Non tutti forse sanno che, nel 2017, è entrata in vigore la riforma delle tariffe elettriche domestiche, o se ne eravate al corrente, forse vi starete chiedendo quali siano i reali effetti che questa nuova norma ha portato sulle nostre bollette. In pochissime parole si potrebbe dire che: la riforma premia i grandi consumatori, mentre colpisce più duramente le seconde case utilizzate solo per pochi mesi all’anno e dunque con profili di consumo decisamente più bassi.
Vediamo più precisamente, caso per caso, quali siano stati i cambiamenti portati dall’entrata in vigore di questa riforma.
La riforma delle tariffe elettriche domestiche.
La norma entrata in vigore quest’anno, è stata attuata per recepire la direttiva europea sull’efficienza energetica 2012/27/UE: l’Italia, infatti, era rimasto l’unico Paese dell’Unione Europea a prevedere per i clienti domestici l’applicazione di tariffe elettriche con una struttura progressiva con un sistema di sussidi incrociati, cosa significa? In pratica, e sono quasi 40 anni che era così, chi consumava di più, a parità di costi di servizio, pagava anche qualcosa per chi consumana meno. Ora invece, per i servizi di rete, viene definita una struttura tariffaria non progressiva, uguale per tutti i clienti domestici, sia che essi siano residenti, che non residenti (parliamo quindi di seconde case o più) e impostata in base al criterio dell’aderenza ai costi dei diversi servizi: l’obiettivo, sottolineano dall’Autorità per l’energia elettrica il gas ed il sistema idrico, è quello di garantire agli utenti: “Una tariffa lineare più equa, trasparente e aderente ai costi dei servizi forniti e maggiormente adatta a stimolare investimenti verso un sistema energetico più sostenibile”.
Differente il caso per la tariffa degli oneri di sistema, ovvero una di quelle voci della bolletta elettrica insieme al costo di energia, al dispacciamento, alla commercializzazione e alle imposte: per questa si mantiene infatti una differenziazione tra i clienti residenti e quelli non residenti, poiché ai primi verrà applicata tutta in quota energia, cioè in centesimi di euro per kilowatt/ora; agli utenti non residenti, invece, verrà calcolata sia in quota energia, sia in quota fissa.
Quanto ci costa la riforma?
Secondo l’analisi effettuata da Ref Ricerche per Il Sole 24 Ore su cinque profili di consumo domestico, già da quest’anno vi saranno infatti dei rincari sul peso della quota fissa sulle bollette dei non residenti: 135 euro annui più Iva nel primo trimestre 2017, poi ridotta a 127,4 euro più Iva annui nel secondo e terzo trimestre. Questo costo verrà citato e compreso nella componente A3 della bolletta, ovvero nei cosiddetti oneri di sistema, che servono come finanziamento agli incentivi per le energie rinnovabili.
L’effetto più importante si è potuto notare nei primi tre mesi di quest’anno, quando le bollette sono cresciute tra l’11 e, addirittura, il 54% a seconda del profilo di consumo. Secondo Ref Ricerche, l’intero 2017 per i non residenti sarà un anno all’insegna dei rincari: per una seconda casa con un consumo annuo di 1.200 kW/ora, ad esempio, l’aumento medio sarà di circa il 50% rispetto all’anno scorso. Come spiega ancora una volta l’Autorità, questo rincaro si tratta di un: “Effetto del secondo step della riforma delle tariffe di rete per le utenze domestiche che si concluderà il 1° gennaio 2018”. Il risultato finale, dunque, sarà frutto della compresenza della diversa modalità di calcolo degli oneri di sistema e dei diversi pesi tra le quote fisse contenute nella bolletta tra utenti domestici residenti e non residenti.
Per i residenti, ovvero per le prime case degli utenti, invece, crescerà solo il peso della quota fissa della tariffa per il trasporto dell’energia e la gestione del contatore, che è una delle quattro voci principali che compongono la bolletta, e che vale, in media, il 15% del totale.

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Chi beneficerà della riforma.
A poter esultare per l’entrata in vigore della riforma, invece, sarà chi possiede la tipologia di profilo con il consumo più elevato, sia che si parli di una prima casa, che di seconde abitazioni, indifferentemente se si tratta di nuclei familiari numerosi o proprietari di abitazioni ad alto dispendio energetico, ovvero con consumi superiori a 3.000 kW/ora. In particolare i non residenti con un profilo di consumo di 4.800 kW/ora nel terzo trimestre 2017 pagheranno circa il 12% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Tra i residenti, invece, gli utenti con consumi per 4.800 kW/ora hanno potuto beneficiare di una riduzione della tariffa del 21% nel primo trimestre 2017, rispetto ai tre mesi precedenti, mentre nel terzo trimestre otterranno uno sconto di circa il 17% rispetto allo stesso periodo del 2016.
Tutto considerato, infine, nel 2017 per le prime case con un profilo di consumo di 2.700 kW/ora si prevede una bolletta più cara di appena l’1,4% in media rispetto al 2016.