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Norme, leggi e Bonus Fiscali

LEGGE DI STABILITA’: MENO TASSE SENZA TAGLI ALLA SANITA’ E AL SOCIALE

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la Legge di Stabilità 2013-2014 che dovrebbe portare ad uno sgravio fiscale di 14,6 miliardi in tre anni, senza applicare tagli alla sanità. Ora l’esame in Parlamento.

Con l’approvazione della Legge di Stabilità incomincia a delinearsi la futura situazione economica del nostro Paese. Nei prossimi tre anni assisteremo ad una riduzione delle tasse che passeranno dal 44% al 43,3%. Gli italiani, in complesso, pagheranno 14,6 miliardi in meno. Nel dettaglio gli sgravi fiscali saranno così ripartiti: 5,6 miliardi in meno per le imprese, 5 miliardi in meno per i lavoratori e 1 miliardo di euro destinati agli sgravi fiscali per ristrutturazioni ed Ecobonus.

Infatti, il Bonus del 65% sulle spese per il risparmio energetico e del 50% sulle spese per ristrutturazioni semplici sono stati prorogati di un anno, poi dal 2015 le aliquote scenderanno.

Il valore complessivo della Manovra ammonta, nel triennio 2014-2016, a 27,3 miliardi di euro: circa 11,6 miliardi solo per il 2014, più di 7,5 miliardi nel 2015 e 7,5 miliardi nel 2016, anche se per gli ultimi due anni le cifre non sono definitive e potranno aumentare con l’eventuale ripresa economica.
Viene rivisto il sistema di calcolo del Patto di Stabilità interno degli enti locali e ai Comuni arriveranno 1,5 miliardi di euro da destinare a pagamenti delle imprese creditrici e investimenti locali.

La copertura della Manovra verrà garantita:
1) Attraverso i tagli alla spesa pubblica per un valore di 3,5 miliardi di euro più 1 miliardo da tagli di spesa delle Regioni;
2) Attraverso dismissioni immobiliari, revisione del trattamento delle perdite di banche e altri intermediari, che porteranno 3,2 milioni di euro nelle casse dello Stato;
3) Attraverso altri interventi fiscali per un importo di 1,9 miliardi
4) Alla Cassa Depositi e Prestiti Spa, verranno venduti entro fine anno, immobili per un valore di circa 500 milioni di euro. Questa operazione, che andrà a ridurre in parte il debito pubblico ritoccando il rapporto Deficit/PIL per il 2013, verrà poi ripetuta nei prossimi due anni e tali dismissioni dovrebbero fruttare 1,5 miliardi di euro.
5) L’imposta di bollo per le comunicazioni relative ai prodotti finanziari nel 2014 aumenterà dall’1,5 per mille al 2 per mille. Il bollo non si pagherà per le comunicazioni legate ai fondi sanitari e pensionistici. In questo modo il Governo dovrebbe recuperare 900 milioni di euro.

Nel 2014 il Cuneo Fiscale verrà ridotto grazie a 2,5 miliardi di euro: 1,5 miliardi permetteranno la riduzione dell’Irpef per le fasce medio-basse; mentre 40 milioni saranno utilizzati per ridurre l’Irap sulla quota lavoro e infine 1 miliardo per la riduzione dei contributi sociali sulle imprese.
In questo modo le aziende pagheranno 5,6 miliardi in meno di tasse e, nei prossimi tre anni, potranno godere di una defiscalizzazione fino a 15.000 euro dall’Irap per le nuove assunzioni aggiuntive rispetto alla media dell’organico. Dal 2014 è prevista la restituzione completa del contributo addizionale Aspi dell’1,4% per il passaggio dei contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, attualmente limitata a 6 mesi. I lavoratori pagheranno 5 miliardi di tasse in meno e le detrazioni Irpef si fermeranno a 1.510 euro, e non più al previsto aumento di 1.600 euro. Inoltre, il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, necessario per ottenere un prestito con meno difficoltà, prevede fondi per 1,6 miliardi di euro distribuiti nel prossimo triennio.

Nel 2014 saranno aumentate dal 3% al 4,2% le deduzioni dell’ACE, Aiuto alla Crescita Economica, il meccanismo per incentivare la capitalizzazione delle società. Verranno messi a disposizione 250 milioni di euro per le social card, che potranno essere utilizzate anche dagli immigrati con permesso di soggiorno per lungo periodo. Previsti altri 250 milioni di euro per il fondo per le persone non autosufficienti.
Per gli Esodati è previsto un contributo di solidarietà proveniente dal prelievo del 5% dalle pensioni nella fascia tra i 100.000 e i 150.000 euro lordi l’anno, del 10% per le pensioni tra i 150.000 e i 200.000 euro lordi l’anno e del 15% per le pensioni al di sopra dei 200.000 euro lordi l’anno.

Per quanto riguarda le nuove assunzioni degli impiegati pubblici, verrà progressivamente modificato il turn over: per tutto il 2014 è previsto il blocco della contrattazione, mentre per il 2015 ci saranno assunzioni per il 40% dei ritiri, nel 2016 per il 60% e nel 2017 per l’80%.

Fortunatamente, per la prima volta in 10 anni, è stato scongiurato il rischio di un intervento pesante sulla sanità, come ha spiegato il premier Letta: “Non ci sono tagli per i prossimi tre anni e non aumenta la pressione fiscale per i cittadini e le imprese”. Anzi per le famiglie e le imprese italiane il calo delle tasse incomincia da subito. La Legge di Stabilità permetterà di rispettare gli impegni presi con l’Europa, raggiungendo l’obiettivo del 2,5% del rapporto deficit/Pil. Come spiega Letta, per aver rispettato il 3% e per essere usciti dalla procedura d’infrazione, ora il Governo ha a disposizione 3 miliardi in più, e può dirigersi verso la crescita e lo sviluppo.

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