caso, una fascia di protezione, di 7.500 euro, per le famiglie a basso reddito che potranno usufruire di un canone sociale, determinato in base al solo reddito del nucleo in questione: anche in questo caso sarà il Comune di appartenenza ad assegnare tale canone speciale. Sono previste, inoltre, anche un’agevolazione per i nuclei familiari che, pur non rientrando nella fascia di protezione, hanno un reddito inferiore ai 17.154 euro, ai quali potrà essere concesso uno sconto sul canone di affitto, fino al 35 %.
Queste nuove modalità di calcolo del canone d’affitto verranno applicate a partire dal 1° Gennaio 2017.